#adOttobresiècambiato
Fino al 21 ottobre lo “schema politico” trentino era simile a quello di altri Paesi europei: elettori socialdemocratici nelle città, popolari ed autonomisti nelle valli. Due forze autonomiste di colore diverso, come Patt e Lega, si spartivano assieme circa un terzo del consiglio e ogni 5 anni c’era un “travaso” di voti dall’uno all’altra in base ai venti politici del momento.
Lunedì pomeriggio è partita la nuova fase, con la Lega alla guida (nella sua versione più “pop”) e l’altro terzo della maggioranza con persone provenienti più che altro dall’area popolare. In un breve viaggio cerchiamo di conoscere i nuovi consiglieri provinciali.
MAGGIORANZA
LEGA
Maurizio Fugatti, 46 anni, abita a Borghetto di Avio, a poca distanza dal confine meridionale del Tirolo storico. Dall’inizio degli anni Duemila ha alternato la presenza in Consiglio provinciale a quella alla Camera, arrivando nel Governo come Sottosegretario del Ministero della Salute. Ha vinto queste elezioni approfittando del vento a favore, grazie alla presenza sul territorio (quasi 13mila km percorsi in auto durante la campagna elettorale) e grazie ad uno stile non così aggressivo e graffiante come quello del leader Salvini.
Mirko Bisesti, 29 anni di Aldeno, è diventato recentemente segretario della Lega in Trentino. Si è formato a Bruxelles, dove è stato assistente parlamentare dal 2009 fino al 2017. Figlio “d’arte” (la mamma Bruna Giuliani è commissaria leghista per la città di Trento), potrebbe diventare assessore, ma ha anche offerte (declinata) per andare a Roma subentrando nel Collegio uninominale della Valsugana vinto da Fugatti o tornare a Bruxelles e Strasburgo come europarlamentare dopo il 26 maggio 2019.
Il secondo in termini di preferenze del Carroccio è stato Roberto Failoni, albergatore di Pinzolo che ha ospitato nelle ultimi estati Matteo Salvini nelle sue vacanze in val Rendena. Notevoli le sue 2336 preferenze per un candidato che al di fuori della propria valle non era conosciutissimo.
Premiata la costanza di Roberto Paccher, 53 anni, assicuratore di Novaledo (Valsugana) e segretario organizzativo della Lega. In altre elezioni c’è andato molto vicino e stavolta con 2312 preferenze potrebbe anche lui ambire ad un posto come assessore. Metà della giunta (3 assessori più il presidente) saranno leghisti, mentre per l’altra metà dei posti (3 assessori “politici” più un tecnico) si dovrà fare gioco ad incastri con le altre forze politiche.
Non si sa se rimarranno a Montecitorio o decideranno di tornare a casa le tre deputate: Stefania Segnana, Giulia Zanotelli e Vanessa Cattoi. Segnana, 43 anni di Borgo Valsugana, potrebbe essere la più “papabile” come assessora, anche perché è stata eletta nelle liste proporzionali della Camera (a Roma le subentrerebbe Tiziana Piccolo, consigliera comunale a Ora) e con maggiore conoscenza del Consiglio provinciale visto il suo lavoro per molti anni come collaboratrice del gruppo consiliare leghista. Zanotelli è stata eletta nel collegio di Trento e Valli del Noce, Cattoi in quello di Rovereto e Vallagarina, quindi se rimanessero in Consiglio sarebbero necessarie elezioni suppletive. A favore di vedere Zanotelli e/o Cattoi assessore gioca il fatto che non ci sono donne elette nelle altre forze di maggioranza.
Nel caso le deputate rimanessero a Roma sono pronti a subentrare Gianluca Cavada e Bruna Dalpalù della Val di Fiemme e la consigliera circoscrizionale di Trento Cristina Linardi.
Ma i consiglieri leghisti non sono ancora finiti, le proporzioni sono simili all’”ondata” della Margherita di Lorenzo Dellai nel 1998. Le provinciali 2018 sono state le prime con la doppia preferenza di genere, che ha fatto sì che si presentassero dei “tandem” di candidati: una preferenza ad un uomo, una ad una donna.
Devid Moranduzzo è un simbolo della Lega movimentista dell’ultimo decennio. Alla parola Lega infatti si associa la parola “gazebo” e Devid, 34 anni, è un ambulante originario del Tesino che gira per i mercati della provincia, quindi a stretto contatto con la quotidianità delle persone. E si è fatto il “cursus honorum” dalla circoscrizione di Gardolo a Palazzo Geremia, sede del Consiglio comunale di Trento, fino al palazzo di Piazza Dante dove ha sede il Consiglio provinciale. La sua “partner elettorale” è stata appunto Katia Rossato, imprenditrice.
