Environment | Nuovo impianto HBI

Energia pulita dagli scarti

Recuperare energia dai residui organici. È con questo obiettivo che la società altoatesina HBI ha ideato e installato presso il depuratore di Bolzano il suo nuovo impianto.
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Recuperare energia dai residui organici
Foto: HBI

Si tratta di una tecnologia che estrae acqua pulita, ammoniaca e fosforo dai fanghi di depurazione, generando energia rinnovabile. Così, un comune depuratore diventa una sorta di “bioraffineria”.

Come funziona? Il meccanismo è semplice. I residui dei fanghi di depurazione vengono separati e riorganizzati in modo che una parte di essi possa essere riutilizzata per la produzione di energia o come materiale di base per carboni attivi, ammendanti, filtri o altro. Attraverso questo processo, vengono eliminati virus, batteri e residui di qualsiasi tipo riducendo gli scarti finali del 90% con un importante risparmio economico. E l’ambiente ringrazia.

Al progetto, sviluppato e portato avanti nell’arco degli ultimi cinque anni, hanno partecipato diversi partner strategici, tra cui il NOI Techpark e la Libera Università di Bolzano. Quest’ultima ha messo a disposizione il suo ‘Bioenergy and Biofuels Lab’, il laboratorio di studio delle bioenergie e biocombustibili situato proprio al parco tecnologico.

“La nostra tecnologia è una rivoluzione nel trattamento dei fanghi di depurazione. La sua caratteristica distintiva è quella di avere dimensioni compatte e di poter essere aggiunta con facilità a impianti già esistenti, come la rete dei depuratori comunali, trasformandoli in impianti a rifiuti zero, senza la necessità di realizzare nuove infrastrutture”, raccontano Daniele Basso e Renato Pavanetto, fondatori di HBI. La loro è quindi un chiaro esempio d’innovazione applicata alla sostenibilità e all’economia circolare. Obiettivo finale: produrre energia rinnovabile senza, al contempo, generare emissioni gassose.

Il know-how del laboratorio

Fondamentale, per la realizzazione del progetto, è stato il supporto del prof. Marco Baratieri di unibz e del suo team di Fisica Tecnica. “Avevo incontrato Daniele Basso durante il dottorato e abbiamo sempre mantenuto i contatti. Sono stato felice di aver contribuito alla realizzazione della sua tecnologia – commenta Baratieri -. In particolare, il mio team è intervenuto nella prima fase: HBI ha portato da noi in laboratorio il primo prototipo della sua tecnologia e noi abbiamo svolto delle prove per testarne il comportamento”. L’esperienza del gruppo è stata preziosa anche nel collaudo e nello studio delle caratteristiche della biomassa e dei prodotti (solidi, liquidi e gassosi) derivati dai processi. Inoltre, il gruppo di ricerca collaborerà con HBI anche in futuro monitorando le prestazioni dell’impianto al depuratore di Bolzano. “Eseguiremo delle misurazioni sperimentali per analizzare i gas, le emissioni e le prestazioni energetiche. Quindi oltre alla parte in laboratorio potremo affiancare HBI anche sul campo”, aggiunge Baratieri.

Una collaborazione vincente

La storia di HBI dimostra quindi quali risultati si possono raggiungere se la conoscenza scientifica si unisce alla visione delle imprese. Il laboratorio sito a NOI Techpark, infatti, ha saputo supportare concretamente HBI, mettendo a disposizione la propria esperienza per portare a termine il progetto. “All’Alto Adige dobbiamo molto. Qui, grazie alle partnership con la Libera Università di Bolzano e il NOI Techpark abbiamo potuto portare avanti le nostre attività in maniera vincente - confermano Basso e Pavanotto -. Ed è stato essenziale anche il supporto arrivato dal reparto Green di NOI Techpark che ci ha seguiti durante il percorso di sviluppo, dal monitoraggio delle opportunità per co-finanziare le attività di innovazione al sostegno nella strutturazione e preparazione delle proposte progettuali, fino all’identificazione del luogo e del partner migliore per installare l’impianto pilota. Sperimentando l’impianto nel depuratore di Bolzano, potremo ottimizzarne il funzionamento e cominciare a raccogliere tutta dati utili per migliorare sempre di più la nostra tecnologia, raggiungendo un livello ancora superiore”.

Lab Desk

La storia di HBI e una di tanti che dimostra in quanto la ricerca applicata possa essere di vantaggio per le aziende. Per facilitare il contatto con l’infrastruttura di ricerca al NOI, il parco ha attivato il servizio Lab Desk attraverso cui è possibile identificare il laboratorio che meglio può rispondere alle esigenze della singola azienda, trovando così in modo semplice e veloce l’interlocutore giusto. Un’opportunità di cui è possibile usufruire scrivendo a [email protected].