Passerelle e contestazioni
Mentre prosegue l’occupazione dell’Università di Sociologia da parte dell’Assemblea studentesca contro il Festival dell'economia di Trento, la premier Giorgia Meloni prende virtualmente parola dal palco del Teatro Sociale, circondato dalle Forze dell’ordine mentre era in corso un’altra protesta, questa volta da parte del Sindacato di base multicategoriale (Sbm) e della Confederazione Unitaria di Base (Cub). I manifestanti, qualche decina, hanno scandito diversi interventi al microfono contro le politiche di governo e, in particolar modo, l’aumento delle spese militari, promuovendo al contempo una raccolta firme per la proposta di referendum "l'Italia per la pace rifiuta la guerra".
“L’Italia che vorrei” è invece il titolo dell’incontro in cui Meloni, incalzata dalla giornalista Maria Latella (SkyTG24 e Radio 24), ha avuto modo di spaziare per i temi più vari, a partire dalla catastrofe climatica in Emilia Romagna, definito dalla premier un “evento eccezionale”. Proprio in questi giorni si è recata sul posto anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per assistere ai danni causati dall’alluvione che finora ha provocato 16 vittime, 23 mila sfollati e ingenti danni a edifici e terreni agricoli, con comuni tuttora isolati e senza elettricità: “È ancora impossibile quantificare i danni dell'alluvione. La visita di von der Leyen è stata preziosa. Attiveremo il fondo di solidarietà e coesione, ma ci saranno anche fondi del PNRR per quanto riguarda la messa in sicurezza del territorio”, ha detto la Premier.
Latella ha successivamente portato l’attenzione sulla politica internazionale. Minimizza, Meloni, lo scambio di battute delle ultime settimane con il presidente francese Emmanuel Macron: "Con Macron, come sempre, c’è stato un incontro basato sulla concretezza. Italia e Francia hanno rapporti secolari. Se poi diversi governi, di estrazione politica diversa dalla nostra, ci criticano, non vuol dire che andiamo male; vuol dire che andiamo bene. Con la Francia ci sono molti temi convergenti, a partire dalla gestione dei flussi migratori”,
Affrontato anche il Piano Mattei per l'Africa, ispirato al fondatore dell'Eni Enrico Mattei, che prevede l'impegno dell'Italia nello stringere una serie di accordi con i Paesi del continente africano, incentrati principalmente sull'energia. Un approccio “non predatorio”, ha assicurato Meloni, criticato da diversi osservatori a causa del suo retrogusto coloniale: “Se vogliamo trovare una soluzione strutturale per l'approvvigionamento energetico e le migrazioni non possiamo prescindere dal rapporto con l’Africa”, ha concluso Meloni.