Environment | Idrogeno, quo vadis?

Idrogeno, fra verde, blu e molti dubbi

Diverse risposte in Consiglio Provinciale sull’idrogeno ma qual è la vera strategia H2? Fra costi, progetti da finanziare e altri punti da chiarire.
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Nel 2021 solo un terzo dell'idrogeno dei bus Sasa era "verde", due terzi erano "blu" e provenivano da fuori provincia.
Foto: Michele De Luca

Una serie di recenti riposte ad interrogazioni in Consiglio Provinciale (n. 2055/22 dei Freiheitlichen, 2048/22 dei Verdi, e 1985/21 del Team K) che, se non erro, non sono state riprese dai media locali, dà idea di come la “strategia dell’idrogeno” appaia tentennante, se non ferma nonostante molti proclami che, comunque, negli ultimi tempi sono ammutoliti parecchio.

Bisogna quindi fare una sorta di “assemblaggio” delle risposte alle interrogazioni che rivelano qualche dato di sicuro interesse.

Nel 2021 due terzi dell’idrogeno per i bus H2 di Sasa era “blu” e non “verde”

Sulla produzione di “idrogeno verde” si scopre che, se nel 2019 e nel 2020, la produzione fosse tutta "verde" fatta a Bolzano Sud  e destinata essenzialmente ai cinque bus del progetto Chic, di cui ora pare ne sia attivo solo uno mentre gli altri sono ormai fuori uso parrebbe per l’obsolescenza tecnica e usura della costosa cella di combustibile, nel 2021 si legge che solo il 37% era idrogeno “verde” (comunque prodotto sulla base di certificati verdi) e il 63% blu, ossia prodotto da una primaria azienda del Norditalia e quindi dal reforming del metano la cui CO2 viene “catturata” tramite il processo CCS. A cosa sia destinata questa CO2 non è dato di saperlo anche perché un paio di mie richieste a tale impresa sono rimaste, ad oggi, senza risposta. Comunque alla “non inaugurazione” del distributore H2 presso Sasa non mi ero accorto che erano stati coperti i loghi di questa società. Che questa rifornisca la stazione di Sasa l’ho visto di persona transitando in treno qualche settimana fa. Quale sia poi il bilancio ecologico di tale fornitura, con idrogeno trasportato per centinaia di km con una motrice diesel, lo lascio alle considerazioni di chi legge. Oggettivamente viene smentito quanto affermato dal presidente dell’IIT quando furono presentati i nuovi bus H2. In poche parole, se si compra idrogeno “blu”, meno costoso (8,34 euro kg contro i 13,7 della centrale IIT), si farebbe prima ad avere bus CNG e rifornirli direttamente con metano/biometano e il grado di efficienza sarebbe maggiore, per tacere dei costi assai minori.

Adesso solo H2 verde certificato?

Nella risposta all’interrogazione dei Verdi si afferma che “le nuove forniture conterranno solo idrogeno certificato verde”, ma non si dice da quando.

Stazione di produzione H2 di Bolzano Sud in ristrutturazione?

Vengono fornite delle risposte “gommose” sul perché dell’utilizzo di “idrogeno blu”, in quanto si parla di “Umstrukturierungsarbeiten” nella risposta 9 al Team K con delle “limitazioni” alla produzione di idrogeno. Quali siano stati questi lavori, con quali costi e se questi siano stati conclusi non è stato riferito. Di certo ciò viene evidenziato nei numeri forniti ai Freiheitlichen. Se nel 2018 furono prodotti complessivamente 27.500 kg di idrogeno, 27.478 kg nel 2019, e 17.597 nel 2020, sono stati solo 10.425 nel 2021. Qualcuno dei responsabili può informarci in merito o bisogna aspettare la prossima interrogazione in Consiglio Provinciale?

660 bus a idrogeno? Rimarranno un sogno

Sugli annunciati 660 bus a idrogeno c’è stata una non-risposta. Infatti, al punto 10 della risposta al Team K, praticamente non si risponde. Che fosse letteralmente una previsione campata per aria, lo si era già capito tanto che ad un incontro sulla sostenibilità a Vipiteno (quello che finora non è stato tenuto a Bolzano…) si è parlato di soli 70 bus… una bella differenza. La domanda sorge spontanea: ma chi aveva formulato il “masterplan idrogeno” con prospettive del tutto inattendibili?

