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"Affrontare insieme le sfide del futuro"

Il Presidente IPL Andreas Dorigoni sui traguardi dell’Istituto Promozione Lavoratori, il suo ruolo nella società altoatesina e la divulgazione come strada maestra.
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Andreas Dorigoni - AFI
Foto: AFI|IPL
  • Esperienza quasi ventennale in ambito sindacale, attuale Segretario della categoria della Sanità dell’ASGB e Presidente IPL | Istituto Promozione Lavoratori da maggio 2022: questo l’“identikit” di Andreas Dorigoni, oggi impegnato con l’Istituto ad affrontare le principali sfide del mondo del lavoro, della società altoatesina e le criticità ancora da risolvere. 

    Giunto a metà mandato, il Presidente per salto.bz traccia un primo bilancio di questi primi diciotto mesi, presentando anche i progetti futuri che vedranno coinvolto l’Istituto.

    Salto.bz: Dorigoni, ci parli un po’ di lei e di come si è approcciato, in questo anno e mezzo, al ruolo di Presidente dell’IPL.

    Andreas Dorigoni: Sono nato a Bolzano nel 1974 e sono cresciuto qui, quindi ho avuto la grande fortuna di vedere la crescita e lo sviluppo del nostro territorio, vivendo e facendo parte dei cambiamenti che hanno portato l’Alto Adige a essere come lo conosciamo oggi. Abito tutt’ora nel capoluogo, assieme a mia moglie e i miei due figli di venti e diciotto anni. Dopo dieci anni all‘interno dell‘Azienda sanitaria di Bolzano come impiegato amministrativo, nel 2005 ho iniziato la mia carriera sindacale per il comparto Sanità dell‘ASGB in qualità di dirigente. Sono entrato nel direttivo IPL tre anni fa e questo mi ha permesso di approfondire la conoscenza dell‘ente e accumulare esperienza, un bagaglio che oggi mi è molto utile per il mio ruolo da Presidente, una carica che ricopro con piacere e grande interesse. Al di fuori del mondo sindacale mi ritengo una persona molto tranquilla e curiosa, con diversi hobby che coltivo nel tempo libero che riesco a ritagliarmi. Sono per esempio un grande appassionato di musica e io stesso suono chitarra, banjo e dobro. Mi piace poi andare in moto e mi diverto a “giochicchiare” a hockey. 

    Se dovesse spiegare, a chi ancora non lo conosce, a cosa serve l’Istituto Promozione Lavoratori e di che si occupa, come lo spiegherebbe? 

    L’IPL sorge nel 1995 come ente di ricerca a supporto delle organizzazioni sindacali in Alto Adige. L’Istituto conduce ricerche sociali ed economiche sul territorio, focalizzando l’attenzione su argomenti che stanno a cuore ai lavoratori dipendenti. Attraverso studi, consulenze, formazione e informazione cerchiamo di sensibilizzare su diverse tematiche sia gli stessi lavoratori dipendenti sia, più in generale, la società e il mondo economico altoatesini. Quest’ultimo nel corso degli anni ha vissuto diversi cambiamenti, dalla digitalizzazione al problema della carenza di manodopera, quindi il ruolo dell’IPL è anche quello di cercare di comprendere questi cambiamenti analizzando il mercato del lavoro, i nuovi trend e l’andamento economico della Provincia per poi fornire proposte e input che contribuiscano allo sviluppo sociale ed economico del territorio.

    L’Istituto conduce ricerche sociali ed economiche sul territorio, focalizzando l’attenzione su argomenti che stanno a cuore ai lavoratori dipendenti. 

    L’IPL è attivo da ormai quasi trent’anni. Quali sono stati i contributi e i progetti più significativi portati a termine?

    Partirei da uno dei nostri classici, ovvero il Barometro IPL. Si tratta di un’indagine che viene svolta su base trimestrale e che ci fornisce un quadro di come i lavoratori dipendenti percepiscano lo stato di salute dell’economia altoatesina. Ogni anno vengono riprese le medesime tematiche, specifiche per ciascuna stagione, allo scopo di permetterci di tracciare e monitorare il livello di fiducia dei lavoratori dipendenti e di confrontarne l’andamento nel corso degli anni. Ci sono poi altri progetti che invece non si ripetono periodicamente, tra i quali vi sono per esempio il nostro studio sulla mobilità sociale in Alto Adige, l’indagine EWCS sulle condizioni di lavoro svolta insieme ai nostri partner per tutto il territorio dell‘Euregio e il recente approfondimento sulla contrattazione decentrata. 

