“Un modo per distrarre dai loro guai”
Esattamente una settimana fa, lunedì 19 giugno, il programma di approfondimento giornalistico Report trasmesso su Rai 3 dedicava un lungo servizio all’attuale ministra del Turismo, nonché senatrice nelle ultime due legislature, Daniela Santanchè. L’inchiesta, firmata da Giorgio Mottola, dimostrerebbe come negli anni la Ministra abbia mal gestito le sue aziende, accumulando debiti con i fornitori e violando la legge, almeno stando a quanto emerso dai collaboratori delle due aziende – Visibilia e Ki Group – finite già nel mirino per aver ricevuto 2,7 milioni di fondi pubblici stanziati per Covid-19. Il caso ha alimentato forti tensioni, mettendo in imbarazzo le forze politiche che sostengono il Governo e obbligando di fatto Santanchè ad assecondare la richiesta di riferire in Parlamento del suo operato.
Le posizioni assunte dalla Ministra nelle ultime ore, non riguardano tuttavia le accuse che le vengono mosse ma una polemica - montata ad arte - che vede suo malgrado coinvolto il Club Alpino Italiano e la presunta volontà di rimuovere le croci dalle vette della montagna. Croci che, nella maggior parte dei casi, vengono installate e mantenute dalla stessa associazione alpinistica. Non è bastato al CAI spiegare che si è trovato protagonista di un’autentica fake news e che nessuno aveva mai messo in discussione la presenza delle installazioni sulle vette. La polemica è stata ampliata dalle forze politiche che compongono la maggioranza, a partire dalla stessa Ministra del Turismo: “Resto basita dalla decisione del Cai di togliere le croci dalle vette delle montagne senza aver comunicato nulla al Ministero. Non avrei mai accettato una simile decisione che va contro i nostri principi, la nostra cultura, l'identità del territorio, il suo rispetto. Un territorio si tutela fin dalle sue identità e le identità delle nostre comunità è fatta di simboli che custodiscono nel tempo la storia e i valori. Invito il presidente del Cai a rivedere la sua decisione”, è lo statement di Daniela Santanchè.
Sulla stessa linea, Forza Italia, Lega, (con il ministro Matteo Salvini che dichiara “Dovete passare sul mio corpo per togliere anche solo un crocifisso da una vetta alpina") e gli altri esponenti di Fratelli d’Italia che parlano di proposta “insensata e inaccettabile”, un “atto di arroganza inutile e offensivo” espressione di un “ideologismo talebano”.
La polemica monta intanto anche a livello locale, a partire dagli attacchi di Alessandro Urzì. Il coordinatore regionale, nonché deputato di Fratelli d’Italia, si unisce al coro di chi sta chiedendo “la testa” di Marco Albino Ferrari, direttore editoriale de Lo Scarpone, rivista ufficiale del CAI, che ha incolpato Fratelli d'Italia di strumentalizzare l'accaduto. "La verità - scrive Urzì - è che di personaggi come lui che cercano di ideologizzare enti come il CAI ce ne sono purtroppo a bizzeffe. Ormai li riconosciamo subito, ma sono certo che il CAI mantenga la sua terzietà e continui ad agire seguendo lo scopo per cui è nato: tutelare e valorizzare l’alpinismo in tutte le sue forme”.
La cosa più interessante, però, non è tanto il mio pensiero, piuttosto come si è innescata questa valanga
Ferrari, dal canto suo, pubblica su Facebook l’ennesima smentita: “Prima che questa pagina venga investita dalla valanga di detriti più o meno appuntiti riguardo a presunte mie posizioni su “rimuovere le croci di vetta” (presunte, appunto, e non vere), vorrei subito dire come la penso. – è quanto scritto da Ferrari nel post –. La cosa più interessante, però, non è tanto il mio pensiero, piuttosto come si è innescata questa valanga che è arrivata fino al TG1 e che domani andrà su tutti i giornali. Farò in questa pagina la ricostruzione e sarà uno spasso, anche se un po’ amaro… Le croci di vetta rappresentano un elemento culturale delle nostre montagne che va preservato. Penso che il CAI debba, e lo fa, guardarle con rispetto e occuparsi della loro manutenzione (ripulendole dagli adesivi, restaurandole in caso di bruschi crolli, …). Certe montagne, senza le loro famose croci non sarebbero neppure lontanamente le stesse (anche se si tratta di pochi metri di ferro). Allora a presto, con una nuova saga de “Le croci di vetta” 2!
