Non cerca di negare l’evidenza l’ex consigliere Mauro Minniti (La Destra), ma ci tiene anche a non farsi inchiodare sul banco degli imputati. “Certo, chi vede le cifre che sono state pubblicate potrebbe facilmente accusare il ceto politico di godere di privilegi spropositati. Ci tengo però a far presente che a livello regionale sono state anche introdotte norme che hanno ridotto la retribuzione pensionistica dai quasi 7000 euro mensili del passato agli attuali 2800. Ciò rappresenta un evidente taglio ai costi della politica, perché in questo modo siamo in grado di risparmiare complessivamente 9 milioni annui”.

Un risparmio che comunque non riduce lo sconcerto comune, basato sulla percezione della differenza tra il trattamento riservato ai politici e quello di cui “gode” la “gente comune”. “E’ vero, non posso negare che questa differenza ci sia e venga percepita come offensiva da chi fatica ad arrivare alla fine del mese. Bisogna comunque riconoscere che negli anni si sono fatti passi in avanti e la maggior parte dei soldi viene tuttora elargita per le retribuzioni di manager pubblici a livello nazionale, generalmente risparmiati dalle polemiche rilanciate dalla stampa”. Passi in avanti, in molte direzioni, che dovranno dunque essere proseguiti? “Senza dubbio bisognerà proseguire a lavorare per abbassare i costi della politica, magari incidendo di più su quelle istituzioni - come la stessa Regione – sulle quali da tempo si è addensata la discussione riguardo alla loro produttività legislativa”.

Ma almeno un filino di imbarazzo, nonostante tutto? “Guardi, io sono orgoglioso di aver interpretato il ruolo che ho avuto in Consiglio provinciale e regionale ricevendo il mandato dalla gente che mi ha eletto. E’ accaduto per quattro legislature, cioè per 20 anni. Personalmente ho la coscienza a posto”.