L'Euregio della ricerca viaggia tra Bressanone e Innsbruck
Un ponte per potenziare ricerca, didattica e apprendimento e che stabilisce un collegamento ancora più stretto tra la Libera Università di Bolzano e l’ateneo di Innsbruck: questa l’essenza del ciclo di lezioni transfrontaliere dedicate agli studenti di dottorato della Facoltà di Scienze della Formazione unibz e di Sociologia dell’università tirolese e svoltesi tra dicembre e gennaio scorso a Bressanone e Innsbruck.
Le quattro giornate hanno avuto luogo grazie all’iniziativa del professor Franz Welz, sociologo dell’ateneo enipontano e presidente dell’ESA (Associazione sociologica europea), e della professoressa Ilaria Riccioni, docente di sociologia generale e sociologia della cultura presso la sede di Bressanone, che spiega nel dettaglio come si sono svolte le giornate di lezione: “Innanzitutto ci tengo a dire che è la prima volta che avviene questo tipo di scambio: fino ad oggi ci sono sempre state le classiche iniziative consistenti in seminari, ricerche congiunte, docenti e ricercatori ospiti provenienti da altri atenei. Per quanto riguarda la didattica dei dottorandi è il primo esperimento “transfrontaliero”, e possiamo dirci molto soddisfatti”. Il tutto è stato possibile grazie al recente programma Euregio: “Abbiamo utilizzato questa opportunità, seguito tutto l’iter burocratico del caso e infine ci è stata approvata la domanda. Per la nostra università hanno partecipato 8 studenti di dottorato del primo anno, mentre per l’ateneo di Innsbruck 14. A dicembre le lezioni si sono svolte nella sede di Bressanone, mentre a gennaio io e altri 6 dottorandi ci siamo recati in Austria”.
Com’è stata la partecipazione degli studenti? “Direi ottima - afferma la professoressa Riccioni - bisogna considerare che queste non sono lezioni obbligatorie, e il fatto che siano state seguite da tutti i dottorandi ci sembra un riscontro davvero positivo”. Le lezioni sono state inoltre l’occasione per sperimentare due diverse modalità di insegnamento: “Quelle tenute da me sono state di tipo frontale, anche perché gli studenti di Bressanone sono al primo anno di dottorato, e dunque si trovano in una fase del percorso in cui c’è più attenzione ai contenuti. Le lezioni del professor Welz, invece, sono state più interattive e soprattutto basate sulla capacità critica, anche perché i dottorandi di Innsbruck erano invece a un livello più avanzato del percorso. In ogni caso - aggiunge Riccioni - tutti e due gli approcci sono funzionali e soprattutto l’esperienza è stata costruttiva anche perché gli studenti si sono trovati a lavorare completamente in lingua inglese e sono stati messi subito davanti ad un approccio nuovo: il fatto di essere proiettati in situazioni diverse da quella protettiva della propria facoltà non può che essere positivo”. E il giudizio dei dottorandi sull’esperienza? “Abbiamo ricevuto solo feedback positivi. Del resto si tratta di un’iniziativa che permette ai dottorandi di confrontarsi da subito con un sapere internazionale, conoscere meglio anche l’altra istituzione e permette, aspetto fondamentale, di crearsi una prima rete internazionale di contatti nel mondo accademico. Oltretutto - aggiunge Riccioni - nel corso delle lezioni è emerso che c’erano dei progetti di dottorato affini: il fatto di avere un contatto con altri ricercatori che si occupano dello stesso problema è molto importante”. Sull’eventualità di ripetere l’esperienza, la professoressa Riccioni spiega: “Sicuramente proveremo a ripeterlo, a livello organizzativo non è semplice ma speriamo di riuscire a replicare, vedremo se con le stesse modalità o meno”.