“Si tratta di dignità”
Le forti piogge cadute nelle scorse ore in Alto Adige hanno procurato danni anche all’ex Alimarket, la struttura di via Gobetti a Bolzano che ospita attualmente 300 migranti. A denunciarlo, con tanto di video, è la consigliera comunale dei 5 stelle Maria Teresa Fortini che invoca la chiusura della struttura e sottolinea: “In una città civile non si ammassano 300 persone in un lager (preso in affitto, per decine di migliaia di euro, da un noto imprenditore locale), uno spazio sovraffollato, in pessime condizioni igieniche, non idoneo ad accogliere persone. Qui si tratta di dignità e di rispetto delle leggi”. E ancora: “L’accoglienza deve essere in tutti i Comuni, da subito!”.
Nel frattempo, nei giorni, scorsi sono arrivate le solite rassicurazioni di Luca Critelli, direttore della ripartizione politiche sociali della Provincia. In settimana, infatti, annuncia Critelli, aprirà la struttura di Laives e a seguire i centri di Lana, Silandro, Bressanone. Sono 800 i profughi che si trovano nel capoluogo. Numeri alti che sono dovuti, scrive la referente comunale per i richiedenti asilo e rifugiati Chiara Rabini (Verdi), a una “mancata volontà di programmazione anche per la nostra Città di un sistema ordinario, ordinato, diffuso e funzionante di centri minori che promuovano l’inclusione, che siano più umani e dignitosi e siano contemporaneamente di minor impatto sulla nostra città e per i nostri cittadini in termini di tensioni sociali e di fenomeni di intolleranza”.
La consigliera afferma di ricevere segnalazioni di mal funzionamenti o di condizioni non rispettose degli standard minimi all’interno dei Centri di accoglienza e riferendosi all’Alimarket ricorda che i problemi sono dovuti “al caldo, alla mancanza di finestre, alle condizioni igienico sanitarie, al sovraffollamento e ai continui arrivi, al cibo, alla mancanza di sicurezza e poco controllo, alle difficoltà di dormire, che rendono il clima all’interno sempre più insostenibile con possibili ricadute in termini di tensioni sociali come già spesso accaduto”. Rabini insiste quindi sulla necessità per il comune di Bolzano di allargare il sistema SPRAR, che al momento riguarda i minori stranieri non accompagnati, anche agli adulti, partendo dalle famiglie e i soggetti vulnerabili. “L’eventuale adesione del Comune allo SPRAR non comporterebbe alcun aumento del numero degli accolti che rimarrebbe sempre quello previsto dalla quota destinata alla Città di Bolzano, si tratta semplicemente di sperimentare un altro modello di accoglienza più ordinario (con fondi del Ministero degli Interni – di cui una quota fondi eu)”, così Rabini.