Repubblica cambia veste grafica e contenuti

Il primo numero uscì il 14 gennaio del 1976. Fondatore (e allora direttore, lo rimarrà fino al 1996) Eugenio Scalfari. Il nome venne scelto in omaggio a un quotidiano portoghese che l’anno prima aveva dato voce alla “rivoluzione dei garofani”. Tra i primi collaboratori alcuni nomi, diventati storici, del giornalismo italiano: Gianni Rocca, Giorgio Bocca, Sandro Viola, Mario Pirani, Miriam Mafai, Barbara Spinelli, Natalia Aspesi e Giuseppe Turani. Un ruolo importantissimo lo ebbero anche le vignette di Giorgio Forattini.
Dopo 37 anni, il foglio diretto attualmente da Ezio Mauro ha deciso di cambiare veste grafica e (in parte) contenuti. L’operazione nasce da una analisi della diversa definizione dei due formati, digitale e cartaceo, tanto da richiedere una differenziazione anche nello stile. Nello spot che lancia il quotidiano rinnovato, Mauro parla di un giornale “più facile”, “più chiaro”, “più leggibile”. Quel che è certo: verranno ridotte le notizie basate sul cosiddetto “paniere comune” della giornata, che dunque saranno presenti solo nella versione online, mentre acquisteranno spessore i servizi speciali, le inchieste, i reportage, le grandi interviste, le analisi e i commenti. Non potendo insomma tenere il passo frenetico e incalzante della cronaca documentabile sul web, la “carta” compie un piccolo passo indietro, tornando ad essere uno spazio per l’approfondimento.
La nuova Repubblica sarà in edicola domani, 27 marzo.
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