Don Giancarlo: un uomo sulla strada
Don Giancarlo Bertagnolli è stato, a suo tempo, il prete dei giovani. Capace di entusiasmare al bene, senza fare sconti sulle verità anche scomode.
È stato il prete della strada, perché quando ha visto che tra i suoi ragazzi c’erano coloro che buttavano via la propria vita e la propria libertà, cadendo nella schiavitù delle tossicodipendenze, fu a loro che volle dedicare la sua esistenza di sacerdote. Il vescovo Gargitter, altro uomo che vedeva lontano, gli diede il suo pieno appoggio, dopo una chiacchierata col giovane don Luigi Ciotti, giunto appositamente a Bolzano da Torino.
La sua attenzione alle “nuove povertà” fu contagiosa e riscosse il sostegno della diocesi anche attraverso la Caritas diocesana che condivise l’opera di don Giancarlo (La Strada – Der Weg) e se ne lasciò ammaestrare.
È stato il prete dei volontari. Se valori come la “gratuità” – nell’Alto Adige del “do ut des” – hanno ancora una loro forza di cambiamento, lo dobbiamo anche a don Giancarlo e alla sua opera instancabile di promozione dell’etica del dono.
Uomo della Buona Notizia, il suo orizzonte erano (sono) le parole del Vangelo di Matteo, “…ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete…”, declinate fino alle ultime conseguenze.
Per me un testimone, un compagno di strada (su molti sentieri), un amico.
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“È sulla strada – scrisse per lui don Luigi Ciotti – in quello spazio di nessuno ma attraversato da tutti, dove si incrociano sguardi, dove si vedono immagini che a volte ci scuotono, dove si incontrano persone e dove a volte ci si scontra in disordini e confusioni scomode, è lì che sono evidenti molti dei nodi irrisolti del nostro mondo”.
E il vescovo emerito Karl Golser, un paio di anni fa: “Nutro una grande stima per l’impegno di don Giancarlo. Come un pioniere ha operato in campo sociale ponendosi sempre al fianco di chi, nella nostra società, è relegato ai margini. A lui il mio più sincero grazie per l’attività svolta in questi anni”.
R.I.P
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