Dimettersi ai tempi del digitale
Dal 12 marzo chi vorrà dimettersi dovrà farlo online. Con questo provvedimento, che rientra nella riforma del Jobs Act, il governo vuole creare un’unica procedura - tutte le altre forme, compresa quella cartacea, non avranno infatti più valore legale - per contrastare le cosiddette “dimissioni in bianco” che il datore di lavoro fa firmare al dipendente al momento stesso dell’assunzione, in modo da cambiare solo la data qualora si presenti l’esigenza di licenziare.
Il modulo per le dimissioni digitali può essere compilato sul portale online del Ministero del Lavoro, previa registrazione sul sito dell'Inps recuperando il Pin Inps. “I lavoratori potranno essere aiutati da patronati, sindacati ed enti bilaterali”, spiega il direttore della Ripartizione lavoro Helmuth Sinn aggiungendo che “la direzione generale del Ministero del lavoro ci ha assicurato che entro il 12 marzo sarà disponibile anche la modulistica in lingua tedesca”. Accoglie con favore la novità Toni Serafini, segretario generale della UIL-SGK: “Come per tutte le cose ci vorrà un po’ di tempo per abituarsi ma non prevedo grosse difficoltà nel passaggio a questo nuovo metodo, lo considero un passo in avanti anche in termini di trasparenza”.
Il problema principale di questa “rivoluzione” burocratica, secondo Sinn, è che “se un collaboratore non utilizza il formato telematico il rapporto di lavoro non può essere interrotto, e il rischio è che il datore possa attivare le procedure del licenziamento, con tutte le conseguenze del caso. Per questo motivo stiamo chiedendo con insistenza al Ministero di fare chiarezza”.
Postilla obbligatoria: dopo l'invio online della richiesta di dimissioni, il lavoratore ha sette giorni di tempo per cancellarla, tra le poche eccezioni per le quali resterà in vigore il formato tradizionale figurano i lavoratori domestici e le madri entro i primi tre anni di vita del bambino.