Society | Vandalismo

Cos'hanno in comune graffiti e microcriminalità?

Secondo Klaus Ladinser chi imbratta i muri è un potenziale delinquente. “Guardatevi intorno, Bolzano non è più la stessa”.

Dipingere dove non posso è meglio del sesso”. Lo ha detto Banksy “il terrorista dell’arte”, come è stato spesso definito, ma potrebbe essere il motto di qualsiasi writer o imbrattamuri, da sempre espressioni di una cultura suburbana giovanile mal tollerata. Il graffitismo, nato a New York più di 30 anni fa, è un fenomeno globale strutturato sulla fama e sul riconoscimento sociale. C’è la Guerilla art – come quella di Banksy, appunto – con le sue velleità anticapitalistiche, c’era l’immaginario essenziale di Keith Haring e quello aggressivo/allusivo di Jean-Michel Basquiat e c’è, a onor del vero, chi, per seguire le proprie pulsioni individuali, battezza ogni superficie verticale che gli capita a tiro con un profluvio di scritte e tag rubricabili automaticamente sotto la voce vandalismo.

Che Klaus Ladinser abbia compreso fino in fondo questa sostanziale differenza d’intenti? Un ragionevole dubbio trova una sua collocazione nel ragionamento. “Guardatevi intorno – chiosa il vicesindaco SVP sull’Alto Adige -, non è più la Bolzano che ricordo. Muri imbrattati, mendicanti aggressivi che ti tocca allungare di parecchio il passo. E vedo anche gente che butta carte per strada. Si comincia così e poi... Questa era una città giardino. Adesso se uno si mette a sporcare il muro di casa mia o intervengo io oppure nessuno me lo pulisce. E soprattutto nessuno persegue chi lo fa. Ecco il punto. Se un piccolo vandalo vede che molto è consentito, un vandalo più accanito immagina che tutto lo sia”.

Sicché sporcare i muri sarebbe il primo passo verso una carriera criminale annunciata (al corso propedeutico, invece, si lanciano cartacce a terra). E l’ondata di violenza riscontrata negli ultimi giorni – per adeguarci a questa semplificazione strategica-, sarebbe direttamente proporzionale al numero di bombolette spray nascoste negli zainetti.  Qualcosa non torna. Forse l’equilibrio della plausibilità e l’immunità al pregiudizio.

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Andrea Terrigno Fri, 09/26/2014 - 08:46

Ma cosa ci si può attendere da un integrato del genere?
Quando s'è incapaci di affrontare i problemi veri in modo serio ed efficace, si punta il dito contro cavolate del genere. Populismo da quattro soldi.

Fri, 09/26/2014 - 08:46 Permalink