Society | Liberazione

Libertà. Per tutti.

Il 25 aprile di Bolzano è stata una giornata lunga, iniziata con l’attentato al treno e poi proseguita con un connubio di lacrime e gioia.

Com’era ampiamente previsto il 25 aprile è stata una lunga giornata densa di momenti forti a Bolzano. L’alba è stata funestata dalla notizia dell’attentato incendiario al treno Freccia Argento per Roma, quello che tanti di noi prendono alle ore 7.11 per recarsi nella capitale. L’idea che quel treno ‘di tutti’ possa diventare uno strumento di morte, nonostante le motivazioni più che altro propagandistiche dell’attentato, senz’altro ha gettato un’ombra cupa sulla giornata. Ricordiamoci che il Freccia Argento sosta e parte ogni mattina dagli stessi binari sui quali stazionano i profughi che cercano di partire verso nord, la cui fuga cercano di impedire le forze dell’ordine come testimonia il video pubblicato nei giorni scorsi dal Corriere della Sera e realizzato dal giornalista Marco Angelucci del Corriere dell’Alto Adige. 

Ci ha pensato ieri il presidente della provincia Arno Kompatscher ha ricollegare l’evento di cronaca più tragico dei giorni scorsi, la strage dei profughi nel canale di Sicilia, con il 25 aprile inteso come giorno dedicato al desiderio di Libertà. “Dobbiamo difendere la libertà umana” ha detto ieri il presidente della provincia al muro del Lager di Bolzano, mentre il sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli e il presidente dell’Anpi Orfeo Donatini hanno messo in guarda dai pregiudizi e dal razzismo che caratterizzano il pensiero di larghe fasce di popolazione nella cui memoria evidentemente sono ormai sfumati se non svaniti i ricordi della massiccia emigrazione italiana del secolo scorso e di quello precedente, ed anche un quadro chiaro di quelli che furono i ruoli dei due schieramenti in cui si divisero gli italiani combattendosi tra il 1943 e il 1945

Il 25 aprile è stato celebrato attraverso diversi momenti ufficiali e grazie a due feste, il festival delle Resistenze in piazza Matteotti e Skateniamoci sui prati del Talvera. 
C’è stato anche l’atteso e temuto (dalle forze dell’ordine) corteo della sinistra, costituito soprattutto da giovani, che ha voluto mettere l’accento sulla radice comunista di gran parte del movimento della Resistenza. Il corteo è transitato in piazza Vittoria e per fortuna non c’è stato nessun problema con Casapound che, come sappiamo, ha aperto da poco una sede proprio nei pressi del monumento alla Vittoria. Va detto che Casapound nella giornata del 25 aprile ha scelto un profilo bassissimo (nessun post sulla sua pagina Facebook), così a prendersi la scena dei ‘contro’ è stato invece il militante di Forza Italia Alessandro Bertoldi che sui social network ha impazzato per tutto il giorno, arrivando in più occasione a sfiorare l’insulto nella sua denuncia di presunte strumentalizzazioni della celebrazione della Resistenza al nazifascismo. 

Vogliamo concludere questa breve sintesi di quanto avvenuto a Bolzano il 25 aprile 2015 con la segnalazione di un post giunto ieri nella nostra comunity di blogger scritto di suo pugno da Mimma Battisti, nipote di Cesare Battisti. 
Mimma Battisti riporta le parole di suo padre Gigino e di come venne a sapere della morte di Giannantonio Manci, suo amico fraterno. 
La nipote di Battisti ed ex assessore comunale di Bolzano coglie l’occasione per ricordare come i valori della Resistenza furono, anche e sorpattutto allora, condivisi da una grande parte della società civile, che si riconosceva in ideali differenti (“repubblicani, democristiani, comunisti, utopisti, tutti uniti dalla condivisione di valori alti, e dalla scelta di assumersi il rischio di lottare fino in fondo per essi”).
Mimma Battisti concludende il suo ricordo di Manci, a cui ieri è stata definitivamente e giustamente conferita la cittadinanza onoraria di Bolzano, con le ultime parole pronunciate dal martire della Resistenza durante gli interrogatori che fecero preludio alla sua morte. 

"Ora e sempre, internazionale futura umanità"

Come dire: libertà per tutti e sempre come un valore fondante.
Anche oggi. Con lo sguardo rivolto al mondo intero ed a coloro che fuggono dai totalitarimi del terzo millennio.