Ne mancano ancora 5. Dalla presidenza del Consiglio comunale di Rovereto trasloca al Consiglio provinciale di Trento Mara Dalzocchio, anche lei come Paccher da anni in lizza per un posto in Consiglio. Quindi altro albergatore, 46 anni, di Dimaro in val di Sole, Ivano Job, che a L’Adige ha dichiarato anche di voler diplomarsi in ragioneria durante la prossima legislatura.
Nella squadra leghista altri due trentenni, bancari, valligiani. Denis Paoli di Mezzocorona, che nel 2008 volantinava assieme a Bisesti con i giovani padani nelle scuole di Trento. E Alessia Ambrosi, della Valle dei Laghi, che ha alle spalle anche una partecipazione a Miss Italia.
Ultimo degli eletti, leghista della prima ora e rappresentante di quella Lega un po’ folkloristica che ha attraversato gli anni ‘90 e 2000, Alessandro Savoi di Cembra, che si è fatto la legislatura 2008-2013 e l’ultimo pezzo della 13-18 come consigliere. Savoi si è recentemente dimesso (dimissioni poi ritirate) da presidente della Lega trentina per disaccordi sulla gestione politica nel capoluogo. Anche nella legislatura 8-13 la Lega aveva fatto il pieno di consiglieri, ma l’esperienza si concluse con un’atomizzazione del gruppo: ne uscì l’agricoltore noneso Luca Paternoster, Franca Penasa transitò dagli alfaniani per ricandidarsi con Autonomisti Popolari nelle ultime elezioni, Claudio Civettini passò da Civica Trentina fino a ripresentarsi il 21 ottobre con Autonomia Dinamica, Giuseppe Filippin provò con Moderati in Rivoluzione, Mario Casna è passato poi attraverso Patt e Civica Trentina.
Un interrogativo quindi potrebbe essere questo: il Patt dal 2008 al 2013 raddoppiò i consensi e come effetto collaterale ebbe aumento delle litigiosità interne. La Lega dal 2013 al 2018 è passata dal 6% al 27%: riusciranno tutti a rimanere assieme senza mal di pancia e frizioni eccessive?
CIVICA TRENTINA
Secondo posto fra le liste del centrodestra va alla Civica Trentina, che ha raggruppato alcuni amministratori del territorio. Prima delle elezioni sembrava che la Civica potesse andare con il “polo delle civiche” capitanato dall’ex assessore Carlo Daldoss, ma alla fine la formazione fondata da Rodolfo Borga è andata là dove si collocano anche ideologicamente i “big” della lista.
A Civica Trentina spetterà sicuramente un assessore e quindi anche la vicepresidenza della Provincia.
Il più votato è stato Mattia Gottardi, 38 anni, avvocato sindaco di Tione. Gottardi era nell’entourage del senatore di Alleanza Nazionale Cristano De Eccher, poi per un periodo sembrava avvicinarsi al Patt, quindi attraverso le civiche è tornato nei ranghi. La sua vicenda politica comunque mostra come questa fase ideologica sia molto fluida, con dei confini al centro molto labili. Rodolfo Borga, ex sindaco di Mezzolombardo, avvocato, passato per Forza Italia e Pdl prima di arrivare alla fondazione di Civica Trentina, è il secondo consigliere di Civica Trentina.
PROGETTO TRENTINO
Terza forza di maggioranza è Pt, che è un po’ una (U)pt. Una costola di Unione per il Trentino, formatasi attorno all’ex assessore Silvano Grisenti. Da Upt a Pt è passato un mese prima delle elezioni Mario Tonina, con ben 2496 preferenze. Mario Tonina è un pragmatico del mondo agricolo, proveniente dalle Giudicarie. Uno “da Bauernbund”, si potrebbe dire in Sudtirolo. Tonina è stato direttore della Federazione allevatori ed è molto vicino alla Cooperazione trentina, uno dei grandi poteri della Provincia. Il suo passaggio da sinistra a destra è stato il segno che la Cooperazione ha voluto mettere un piede di là, per continuare ad avere voce in capitolo. Tonina sarebbe quindi tagliato per essere assessore all’agricoltura, ma il suo passaggio repentino non è piaciuto a tutti nella nuova coalizione di centrodestra.
