Politics | Sinistra

Se l’hanno fatto i greci possiamo farlo anche noi

Diario del viaggio ad Atene del coordinatore provinciale di Rifondazione Comunista Gianfranco Maffei, che ha assistito alla vittoria di Alexis Tsipras.

Quando atterri ad Atene e preso il metrò arrivi in piazza Omonia, sbucando dalle scale della sotterranea ti rendi subito conto che qualcosa di devastante è accaduto. Il quartiere centrale della capitale ellenica è punteggiato da enormi edifici  con il piano terra costellato di saracinesche abbassate sulle vetrine che dovevano proteggere i negozi che una volta animavano quello che era il centro commerciale della città.  Ai piani superiori penzolano vecchi condizionatori appesi al muro e decine di finestre inanimate, di quelli che probabilmente un tempo erano uffici e abitazioni, sembrano enormi buchi neri. Uno scenario da spaesamento che mai ti aspetteresti in una capitale europea.

Se questa è l’impressione che si ricava dal paesaggio urbano ateniese, tutto cambia quando si entra in rapporto con i suoi abitanti. Gli amici e compagni di Syriza che ci accolgono, la prima sera ci portano in giro per le diverse feste che chiudono la campagna elettorale. Siamo accolti con uno straordinario calore; le sale sono piene di gente e l’aria che si respira è carica di speranza per una vittoria che si annuncia già di proporzioni ampie. Veniamo invitati ad intervenire con la traduzione dei numerosi greci che hanno studiato in Italia e il clima è decisamente diverso dallo scenario di macerie che abbiamo visto al nostro arrivo.

Il giorno dopo siamo invitati a partecipare ad una assemblea di un’associazione, “il treno della solidarietà”, composta da un gruppo di volontari che opera nel quartiere di Nea Philadelfia, un quartiere popolare di Atene. Aiuta 300 famiglie nei loro bisogni primari, cibo, bollette, opposizione agli sfratti di nuclei familiari poverissimi. Lavorano da quattro anni in questo territorio e hanno costruito una rete di solidarietà popolare.  Raccontano di quante persone si sono avvicinate per necessità e abbiano poi continuato ad impegnarsi nell’aiutarli nel loro lavoro.

Ci spostiamo in un ambulatorio sociale in un quartiere vicino . I medici, gli infermieri, gli psicologi, dopo il loro lavoro in ospedale, prestano il loro servizio di volontariato in questa struttura  per le persone che non hanno diritto alle cure mediche pubbliche. Ogni giorno dalle 17 alle 20 visitano quotidianamente oltre 15 pazienti, distribuiscono farmaci e fanno consulenze psicologiche, tutto a titolo completamente gratuito. In Grecia i disoccupati non hanno diritto all’assistenza sanitaria e con il 27% di disoccupazione è facile capire che catastrofe umanitaria sia in atto in tutto il paese. L’ambulatorio, con altre centinaia di iniziative analoghe, è l’unico presidio in difesa della salute che molte persone hanno a disposizione  lo tsunami della crisi economica ha generato solidarietà e ad Atene sono centinaia le iniziative di aiuto alle famiglie e alle persone (moltissime) che vivono in un stato di profonda povertà.  Quando la solidarietà diventa una pratica politica di rivendicazione dei propri diritti fondamentali, anche la coscienza delle persone cambia.

Dentro questa rete solidale si è sviluppato il consenso a Siryza, che non è solo di linea politica, ma è anche fatto di una presenza attiva a fianco di tutti i cittadini, a cui nessuno chiede di che razza, di che religione o appartenenza politica siano per accedere all’aiuto di queste associazioni. Con i miei compagni la domenica del voto siamo stati davanti ad alcuni seggi e la sera in piazza abbiamo partecipato alla grande festa della vittoria. L’unità politica della sinistra che Syriza ha realizzato ha ancora più valore in una terra dove storicamente le divisioni l’hanno sempre lacerata.

L’Italia con la sua frammentazione atomica tra le organizzazioni che la compongono sembra lontana e ancora più incomprensibili risultano le beghe strapaesane tra piccole patrie che ci caratterizzano. Si riparte con dispiacere per gli amici che lasciamo e con molti interrogativi. La passione di queste giornate ci piacerebbe riviverla nel nostro paese, recuperando l’idea che la politica è un nobile strumento di cambiamento. Se l’hanno fatto i greci possiamo farlo anche noi.