Society | Spending review

"Chirurgia a Bolzano è già accorpata da 5 anni"

Il primario di Bolzano Federico Martin risponde alle critiche lanciate su Salto da Albert Wurzer: “l’ospedale di Bolzano non è un esempio di sprechi”.

Sono giorni intensi, questi, per la sanità altoatesina. Stanno infatti venendo al pettine i nodi di una razionalizzazione più volte annunciata ma alla quale la politica finora non aveva messo le mani, per paura di scottarsele.
Invece pare che ci siamo. Dopo un lavoro preparatorio di circa 5 mesi l’assessora Martha Stocker ieri ha annunciato intanto al suo partito (Svp) le linee guida di un riforma che, come ampiamente previsto, andrà a ridimensionare non solo gli ospedali periferici ma anche una serie di servizi dell’ospedale di Bolzano. 

Ieri su Salto l’Obmann Svp della Pusteria Albert Wurzer aveva espresso le preoccupazioni dei cittadini di fronte ad un processo che rischia di mettere in discussione una serie di servizi e di abitudini acquisite da anni. Lanciando anche una stoccata all’ospedale di Bolzano, reo di aver ancora doppi reparti (chirurgia) ed essere un esempio di spreco per quanto riguarda la sanità altoatesina. Come dire: prima di mettere in difficoltà i servizi in periferia agiamo su quello che non funziona nel centro del sistema. 
Abbiamo quindi pensato di girare la critica di Wurzer al diretto interessato e cioè al primario di Chirurgia all’ospedale di Bolzano, il dottor Federico Martin

Dottor Martin, nelle ultime ore si è puntato il dito sul doppio reparto di chirurgia al San Maurizio e si è indicato l’ospedale di Bolzano come un esempio di sprechi. Le risulta?
Federico Martin - Ho letto quanto ha dichiarato Wurzer, ma da quello quello che ha detto deduco che che non sappia di cosa parla. Se uno dopo 5 anni dice ancora che ci sono due chirurgie a Bolzano vuol dire che gli manca qualche informazione. Per quanto riguarda gli sprechi dell’ospedale di Bolzano la cosa mi sembra piuttosto esagerata poi. L’ospedale di Bolzano ha gli stessi problemi che hanno gli ospedali non sono di tutta Italia, ma anche della Germania e dell’Austria. 

Cosa ne pensa della proposta di riforma presentata dall’assessora provinciale Martha Stocker?
Innanzitutto va detto che un riforma di questa portata va realizzata in tempi non brevi. Ci vogliono anni e devono essere evitati gli interventi traumatici, pur tenendo conto che ci sono esigenze impellenti di tipo economico. Comunque mi sembra che non siano ancora state prese delle decisioni, aspettiamo di vedere nero su bianco quali sono le proposte concrete.

Il ridimensionamento degli ospedali periferici secondo lei è irrinunciabile?
Gli ospedali periferici hanno un’importanza strategica fondamentale. Se l’intenzione è quella di chiudere reparti, io credo che questo non possa portare un’enorme risparmio. Mentre riconvertire il ricovero con pernottamento, puntando invece ad esempio sulla chirurgia ambulatoriale potrà sicuramente portare a vantaggi economici. Poi che questo sia la periferia estrema o invece  l’ospedale di Bolzano a passare delle competenze dal regime di ricovero a quello di assistenza diurna è un altro discorso. 

Una serie di misure sono previste, infatti, anche per l’ospedale di Bolzano.
Anche nell’ospedale di Bolzano occorre senz’altro intervenire, per non parlare della questione del Pronto Soccorso che è un problema in sé per il quale occorrerà prima possibile trovare una soluzione.

L’assessora Stocker in maggio ha messo in piedi 4 gruppi di lavoro per preparare la riforma. Finora hanno lavorato bene?
Sì, perché i gruppi di lavoro sono attivi su proposte che partono da chi lavora sul campo. Sulla sanità è giusto che ci sia un indirizzo politico, ma poi bisogna entrare nel concreto e lì i professionisti devono dare voce alle esigenze reali. 

Anche in amministrazione esistono delle sacche di spreco?
Ci sono senz’altro. Si tratta di spese importanti, ma sono comunque ridotte rispetto ad esempio al mantenimento di certe strutture. Non è nell’amministrazione dunque che si può risparmiare una grande quantità di soldi. 

Si è parlato anche di un’eventuale rotazione dei direttori dei comprensori, per impedire che quelli attuali si concentrino solo sulla gestione del proprio orticello. 
Non penso sia questo il problema. Inoltre è anche da considerare il fatto che se arrivasse un nuovo direttore a Bolzano, ci metterebbe almeno 1 anno prima di capirci qualcosa. Sono perplesso in merito. 

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