Culture | Teatro

“La pecora nera” di Ascanio Celestini

L’attore romano torna a Bolzano con un lavoro che indaga il tema della follia.

Quattro anni di ricerche in giro per l’Italia per incontrare non solo i "poveri matti" – come Celestini stesso li definisce affettuosamente – ma anche i “malatini” e soprattutto gli infermieri e i medici che insieme hanno fornito lo spunto per la realizzazione del suo ultimo lavoro teatrale “La pecora nera”, straordinario affresco fatto di strampalata visionarietà e appunto dedicato alla follia. Lo spettacolo, quarto appuntamento della rassegna “Altri Percorsi / Arte della Diversità”, sarà in scena giovedì 28 marzo alle 20.30 nella Sala grande del Teatro comunale di Bolzano.

“È proprio nella complessità di questo presente dove si sovrappongono la memoria del manicomio, la questione medico-psichiatrica, la terapia con i farmaci e la contenzione fisica, che si va ad inserire il mio lavoro – afferma l’attore romano –. Un lavoro di indagine nella memoria del presente come luogo di sedimentazione di storie diverse”. Divertente, affascinante e surreale, il magma narrativo di Celestini, vestito in abito nero e seduto su una sedia striminzita, restituisce la freschezza del racconto e l'imprecisione dello sguardo soggettivo, la meraviglia dell'immaginazione e la concretezza delle paure che accompagnano il viaggio intrapreso da molti malati. Ecco allora che la narrazione tratteggia un mondo diverso e appartato come quello dell'istituto, dove può succedere di tutto e dove Nicola, il protagonista della storia, ricorda e sogna. A tratti Celestini lascia i panni asettici del narratore per immedesimarsi e dar voce ai suoi personaggi: con toni, gesti, sorrisi spinge lo spettatore sin dentro l'istituto che accoglie Nicola, ragazzino disagiato e forse troppo solo.

Per informazioni: www.teatro-bolzano.it.