AUTONOMISTI POPOLARI
Torna in Consiglio Walter Kaswalder, ex sindaco di Vigolo Vattaro e soprattutto grande ex del Partito autonomista trentino tirolese. Nel programma di Autonomisti Popolari si parla spesso di Regione ed Euregio e Kaswalder potrebbe tornare lì, dove si è incrinato il rapporto con le stelle alpine, alla Presidenza del Consiglio Regionale. Anche se un assessorato avrebbe un peso di certo diverso…
FORZA ITALIA
La sfida, anche a Trento, è quella di non litigare con Michaela Biancofiore. L’ultimo che ha litigato con la pasionaria bolzanina è stato il grande giocatore di poker della politica trentina, Giacomo Bezzi. L’ex deputato solandro aveva tenuto a galla in regione i berlusconiani nell’ultima legislatura, poi ha deciso di provare corsa solitaria con una lista del presidente “armata” del simbolo dello scudo crociato dell’Udc. Stavolta Bezzi ha fatto male i conti ed è rimasto fuori per 10 voti.
Magari ha portato bene a Forza Italia la visita di Silvio Berlusconi al Grand Hotel di Trento. Berlusconi non aveva mai fatto visite di natura politica in Trentino, probabilmente perché uno come lui non se la sente di andare dove si perde.
Alla fine della saga comunque Forza Italia ha un suo consigliere, Giorgio Leonardi, biondissimo gioielliere di Rovereto che in consiglio per gli azzurri era già stato dal 2008 al 2013. Leonardi nell’immaginario trentino rimane protagonista di un fatto di cronaca degli anni ‘90: la denuncia di furto di orologi da parte dell’allora potentissimo assessore autonomista Franco Tretter.
Non si sa se Forza Italia riceverà un assessorato o manderà un altro deputato a Roma dal Collegio del Trentino orientale.
AGIRE E FASSA
La maggioranza si chiude con Claudio Cia, l’ex frate francescano di Borgo Valsugana che per pochi voti è riuscito a tornare a garantirsi il seggio in consiglio. Per la prima volta anche alla provinciali i fassani svoltano a destra (dopo aver mandato a Trento consiglieri nel centrosinistra come Luigi Chiocchetti e Giuseppe Detomas), inviando in consiglio il giovane Luca Guglielmi, classe 1990. Oltre all’Udc di Bezzi non ce la fa a mandare nessuno in consiglio anche Fratelli d’Italia, che pure tra le sue fila poteva contare su Massimo D’Ambrosio, ex questore di Trento, Francesca Gerosa (ex Pt) ed il sindaco di Avio Federico Secchi.
MINORANZE
PARTITO DEMOCRATICO
Alla fine di una lunga gestazione il tentativo di difendere la presidenza era andato a Giorgio Tonini, senatore di lungo corso. Quella del Pd è stata una corsa “in difesa”, perdendo un terzo dei voti rispetto al 2013, ma riuscendo a rimanere seconda forza del Consiglio con 5 seggi. Pur avendo rinnovato di molto le candidature inserendo tanti giovani in lista, per il Partito democratico hanno staccato il biglietto per piazza Dante i tre assessori democratici della Giunta uscente e il capogruppo Pd in consiglio.
Oltre a Tonini il gruppo Pd 18-23 sarà composto dal vicepresidente uscente (con deleghe all’economia ed al lavoro) Alessandro Olivi, dall’assessore uscente alle politiche sociali e sanitarie Luca Zeni, dall’assessora all’università e ricerca Sara Ferrari e dal capogruppo uscente ed ex sindaco di Villa Lagarina Alessio Manica.
FUTURA 2018
La novità di questa tornata elettorale, non così trionfante come il Team Koellensperger, ma comunque quasi al 7% dei consensi. Futura 2018 è un esperimento a sinistra, un tentativo di mettere assieme diverse esperienze al di fuori del Pd come quelle di Verdi e Mdp, oltre ad altre correnti e movimenti. In Consiglio i “futuristi” saranno due. Paolo Ghezzi, 61 anni, direttore del quotidiano L’Adige dal 1998 al 2006, grande animatore culturale da “La Rosa Bianca”, attraverso la Casa editrice “Il Margine” fino alla presidenza del Conservatorio Bomporti di Trento.
Lucia Coppola viene dai Verdi dopo una lunga militanza nella sinistra locale da Democrazia Proletaria in poi. Lascerà la presidenza del Consiglio comunale di Trento per gli scranni del Palazzo della Regione. Parlando di Trento è utile soffermarsi sulle due prossime partite importanti. La prima sarà domenica 26 maggio 2019, giornata delle elezioni europee. La Provincia di Trento non ha un proprio europarlamentare da due legislature, quando per ultimo nell’emiciclo di Strasburgo sedette Giacomo Santini per il Pdl. Ora il Trentino potrebbe tornare ad avere un rappresentante, magari della Lega visto che le proiezioni danno ben 28 europarlamentari al partito nella famiglia europea delle Nazioni e della Libertà. Della pattuglia dei 76 europarlamentari italiani ce ne sarebbero quindi 25 nell’Europa della Libertà e della Democrazia diretta (Movimento 5 stelle), 15 nell’Alleanza dei Socialisti e Democratici (Pd), solo 8 nel Partito popolare europeo (Forza Italia, Svp).