    Cosa hanno in comune questi ultimi tre progetti è perché sono così importanti per lo sviluppo del territorio?

    Lo scopo principale è sicuramente di contribuire alla crescita economica, permettendo parallelamente un miglioramento del tenore di vita di tutti i lavoratori dipendenti. Con il primo studio citato, condotto insieme al Center for Advanced Studies di Eurac Research, abbiamo voluto analizzare l’andamento della mobilità sociale in Alto Adige, ovvero capire quanto sia davvero equa la nostra Provincia dal punto di vista delle opportunità lavorative. Purtroppo qui abbiamo constatato come, di fatto, sia sempre più difficile scalare l’ascensore sociale. In sostanza, per chi proviene da un ambiente più umile è molto più difficile emergere rispetto a chi nasce e cresce “ai piani alti”. Lo studio sulle condizioni di lavoro, anche conosciuto come EWCS (European Working Conditions Survey, ndr), è invece stato condotto in collaborazione con la Arbeiterkammer Tirol e con l’Agenzia del Lavoro di Trento. Il suo scopo è quello di approfondire le tematiche relative alla qualità del lavoro per il territorio dell’Euregio. Ci tengo a precisare che questa costituisce la prima grande indagine sulle condizioni di lavoro a livello transregionale in tutta Europa, tanto che siamo stati invitati a Dublino per un confronto tra i nostri ricercatori e quelli di Eurofound, l’agenzia che si occupa di condurre l’indagine a livello europeo. Ovviamente siamo molto fieri di questo invito e della collaborazione, ma anche grati per il supporto ricevuto dall’Euregio. Infine, attraverso lo studio sulla contrattazione decentrata, abbiamo appurato come la situazione non sia affatto rosea per molti lavoratori dipendenti, con alcuni settori che soffrono più di altri, evidenziando dunque la necessità di trovare soluzioni a livello territoriale. Riassumendo, posso dire che attraverso progetti come questi cerchiamo di sensibilizzare sulle tematiche che influiscono sulla vita dei lavoratori dipendenti. Credo sia questa la loro principale importanza.

    Cosa avete in serbo invece per il futuro? Quali sono le sfide più importanti e come l’IPL può contribuire ad affrontarle?

    Purtroppo anche per noi non è sempre facile capire in quale direzione si muoverà il mercato, specialmente quello del lavoro. Sicuramente il carovita resterà un argomento di interesse ancora per un po’ di tempo, così come lo saranno la carenza di manodopera, il tema dell’abitare e la necessità di un aumento dei salari. L’Istituto potrà dare il proprio contributo fornendo da un lato un lavoro di ricerca e analisi, e quindi una base solida utile a capire meglio certi fenomeni e a suggerire possibili soluzioni che tutelino i lavoratori dipendenti, e dall’altro un’opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica su tutta una serie di tematiche, un’attività che del resto stiamo già svolgendo con un certo successo.

    Su cosa bisogna lavorare ancora per potenziare ulteriormente l’IPL come centro di competenza? E in che modo è possibile rendere l’Alto Adige sempre più attrattivo come luogo di lavoro?

    Come già detto, la carenza di personale è un punto chiave ed è lì che dovremo intensificare i nostri sforzi. In tal senso lo studio EWCS è senza dubbio uno strumento utile che ci fornisce indicazioni su come migliorare la situazione dei lavoratori dipendenti. Il nostro compito è anche quello di indirizzare sia la politica che i partner sociali sulle iniziative da intraprendere per rendere l’Alto Adige una sede di lavoro più attrattiva. Un tema molto caldo è l’altissimo prezzo degli alloggi, un grosso deterrente in particolare per chi arriva da fuori Provincia. È poi necessario che gli stipendi di tutti i lavoratori dipendenti, e non solo quelli di alcune categorie, vengano adeguati al costo della vita. Non va infine trascurata la questione della conciliazione vita privata-lavoro, fondamentale soprattutto per le nuove generazioni. Questi, in sostanza, i macrotemi su cui  l'stituto dovrà sempre più fare leva.

    Il nostro compito è anche quello di indirizzare sia la politica che i partner sociali sulle iniziative da intraprendere per rendere l’Alto Adige una sede di lavoro più attrattiva.