Sheraton: riprende la vita notturna dopo lo Stop der Gewalt

Sono passati 3 mesi e mezzo dai fatti dell'8 giugno e dallo Stop der Gewalt e la vita notturna può riprendere allo Sheraton di Bolzano. Indispensabile è stata una buona dose di coraggio condivisa dai gestori dell'albergo, supportati dalle forze dell'ordinne, e dagli organizzatori degli eventi. Il bolzanino Vanja Zappetti, organizzatore di eventi e titolare dell'agenzia Unclevanja, è stato più volte parte integrante delle feste allo Sheraton in qualità di dj. Lo abbiamo incontrato e gli abbiamo chiesto che aria tira.
Zappetti, le feste allo Sheraton da chi sono organizzate?
Le feste allo Sheraton fanno parte di una vera e propria rassegna, che da 2 anni a questa parte si basa sulla collaborazione tra il collettivo wupwup e l'albergo. Wupwup è un collettivo di ragazzi che tra Bolzano, Merano e Bressanone organizzano più di una volta all'anno eventi, anche di grandi dimensioni. Tra le location interessate ci sono state e ci sono Halle 28, ma anche Fortezza e lo Sheraton appunto. Si tratta sempre di eventi che vedono protagonisti dj e musica elettronica, mai musica dal vivo.
Per poter riprendere gli eventi gli organizzatori hanno preso delle contromisure?
Sì, naturalmente. In ogni caso sono contento che riprendano le attività in quella struttura. Sono state sospese in seguito a colpe non loro, perché tutto quello che era possibile fare a livello di sicurezza era stato fatto. Se 4 persone ubriache si mettono a seminare il panico all'interno di un evento pubblico è molto difficile fermarle. Lì erano organizzati e sono quindi intervenuti in 25 secondi. Quindi ci si è ritrovati nella migliore delle ipotesi: in un altro posto magari ne sarebbero passati 5 di minuti. Per due anni allo Sheraton sono arrivate persone da tutta la provincia per trascorrere del tempo insieme; italiani, tedeschi, giovani, meno giovani, con le scarpe più o meno buone. E sono arrivate in massa in zona industriale, dopo che a più riprese si era detto che in quella zona era difficile organizzare degli eventi.
Di chi è la colpa di quanto è successo successo in giugno?
Di nessuno. I buttafuori sono intervenuti, d'altronde però sappiamo che per legge non possono toccare nessuno e quindi sono più a rischio degli altri. Sanno come comportarsi, hanno fatto un corso, hanno un patentino. Hanno bloccato la situazione che era sorta isolando quelle persone.
Della campagna Stop der Gewalt del quotidiano Dolomiten cosa ne pensa?
Ha spostato l'obiettivo. Lo ha spostato dal contenimento del violento in quanto tale all'identificazione del "pericolo albanese". Comprendo la rabbia che può avere una persona coinvolta personalmente, però in questo caso si è ampiamente superato il confine della neutralità e dell'obiettività che deve essere parte integrante dell'etica giornalistica.
Lei frequenta la vita notturna da molti anni ed ha visitato numerose città europee. È vero che recentemente si è registrato un oggettivo aumento di violenza?
Sono fatti episodici e non credo che stia accadendo più di quanto sia accaduto in passato. Sono fenomeni che vanno gestiti, perché costituiscono una zona ombra in questo ambiente. Ma vanno gestiti in termine di ordine pubblico, né più o né meno come vanno gestiti i pirati della strada o altri comportamenti negativi. D'altronde se si riescono a gestire stadi di calcio con 35mila persone...
Lei in giugno partecipò all'incontro degli organizzatori di eventi con il commissario del governo. Secondo lei le forze dell'ordine hanno gli strumenti per gestire queste situazioni?
Sono stati ipotizzati diversi interventi. Uno dei più intelligenti per me è l'idea di promuovere la presenza di coppie di poliziotti a piedi che possano frequentare le aree circostanti i locali in maniera tale da conoscere e farsi conoscere da chi frequenta quegli ambienti. A Londra questo sistema funziona, secondo me funzionerebbe bene anche a Bolzano.
E' anche da dire che gli eventi in cui l'ingresso è a pagamento tendono normalmente a scoraggiare i comportamenti scomposti.