Benvenuti a Bolzano!
Nel resto d’Italia, durante il mese di agosto, le aule e i corridoi delle facoltà universitarie sono spesso desolati. Non è il caso della Libera Università di Bolzano che, ha avviato i corsi di lingua per gli studenti (quelli già iscritti) e per i futuri studenti (che a settembre inizieranno la loro carriera universitaria altoatesina). Sono 180 gli iscritti ai corsi di italiano, tedesco e inglese che servono per far raggiungere agli studenti un livello di comprensione sufficiente per seguire i corsi trilingui dell’ateneo. Per alcuni, soprattutto italiani, lo scoglio è il tedesco. Per chi viene dalla Germania, da altri Paesi europei o dal resto del mondo, è invece l’italiano. Ma è anche l’interesse per la nostra lingua e la nostra cultura e in particolare per la particolare collocazione geografica dell’Alto Adige, luogo di incrocio e di contaminazione tra lingue e culture diverse, ad aver attratto nella nostra provincia studenti che vengono da molto lontano come Tayla Sheldrake e Thomas Wolkenstein.
Con l’iscrizione alla Libera Università di Bolzano, Tayla Sheldrake, 19 anni, corona il sogno degli ultimi anni, passati a prepararsi nella scuola tedesca della sua città: studiare in Europa. Nata e cresciuta a Johannesburg da padre sudafricano e madre tedesca (originaria di Costanza), Tayla è perfettamente trilingue (inglese, afrikaans e tedesco) ma sta già apprendendo le prime espressioni in italiano. Ha deciso di studiare economia in Alto Adige perché una sua amica aveva fatto la sua stessa scelta lo scorso anno. “Ho rinunciato ad iscrivermi in Olanda, dove ero stata ammessa, anche perché, nei mesi scorsi, sono stata molto seguita dal personale dell’università di Bolzano”, sottolinea Tayla. È il servizio Orientamento che gestisce l’arrivo dei futuri studenti, oltre a indirizzare e a informare chi, dopo le superiori, deve decidere su quale facoltà e su quale ateneo investire per il proprio futuro professionale.
Quest’anno, sono 55 i futuri studenti arrivati in città da fuori per prepararsi alla partenza dell’università. Sono alloggiati tutti al Rainerum per ragioni pratiche – vicinanza all’università – ma anche per permettere a chi è nuovo di conoscere i suoi futuri compagni di corso e stringere amicizia. L’unibz però non li lascia soli nemmeno nel tempo non occupato dalle lezioni. Per facilitare la loro integrazione nel contesto locale e in quello universitario, Rossella Rinaldi, collaboratrice del servizio Orientamento, ha curato nei minimi dettagli anche un programma culturale: “In collaborazione con l’associazione Sh.asus, li accompagniamo anche il pomeriggio e la sera, alla scoperta della storia, della gente e dei divertimenti di Bolzano e dintorni, per fare sì che riescano a sentirsi subito a casa loro”, spiega Rinaldi.
Un impegno non da poco se si pensa che, se si escludono gli altoatesini - dal resto d’Italia ne sono arrivati 33, dalla Germania e Austria 9, e 13 da altre nazioni come l’Iran, gli USA, la Russia o la Lituania. Un piccolo pezzo di mondo che, una volta laureato, tornerà nel mondo per ricoprire posizioni di rilievo in qualità di manager, imprenditori o ricercatori. Forse – si spera – alcuni di loro decideranno però di rimanere qui, almeno per un po’, per contribuire all’economia e alla società altoatesina. Ci sta pensando Thomas Wolkenstein, 19 anni, cittadino globale che più globale non si può: nato a New York, vissuto nel New Jersey, Thomas discende dall’antica famiglia sudtirolese dei Wolkenstein, ha passato quasi ogni estate della sua vita nella dimora dei suoi parenti a Rodengo, e ha tre passaporti, statunitense, inglese ed australiano. “Ho sempre amato l’Europa ed era chiaro che avrei studiato economia qui e non in USA. Ho scartato Innsbruck perché imparare a muoversi in un contesto internazionale dominando tre lingue, colloca Bolzano un gradino sopra alle altre università”, ammette Thomas che, al momento, vuole dedicarsi il più possibile all’apprendimento dell’italiano. “La lingua mi piace e, dato che in futuro potrei vivere e lavorare qui, voglio impararla il prima possibile”, sottolinea il ragazzo che, ridendo, aggiunge, “poi mi serve anche per ragioni pratiche: il prima possibile voglio trovare una squadra di soccer, ehm… come dite voi? Di calcio!”.
Cp