La "realtà aumentata” sulla mobilità a idrogeno

Alla domanda 4 dell’interrogazione dei Freiheitlichen viene risposto che “circolano sempre più camion e auto a idrogeno”. Dovrei lasciare un ampio spazio bianco come continuazione perché piacerebbe sapere su quali dati si base tale molto ottimistica affermazione. Di camion a idrogeno praticamente non ne circolano. Forse solo qualche prototipo e sul futuro di questi mezzi i miei dubbi sono molti e non si sono diradati dalle mie considerazioni espresse a dicembre 2020, sulle auto forse una, due manciate non fosse altro che ci sono solo due stazioni pubbliche di rifornimento, quella di Bolzano e quella inaugurata di recente a Venezia e… null’altro. Impianti pensati solo per rifornire auto. Lo sviluppo della mobilità H2, se va bene, lo si vedrà fra qualche anno se ci saranno bus e camion che utilizzeranno l’idrogeno anche in motori termici e se arriveranno in Europa auto FCEV di produzione cinese (e non di serie limitate come quelle di produzione europea).

Altri siti di produzione di idrogeno e il progetto epocale H2 di Autobrennero

Alla risposta 3 dell’interrogazione dei Freiheitlichen viene risposto che ci sono “studi di fattibilità di produzione di idrogeno presso l’inceneritore di Bolzano e alla centrale idroelettrica di Cardano". Nulla di più. Sui distributori di idrogeno sull’Autobrennero si parla di “progetti” che, però, “non sono disponibili in forma definitiva”. In realtà di questi impianti di rifornimento H2 sulla A22 se ne parla ormai da più di un decennio, leggasi qui. Mai realizzato nulla, per inciso, anche perché le roboanti promesse di un decollo della mobilità H2 non si sono mai realizzate. Sembrano un’eterna promessa. Se pensiamo alla rete di distributori di metano approvata nel 2007 (dalla data del mio intervento linkato ne sono stati aperti altri tre, ma siamo ben lontani dalla realizzazione intera del piano) e tuttora non realizzata del tutto sulla A22, si fa veramente fatica a credere a questo progetto H2 in A22.

Bus a idrogeno e stazione di rifornimento a Merano, un altro sogno?

In un’altra interrogazione dei Verdi 1156/21, ormai di un anno fa, si parla della stazione di rifornimento H2 per bus a idrogeno Sasa a Merano. La situazione era solo allo studio di fattibilità e alla ricerca di un posto dove installare la stazione (auguri… a Merano…) che dovrebbe essere rifornita dal sito di produzione di Bolzano… Il tutto nell’ambito del progetto UE “Life IP” 2019-2027 si legge di un costo di 1,2 milioni di Euro per una stazione di rifornimento, è forse quella di Merano? (si trova nell’allegato alla risposta all'interrogazione 1389/21 del Team K del febbraio 2021).

Tre stazioni di produzione di idrogeno “verde” per il trasporto pubblico interurbano e camion appese al filo di eventuali fondi europei

Si legge, sempre dall’allegato citato, che c'è un progetto descritto come “Costruzione di 3 impianti di conversione energetica per la produzione di idrogeno verde in luoghi strategici dell'Alto Adige e di 3 stazioni di rifornimento, che possono essere utilizzate per rifornire autobus e camion urbani e interurbani e veicoli di trasporto di varie dimensioni. dimensione sulla base di veicoli da trasporto a celle a combustibile di varie dimensioni e la creazione della necessaria catena logistica. Allo stesso tempo, i primi veicoli pilota saranno acquistati e utilizzati in operazioni di prova, soprattutto nel settore del trasporto merci e sugli autobus interurbani.” Costo: la bellezza di 61,7 milioni di Euro (di cui 19 milioni sul bilancio 2022, altri 41,6 sul bilancio 2023), non finanziati, e in attesa di fondi del PNRR, altri 3,1 milioni per compensare i maggiori costi di produzione dell’idrogeno “verde”. Campa cavallo...

Solo fondi straordinari per l'idrogeno e la "decarbonizzazione"?

La domanda di fondo si impone: si parla tanto di idrogeno, di sostenibilità e di quant’altro ma si fa dipendere tutto da eventuali fondi straordinari una tantum? E mica detto che arriveranno… il quadro appare desolante perché appare chiaro che la “rivoluzione dell’idrogeno” è estremamente costosa e i fondi ordinari non ci sono.

Intanto, fra auto, camion e bus è tutto un andare a gasolio, oggi poi a caro prezzo per le note vicende. Le prospettive future? Il massimo dell'incertezza.