Parole riprese anche da Carlo Alberto Zanella, presidente del CAI Alto Adige. “La polemica è partita da un incontro che si è svolto sugli Appennini – spiega Zanella a salto.bz –. Si è discusso sì di croci in montagna, ma non di quelle che ci immaginiamo di solito. Sono le nuove e problematiche installazioni che io mi rifiuto di chiamare croci, perchè non sono altro che dei luna park fluorescenti che servono ad aumentare l’attrattività turistica di massa. Fratelli D’Italia e gli altri partiti di governo ne hanno approfittato per montare la polemica. Se fossero davvero interessati alla montagna, dovrebbero cominciare ad occuparsi di cose reali – incalza il Presidente – non di finte polemiche che servono solo a distrarre le persone dai guai che hanno in maggioranza, a partire da quelli di Santanchè e Salvini, che entrambi assecondano in Veneto la linea di Zaia e la distruzione di Cortina per le Olimpiadi. Lo stesso Urzì – aggiunge Zanella – strumentalizzava la montagna per i cartelli bilingue. Ora che Fratelli D’Italia aspetta di entrare in maggioranza con la SVP alle prossime provinciali, non sentiamo più dire nulla. Sui problemi reali di devastazione dei territori non sentiamo nulla. Il CAI – conclude Zanella – continuerà come sempre a volere le croci sulle vette, a curarle e a incazzarsi quando qualcuno le deturpa con atti di vandalismo. Non saremo certo noi a toglierle”.
Sullo stesso tema „Gipfel
Sullo stesso tema „Gipfel Zeichen“ l'AVS ha approfondito il tema sulla propria rivista „Bergeerleben“, toccando tutti i punti di vista, ne consigliola lettura: https://alpenverein.it/avs-magazin/bergeerleben-maerz-2023/
Die unchristlichsten
Die unchristlichsten Politiker regen sich am meisten auf.
Sulle cime delle montagne ci
Sulle cime delle montagne ci sono sempre varie polemiche, dai saluti che ci si scambia alle associazioni come l’associazione Mountain Wilderness che da qualche anno in qua non vogliono né croci né lapidi. Forse i nostri politici non colgono che sarebbe il caso in generale di parlare di un'etica delle montagne o di regole comuni piuttosto che indignarsi senza un vero motivo.
Die Polemik ist wohl
Die Polemik ist wohl hauptsächlich durch Politiker entstanden, die womöglich selber noch nie einen Fuß auf einen Gipfel gesetzt haben... und ohne den wirklichen Wortlaut der Aussage zu kennen...
Jedes Mittel ist recht, um
Jedes Mittel ist recht, um vom eigenen, gelinde gesagt, "Unvermögen" abzulenken.
In reply to Jedes Mittel ist recht, um by Dietmar Nußbaumer
Es spielen so viele mit, die
Es spielen so viele mit, die christlichen Zeitungen agitieren gerne.
https://www.stol.it/artikel/politik/achammer-zu-gipfelkreuzdebatte-absu…
Die ganze Diskussion ist
Die ganze Diskussion ist reiner Schwachsinn! Zumindest in Südtirol gibt es schon lange keinen Gipfel mehr auf dem kein Kreuz stehen würde. Somit bleibt hier alles beim Alten und das ist irgendwie auch gut so. Mehr Gipfelkreuze brauchen wir nicht und abgetragen wird wohl auch keins. Somit erübrigt sich jede Diskussion.
Und BRAVO Carlo Alberto Zanella!