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Povera musica

I retroscena dello scontro aperto in Conservatorio a Bolzano tra il direttore Unterhofer e l’insegnante e manager Kainrath.

È da tempi immemorabili che in Conservatorio a Bolzano sono di casa i difficili rapporti tra docenti, e tra docenti e direzione. Molti sono a conoscenza di queste vicende, anche non addetti ai lavori, e su questo tema senz’altro si potrebbe scrivere un bel libro interamente e cinicamente incentrato sulla contraddizione insita in un luogo che in realtà tutti si aspetterebbero interamente concentrato su espressione artistica e simili. 

Gli ultimi giorni però hanno fatto segnare un’ultima tappa di questa lunga storia, confermando dunque la regola e vedendo di scena e protagonisti il direttore Heinrich Unterhofer e l’insegnante di pianoforte complementare ma anche e soprattutto manager di alto livello Peter Paul Kainrath

Ma andiamo al dunque: la notizia che è rimbalzata prima timidamente e poi con più forza sui giornali è stata quella delle dimissioni ‘per giusta causa di Kainrath, accompagnata dalle accuse di mobbing di cui sarebbe stato vittima l’insegnante/manager da parte di Unterhofer. 

Come sempre accade in queste situazioni in realtà ad aprire uno spiraglio su quanto è accaduto è stata una classica goccia che fa traboccare il vaso oppure, come dice Kainrath, “una punta d’iceberg rispetto ad un problema molto più grande”. 
A intrecciarsi sono stati dunque diversi aspetti: dissidi personali, lo stile nella gestione del corpo insegnante da parte del direttore, ma anche e soprattutto la modalità con cui gli insegnanti di conservatorio possono assumere incarichi esterni. Possibilità quest’ultima regolamentata nel 2012 da una nuova legge più restrittiva, pensata a livello generale per cercare di liberare posti di lavoro spesso occupati solo sulla carta da dipendenti pubblici in realtà e in gran parte impegnati altrove. 

Va detto che gli insegnanti dei conservatori italiani, e anche di quello di Bolzano, in merito hanno un margine molto importante. Perché, giustamente, la professionalità di un insegnante di materie artistiche si misura anche e soprattutto sulla possibilità che lui possa mantenere per l’appunto un’attività d’artista, da testimoniare e trasmettere agli allievi. Per questo gli insegnanti di Conservatorio hanno la possibilità di organizzarsi le ore di lezione con gli allievi in modo molto elastico, garantendo in definitiva solo il rispetto di un monte ore annuale, accorpando le lezioni in ‘pacchetti’, funzionali alla gestione delle altre loro attività.
Ma a tutto questo c’è sempre stato un limite. Rafforzato e reso più rigoroso, per lo meno sulla carta, nel 2012 grazie alla legge nazionale ad hoc. Ed è proprio qui che nasce il problema, o meglio la goccia che ha fatto traboccare il vaso. 

A sentire Unterhofer in sostanza il problema si è presentato quando la direzione si è dovuta confrontare nel novembre 2014 con le richieste formali presentate dal prof. Peter Paul Kainrath in merito allo svolgimento dei suoi numerosi incarichi esterni. 
Gli è stato concesso quello che ha chiesto, compatibilmente con il regolamento” afferma Unterhofer. Il direttore però in merito ad alcune richieste si è trovato in imbarazzo: “Su un incarico di carattere commerciale ho detto a Kainrath che non era compatibile e siccome non sapevo come fare mi sono quindi rivolto all’avvocatura di stato di Trento”. Che ha confermato: l’attività pubblicistica, svolta da Peter Paul Kainrath in particolare per la ditta Media Art non era compatibile. “Per sicurezza allora la documentazione l’ho inviata al ministero” continua Unterhofer, “e il ministero ha confermato: attività incompatibile”. 
È stato in quel momento che ha preso via il muro contro muro che prosegue tutt’ora. 

Quella che per Unterhofer è la necessità di far rispettare le regole, per Kainrath è invece una vera e propria persecuzione
In realtà la negazione del permesso è solo un elemento, non la causa in sé delle mie dimissioni per ‘giusta causa’”, dice infatti il fondatore di Transart. “All’origine di tutto c’è una situazione di mobbing che ho subito da parte di Unterhofer e che ho descritto in un lungo documento che ho allegato alle mie dimissioni ed inviato al ministero”. Ministero che proprio per mercoledì, 25 novembre, aveva convocato Kainrath per chiarire la sua posizione e che invece dovrà gestirsi una bella gatta da pelare. 
La situazione creatasi, infatti, lascia presagire che nei prossimi giorni il tutto possa finire davanti ad un giudice. Con Unterhofer, intento a difendere il suo operato e Kainrath a denunciare una situazione di disagio della quale lui sarebbe stato solo una delle vittime. E sulla quale spende parole molto pesanti.