Torniamo a Trento e a Futura. Sono passati 5 giorni dal voto provinciale e si pensa già alle elezioni comunali del 2020 (o prima?) a Trento. Nel 2019 si andrà già al voto anche in alcuni Comuni come Borgo Valsugana, Tione e Folgaria. A Trento il sindaco Alessandro Andreatta effettuerà un piccolo rimpasto dopo le dimissioni da assessore di Andrea Robol (Pd), che ha provato senza successo la corsa provinciale ed il trasloco di Lucia Coppola da via Belenzani a piazza Dante. Potrebbe entrare in giunta qualcuno del gruppo “Insieme Trento”, i fuoriusciti del Pd che alle Provinciali hanno appoggiato Futura.
UNIONE PER IL TRENTINO
L’”invincibile armata” di Lorenzo Dellai è praticamente sparita. Non ce l’ha fatta il capogruppo Gianpiero Passamani, che è stato battuto da Piero De Godenz, consigliere della Val di Fiemme che dà del “tu” agli impiantisti funiviari. L’Upt come il Pd ha cercato di imbottire le liste di giovani candidati, ma è la fine di un’epoca. Il Pd ha perso un terzo del consenso, soprattutto a favore di Futura. Mentre i voti dell’Upt sono probabilmente andati al centro, dall’altra parte della barricata.
PARTITO AUTONOMISTA TRENTINO TIROLESE
Chi avrebbe scommesso su 4 consiglieri per il Patt prima del 21 ottobre? Alle elezioni 2013 il Patt era cresciuto a dismisura, poi le dipartite di (fra gli altri) Ottobre e Kaswalder, oltre alla non ricandidatura di consiglieri uscenti come Chiara Avanzo, Lorenzo Baratter e Luca Giuliani, avevano fatto pensare ad un calo notevole. Invece la testarda corsa solitaria di Ugo Rossi è piaciuta al 12,59% degli elettori. Accanto a Rossi ed all’ex assessore all’agricoltura ed al turismo Michele Dallapiccola sono arrivati in consiglio due nonesi, una piccola rivincita per il segretario del partito Franco Panizza: sono diventati consiglieri provinciali il vicepresidente del consiglio regionale Lorenzo Ossanna e Paola Demagri di Cles.
Nel Patt manca di 4 voti il Consiglio provinciale Walter Viola, che è l’”antieroe” di queste elezioni. Per anni infatti è stato un punto di riferimento della minoranza, certamente sul piano degli ideali di riferimento (ha militato in Forza Italia, Pdl e quindi Pt). A pochi mesi dalle elezioni decide di passare dall’altra parte provando l’avventura con il Patt. I suoi colleghi per molti anni adesso governano, a lui tocca fare da spettatore.
MOVIMENTO CINQUE STELLE
Delusione in casa 5Stelle, che hanno più o meno replicato il risultato del 2013, mentre speravano di sfruttare meglio il “vento nazionale”. Torna in consiglio provinciale Filippo Degasperi, che dal Palazzo della Regione vede casa propria, affiancato da Alex Marini, ex collaboratore del ministro Riccardo Fraccaro, originario di Darzo (Valle del Chiese, a pochi passi dal confine col bresciano), un curriculum da giovane globetrotter. Il Movimento 5 stelle può contare su un terzo consigliere "trentino", Diego Nicolini, che fa parte del Landtag sudtirolese, ma ha radici a Pergine Valsugana.
Ritenta, sarai più fortunato…
Non ce l’ha fatta la sinistra, con Liberi e Uguali e l’Altro Trentino a Sinistra, a mandare in Consiglio Antonella Valer. Con 7mila voti circa nemmeno nel 2013 (quando c’erano due candidati presidenti separati a sinistra) il metodo d’Hondt aveva consegnato un seggio.
Poca gloria anche per due candidati presidenti dell’Alto Garda e Ledro (nessun rappresentante da quella zona in Consiglio), Mauro Ottobre (Autonomia Dinamica) e Roberto De Laurentis (Tre).
Niente consiglio per l’ultratirolese Paolo Primon e nemmeno per l’ultranazionalista di Casa Pound con Filippo Castaldini. Casa Pound in Trentino però ha svolto una campagna elettorale certamente più sobria rispetto a quella in Alto Adige. Infine strada sbarrata anche per il sovranista Federico Monegaglia.