Society | Interview

Tre giornate di Teoria critica

Alla Facoltà di Scienze della Formazione il 26, 27 e 28 ottobre si terrà il convegno “Insecurity and the Eclipse of Enlightenment”. Un’intervista all’organizzatrice Prof. Ilaria Riccioni.
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Ilaria Riccioni
Foto: (c) unibz
  • Dal 26 al 28 ottobre alla facoltà di Scienze della Formazione a Bressanone si terrà un prestigioso convegno di sociologia intitolato “Insecurity and the Eclipse of Enlightenment”, al quale partecipano studiosi provenienti da Europa e Stati Uniti. Salto ha incontrato l’organizzatrice, la sociologa Prof. Ilaria Riccioni per un’intervista.

  • Salto.bz: Buon pomeriggio Prof. Riccioni! Grazie per il Suo tempo. Entriamo subito nel vivo della questione. Vuole spiegare di cosa tratta esattamente il convegno da Lei organizzato?

    Riccioni: l’International Social Theory Consortium, di cui sono tra i membri del direttivo, è appunto un consorzio internazionale diretto dal prof. Harry F. Dahms, con base negli Stati Uniti presso l’università del Tennessee. Consiste in un gruppo di studiosi che ogni anno si raduna per affrontare questioni emergenti della contemporaneità sociale da una prospettiva teorica critica. Si tratta dunque di un gruppo di sociologi – ma non solo, partecipano anche membri provenienti da altre discipline accademiche di scienze umanistiche e scienze sociali – che studiano la società in una dimensione teorica e molto ampia, cercando di mantenere le diverse tradizioni di teorizzazione sociale delle scienze sociali ed umanistiche come fonti chiave di ricerca rigorosa e interpretazione critica. L’argomento centrale del convegno è una riflessione sul senso di insicurezza e di come questo sia conseguenza di cambiamenti radicali nella società contemporanea. Lo sviluppo tecnologico e digitale insieme alle condizioni geopolitiche contemporanee generano nuove realtà che sono alla base di una diffusa incertezza sociale in senso materiale e valoriale. Gestirle è una delle grandi sfide del nostro tempo, anche perché siamo di fronte a una crisi di legittimazione.

  • Durante il convegno, Lei terrà uno dei discorsi di apertura, dal titolo “Insecurity, Images and Experience: The Impact of Neoliberal Society on Imaginaries”. Come si collegano le insicurezze alle immagini?

    I miei temi di ricerca sono molteplici, riguardano il cambiamento sociale in interazione con il capitale culturale e sociale, l’interpretazione dei fenomeni sociali emergenti dalla cultura e dalla convivenza tra culture, che nel territorio ha una certa rilevanza, ma anche le forme di resistenza sociale espresse dalle forme artistiche. Ovvero l’arte come strumento per studiare e comprendere la nostra società. Il mio discorso si aggancia a quest’ultima dimensione e riguarderà la frammentazione valoriale e l’insicurezza che ne deriva in anche relazione ad una società visuale, che tende a perdere la capacità di orientamento critico. La società attuale mette al primo posto lo sviluppo tecnico e tecnologico, e per certi versi questo è un bene. Ma quando avviene la sovrapposizione tra mezzi e fini, e la tecnologia assume valore finale, allora la società tende a perdere orientamento e senso collettivo. La tecnologia, non va dimenticato, ha come fine il perfezionamento tecnico e non può dare orientamento valoriale alla società e agli individui. Nella società neoliberista di oggi la sovraesposizione alle immagini tecniche, sintesi di concetti, riducono la comprensione e lo spazio di formazione del discorso pubblico, che sono le basi della democrazia.

  • Il convegno si tiene alla Facoltà di Scienze della Formazione a Bressanone Foto: (c) unibz
  • Il secondo giorno del convegno c’è una sessione che si occuperà della questione dell’insicurezza fra la filosofia e la politica.

    Questa sessione prende in esame la tematica dai punti di vista di entrambe le discipline e nel dialogo tra di esse. Ci sarà una presentazione sull’ambiguità morale delle azioni umanitarie, sul concetto di libertà in Raymon Aron e sulla politica.

  • Infine, l’ultimo giorno Lei terrà un altro discorso su Stephen Turner, un sociologo statunitense. Vuole elaborare?

    In realtà si tratta di una tavola rotonda sul libro di Stephen Turner dal titolo “Mad Hazard: A Life in Social Theory”. Il titolo riprende una citazione di Max Weber, che definisce l’intraprendere la carriera academica come un folle azzardo. Turner, che è professore di sociologia all’Università di South Florida, ha dedicato la sua carriera accademica alla teoria sociale e alla teoria della scienza. In questo libro attraversa la sua esperienza vita nella sua totalità e offre un interessantissimo spunto di riflessione sulla vita intellettuale che solo marginalmente viene intaccata dalle vicissitudini accademiche.

  • A proposito di sociologia all’interno delle accademie: se pensiamo alle importanti facoltà di sociologia e scienze sociali, pensiamo a Roma, a Trento, a Innsbruck. Ma anche a Bressanone si fa sociologia e ricerca sociale.

    La Libera Università di Bolzano non ha un suo dipartimento di sociologia, ma la facoltà di Scienze della Formazione racchiude in sé molte anime. La sociologia è una di queste. La dimensione teorica insieme alla dimensione della ricerca empirica sono le due “gambe” sulle quali si muove la sociologia, disciplina che osserva le interconnessioni del sociale per capire tanti fenomeni attuali.

     

    Articolo di Jenny Cazzola

     

  • Per saperne di più

    Potete trovare ulteriori informazioni sul ISTC e sul convegno qui: http://socialtheory.org/istc-2023.html