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La caccia in Alto Adige

I numeri incredibili della caccia in Alto Adige
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Lo so, è un tema antico che ogni tanto si ripropone e che fino ad ora non è mai stato oggetto di coinvolgimenti sociali eclatanti, a parte i soliti quattro gatti ma ora la situazione mi sembra ancora più gravosa e insostenibile. Quello che mi ha spinto a scrivere queste quattro righe è l'elenco degli abbattimenti, allucinante, incredibile e per certi versi angosciante. A tal proposito mi piacerebbe che leggeste le impressionanti cifre di quelli che loro chiamano “prelievi”... degli animali selvatici in provincia di BOLZANO nel 2020. Noterete che tra essi, oltre a veri e propri eccidi di caprioli, cervi, camosci, volpi ecc. c'è un inspiegabile assassinio di inermi ed innocui MERLI, GHIANDAIE, GAZZE, GERMANI REALI  ecc., a cui molti di noi comprano il becchime per aiutarli a sopravvivere durante l'inverno, oltre a CORNACCHIE, CESENE, COLOMBACCI ecc.

Ha un senso tutto questo? No, non ce l'ha. Non può averlo in persone normali che amano la natura in tutti i suoi risvolti. E non ce l'ha nemmeno in quelli a cui la natura interessa relativamente ma che non capiscono il perchè di queste stragi. E' l'attività di un gruppo di individui che albergano in tutti gli strati della società altoatesina ed esprimono la loro ufficialità nelle stanze della sede del dipartimento di AGRICOLTURA E FORESTE, sezione CACCIA e PESCA della PROVINCIA DI BOLZANO dove pubblicano le statistiche. Sono una lobby potentissima e intoccabile, hanno esponenti di alto livello nella politica, nella pubblica amministrazione e in tutti gli ambienti che contano. Perchè lo fanno? Perchè lo facevano i loro nonni e i loro padri e a loro sembra un’attività del tutto naturale. Si giustificano (e ci credono veramente!) dicendo che si tratta di una regolamentazione necessaria della fauna, altrimenti le lande alto atesine (sempre secondo loro…) sarebbero preda degli animali selvatici che procurerebbero danni incalcolabili a tutto e a tutti. Taluni di loro si considerano addirittura paladini della natura, strenui difensori della sua integrità che attuano per mezzo della sorveglianza da attacchi esterni (?)… e della “selezione” che garantisce equilibrio nella composizione della fauna. Insomma, dovremmo ringraziarli...

l'ALTO ADIGE è una delle regioni italiane dove la caccia è una "disciplina" molto seguita e praticata, ma allo stesso tempo controllata. Dagli stessi individui di cui sopra viene considerata come una sorta di fiore all'occhiello, altamente regolamentata a dispetto del resto d'Italia.

Sono arroganti perché sono solo 6.000 a fronte di una popolazione di 520.000 persone e quindi solo 1,15%, ma considerano il patrimonio faunistico un fatto esclusivamente loro, da gestire e amministrare a loro piacimento, perlopiù nel disinteresse generale del resto della popolazione.

Evidentemente sono profondamente diversi da noi, gli manca qualcosa di importante, di fondamentale: si chiama amore per gli animali, ma prima ancora rispetto per la natura. Non c’è altra spiegazione. Andrebbero profondamente rieducati a questi principi e solo allora forse qualcosa cambierebbe.

Cosa possiamo farci? Niente. Ma una cosa si: informare, diffondere le cifre (che per fortuna loro stessi pubblicano) al fine di creare un movimento d'opinione che negli anni possa crescere e provare a limitarli, se non a fermarli.

Questo è il mio contributo e quello che vi ho appena narrato è ALTO ADIGE / SÜDTIROL, anno 2022, non primo medio evo...

Qui di seguito, il link dove è possibile vedere le cifre degli abbattimenti:

https://www.provincia.bz.it/agricoltura-foreste/fauna-caccia-pesca/caccia/statistiche-prelievo.asp?fbclid=IwAR1w9XcdhdYg6bKIPo-3TyF2zassViL_7C_TLhzg0uvBFnTYcPgd5uwN3Cg