“Di sicuro non sono stato l’unico a vivere questo disagio e l’atmosfera in Conservatorio è oggi davvero molto preoccupante. Ci sono docenti che se ne sono andati, altri che sono finiti a Cuneo. Più che parlare del mio caso, bisognerebbe vedere in quali condizioni, dove si trova ora il Conservatorio dopo l’insediamento del nuovo direttore un anno fa.”

In conservatorio nessuno nega il fatto che il carattere di Unterhofer non sia dei migliori, tant’è vero che il direttore in più di un’occasione sarebbe andato in rotta di collisione con gli insegnanti, riprendendoli davanti agli stessi studenti. 
Ma il direttore si difende, negando il mobbing (“non capisco a cosa faccia riferimento Kainrath”) e riaffermando di aver solo fatto rispettare le regole (“tra l’altro, oggi come oggi, se non lo faccio può intervenire la Corte dei Conti…”). E dicendo che in realtà non si tratta di uno specifico accanimento nei confronti di Kainrath (“nel pacchetto delle diffide per attività incompatibili in realtà sono coinvolti altri tre insegnanti”). 
Non è l’unico? Kainrath coglie subito l’occasione per ribattere: “Ecco, il collega foniatra Giulio Di Raco da 15 anni collaborava con l’azienda sanitaria e da un giorno all’altro il suo quadro professionale è stato messo in discussione, anche questo è mobbing”. 

Insomma: quella del corpo insegnanti del Conservatorio è una situazione davvero precaria. A tutto svantaggio di un’istituzione che nei 6 anni della precedente direzione, affidata a Felix Resch, era riuscita con enormi sforzi a compiere la conversione dal vecchio al nuovo ordinamento di tipo universitario. Ed i problemi interni all’istituto naturalmente finiscono per ripercuotersi soprattutto sugli allievi, tra l'altro tornati ad iscriversi numerosi dopo molti anni di ‘crisi vocazionale musicale’. 

Nello specifico della contesa però, dove stanno i torti e dove le ragioni? 
La risposta è semplice: come spesso accade stanno da entrambe le parti. Con il direttore Unterhofer, irrigidito nella sua autodifesa formale e in grande difficoltà nei confronti dei docenti, e Peter Paul Kainrath a tenere duro in una battaglia nella quale le sue ragioni si stemperano se dal tema del disagio generalizzato si passa alla questione prettamente personale. 

Il direttore Unterhofer appare, infatti, senz’altro impacciato già solo nel compito di dirigere il Conservatorio a fronte delle numerose istituzioni e manifestazioni guidate con grande maestria e agilità da Kainrath (Busoni, BolzanoFestivalBozen, Transart, ecc.). Ma è altrettanto vero che le motivazioni portate dall’ex insegnante di pianoforte complementare per motivare il suo desiderio di mantenere l’incarico in Conservatorio appaiono piuttosto deboli. 

“In quel conservatorio ci sono cresciuto e ci ho lavorato per 11 anni e per ottenere quel posto ho vinto un concorso nazionale. Se mi chiedono perché io nonostante gli altri incarichi non ho pensato di lasciare il posto a colleghi più giovani, io dico che questo dovrebbe valere per tutti. In Italia sono in molti in questa situazione e poi va anche tenuto conto che tutti i miei incarichi esterni sono precari.”

Insomma: il buon posto pubblico è da tenere buono anche per il più importante manager musicale della provincia di Bolzano, apprezzato anche all’estero e quindi adeguatamente retribuito. Ma è chiaro che questa situazione con il tempo ha contribuito inevitabilmente ad alimentare anche invidie e veleni. Esplosi negli ultimi mesi come abbiamo visto attraverso uno scontro virulento. 

Ora resta solo da vedere quali saranno le prossime tappe dello scontro. Per le quali le due parti in causa non escludono sviluppi clamorosi a danno della controparte. 
Ci sono margini per una conciliazione? Davvero difficile dirlo. 
Unterhofer si aggrappa all’etica, motivando in questo modo lo stop imposto al suo docente. E stupendosi delle dimissioni (“se dice che è vittima di mobbing perché se ne va così?”). 
Kainrath invece confida con ogni probabilità in un intervento da parte del ministero che possa ribaltare il precedente pronunciamento a suo sfavore, mettendo invece sotto inchiesta la direzione di Unterhofer. 
La partita appare aperta ed è ancora tutta da giocare.