Society | Osservatorio epidemiologico

Immigrati altoatesini: più sani degli autoctoni

Lo afferma il Rapporto sulla salute della popolazione immigrata stilato dalla provincia. Rispetto alla popolazione autoctona quella straniera incide meno sulla spesa sanitaria.

Recentemente molti esponenti politici e candidati alle elezioni provinciali hanno denunciato il fatto che molti stranieri si trasferirebbero nella provincia di Bolzano per lucrare sul suo stato sociale. Il 10 settembre in particolare l'esponente di Fratelli d'Italia Giorgio Holzmann con un intervento sul quotidiano Alto Adige ha parlato nello specifico di moltissimi stranieri che otterrebbero sostegno economico per il fatto che soffrono di patologie, nello specifico psichiatriche
Abbiamo allora pensato di andare a spulciare il Rapporto sulla salute della popolazione immigrata (anni 2007-2011), realizzato dall'Osservatorio Epidemiologico della provincia di Bolzano e curato nello specifico dall'esperto Antonio Fanolla. La ricerca - nata da un progetto di Agenas, l'agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali - si è proprio interrogata in merito all'impatto che ha l'immigrazione straniera sulla spesa sanitaria

Come prima cosa siamo andati a vedere qual è l'incidenza delle psicosi nella popolazione immigrata. Ebbene: queste patologie sono molto più frequenti tra gli autoctoni, con un'incidenza di 11 ogni 1000 abitanti rispetto alle 5 degli stranieri. 

Abbiamo poi cercato nello studio delle risposte in merito alle differenze esistenti tra popolazione autoctona e popolazione immigrata in merito all'erogazione dell'assistenza, all'accesso ai servizi e alle spese sostenute
Ci è subito risultato evidente che le due popolazioni sono molto differenti
Innanzitutto per l'età: quella autoctona è vecchia, quella immigrata invece è giovane. E già questo caratterizza in maniera molto precisa le problematiche della salute. 
La popolazione straniera inoltre ha un altissimo tasso di fecondità, rispetto a quella "locale".  
Una terza differenza sostanziale sta poi nel fatto che la popolazione straniera quando invecchia o vede aggravarsi le proprie condizioni di salute storicamente tende a rientrare nel paese d'origine, seguendo una prassi che nella letteratura scientifica è denominata "effetto salmone". 

Quali sono le conseguenze di queste sostanziali differenze?
Il primo aspetto da evidenziare è il fatto che la popolazione locale produce molta spesa sanitaria soprattutto in seguito a malattie croniche: più si invecchia e più si è affetti da malattie abbastanza gravi che incidono pesantemente sull'assistenza. 
La popolazione immigrata invece incide molto per quanto riguarda l'accesso ospedaliero nella fascia d'età legata alla riproduzione, soprattutto per le donne. Fanno molti figli, entrano spesso in ospedale ed hanno un maggior accesso alle cure specialistiche legate alla gravidanza. 
Conseguenza della della fecondità degli stranieri è la presenza di molti bambini stranieri, che però spesso vivono in condizioni più disagiate rispetto agli autoctoni. Vi è dunque una maggiore incidenza tra loro, ad esempio, di patologie respiratorie ed anemie
Recentemente si è detto a più riprese che gli stranieri accederebbero molto (troppo?) al Pronto Soccorso degli ospedali. Ebbene: dallo studio dell'Osservatorio Epidemiologico della provincia si evince che ciò è vero, ma che gli stranieri si recano al pronto soccorso per patologie meno specifiche, ricevono meno prestazioni e la maggior parte di queste sono meno onerose. Spesso gli stranieri si recano al Pronto Soccorso perché conoscono meno bene il funzionamento del servizio sanitario e molti di loro non hanno il medico di base, per cui loro vedono l'ospedale come accesso diretto alla prestazione sanitaria. 
Un altro dato: gli immigrati spesso arrivano in ospedale in seguito ad eventi traumatici legati alle attività lavorative. E questo dato sarebbe dunque in contrasto anche con l'idea che la maggior parte dei "tanti" stranieri assistiti non lavorano. 
Infine un altro tema scottante: le malattie infettive. Lo studio della provincia ci dice che gli immigrati sono vaccinati e quindi immuni, anche se più soggetti rispetto agli autoctoni a malattie come la tbc, a causa di un sistema immunitario spesso indebolito. Sono invece frequenti le malattie sessuali legate alla pratica della prostituzione