Il cielo è malato
Cosa pensereste se per qualche misterioso motivo legato all’inquinamento antropico, albe e tramonti non fossero più visibili da buona parte del globo? Decine e decine di account su Instagram chiuderebbero dall’oggi al domani e tanti parteciperebbero a viaggi organizzati dall’altro lato del mondo solo per osservare un tramonto con tutti i crismi.
Questo è esattamente quello che succede agli astronomi e agli astrofili di tutto il mondo, che da decenni lottano contro l’inquinamento luminoso, una forma di inquinamento che sembra non toccare più di tanto la nostra vita quotidiana, ma che al contrario influisce enormemente sulla salute umana, sulla flora e sulla fauna.
All’inizio del Novecento e, a maggior ragione, durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale Bolzano – così come tutta la regione - era una città che viveva immersa nell’oscurità. Il cielo all’epoca era così nero che un bambino di pochi anni avrebbe potuto osservare la Via Lattea dal centro della città, come candidamente aveva raccontato un ospite del Planetarium Alto Adige nell’ormai lontano 2015. Questo ricordo così intenso era riemerso dalla sua memoria più di settant’anni dopo, alla conclusione di una proiezione dedicata al cielo notturno e aveva colpito profondamente l’immaginazione degli astronomi della struttura.
Fino a non molto tempo fa, la Via Lattea era visibile da piazza Walther, mentre oggi qualsiasi bambino di Bolzano non ha nessuna possibilità di osservarla e magari di appassionarsi all’astronomia, se non a costo di grandi fatiche da parte dei genitori per spostarsi da qualche parte lontano dalla città.
Secondo un articolo pubblicato dalla rivista Science Advance, il 60% degli italiani non riesce a vedere la Via Lattea e può individuare a fatica nel cielo solo poche decine di stelle. Un vero e proprio tracollo della qualità del cielo notturno che incide non solo sul lavoro degli astronomi, costringendoli a costruire i nuovi osservatori in alcune delle regioni più remote del mondo, ma facendo gridare ai quattro venti gli esperti del rischio di perdere definitivamente un vero e proprio patrimonio culturale dell’umanità. Un novello Ötzi avrebbe grosse difficoltà a orientarsi con le stelle al giorno d’oggi e dovrebbe probabilmente fare affidamento a tutte le sue risorse per ritrovare senza problemi la strada di casa.
Un recente articolo pubblicato dalla rivista Science, a prima firma di Christopher Kyba del GeoForschungsZentrum di Potsdam in Germania, dimostra che l’inquinamento luminoso sta letteralmente esplodendo a livello globale e che ogni anno la luminosità di fondo del cielo notturno aumenta di quasi il 10%. Questo si traduce anno dopo anno in un drammatico calo delle stelle visibili a occhio nudo. Per aver un livello di paragone, immaginiamo il primo bambino o bambina nati quest’anno in Alto Adige dopo lo scoccare della mezzanotte. Oggi avrebbero la possibilità di osservare in media 250 stelle dalla loro casa, ma al compimento della maggiore età nel 2041 ne potrebbero vedere probabilmente solo 100.
I dati scientifici di questo articolo sono il frutto di un progetto di lunga data chiamato Globe at Night, un cosiddetto progetto di citizen science che ha coinvolto 51,351 persone da tutto il mondo nell’arco di oltre un decennio, dal 2011 a oggi. Ma Globe at Night non è l’unico progetto in cantiere, dal momento che Kyba è il capofila anche del progetto Nachtlicht BÜHNE, al quale hanno partecipato sia il Planetarium Alto Adige, che il Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige. Grazie al supporto di volontari da tutta la provincia sono state contate tutte le luci artificiali di un quadrante della città di Bolzano attorno a Piazza del Tribunale. Questi dati, raccolti a terra e confrontati con quelli ottenuti dai satelliti, hanno permesso agli scienziati di quantificare la crescita tumultuosa dell’inquinamento luminoso e l’effetto nefasto delle luci LED, che da un lato permettono un grande risparmio energetico, ma dall’altro impattano pesantemente sull’osservazione notturna a causa della composizione spettale della loro luce.
In Alto Adige il tema dell’inquinamento luminoso è come un fiume carsico; scorre per gran parte del tempo invisibile ai nostri occhi per riemergere regolarmente solo in alcune occasioni, come è stato nel caso delle polemiche sorte attorno al Water Light Festival di Bressanone nella primavera del 2022, di cui Salto ha già raccontato qui. Le luci proiettate sui monumenti della città e verso il cielo erano visibili da tutto il circondario e persino dalla conca di Brunico a oltre venti di km di distanza in linea d’aria.
Malgrado la bassa densità media della popolazione e nonostante l’orografia accidentata della provincia, l’Alto Adige si trova a languire sotto una coltre di luci artificiali, che d’inverno viene accresciuta dalle piste di sci illuminate in notturna come per esempio nei comprensori di Obereggen e di Plan de Corones. Queste sorgenti luminose sono doppiamente dannose non solo per gli astronomi, ma anche per gli animali selvatici, che sono costretti a spostarsi su altri versanti per evitare di essere predati, perdendo così energie preziose e aumentando il rischio di non sopravvivere alla stagione invernale.
Per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’inquinamento luminoso lo staff del Planetarium Alto Adige parla regolarmente di questo tema e nel corso degli ultimi due anni ha organizzato dirette sui social e formazioni per i docenti, allo scopo di rendere tangibile e concreto il problema. La strada è in salita e lunga, e c’è ancora molto da fare per ridurre l’inquinamento luminoso, ma l’obiettivo degli astronomi è ben chiaro nella loro mente. L’obiettivo è quello di dare ai neonati del 2023 la possibilità di osservare ben più di cento stelle allo scoccare del loro diciottesimo anno di età.
Un´ inquinamento ecologico
Un´ inquinamento ecologico trascurato è quello delle scie di nebbie larghe e persistenti, che espulsi da appositi aerei, spesso oscurano il cielo e non sono solo di vapor acqueo.
Bolzano: Viale Venezia, Via
Bolzano: Viale Venezia, Via Firenze, Via Torino con la nuova illuminazione led illuminate a giorno.....ma per il comune è tutto ok.
Idem per via Castelfirmiano e via Merano con lampioni altissimi.
Per non parlare delle insegne pubblicitarie formato xxl che sparano la luce in orizzontale, spesso nel vuoto...vedasi un famoso deposito di mele prima del viadotto Mebo.
In reply to Bolzano: Viale Venezia, Via by Martin Aufderklamm
Für die Fußgänger, vor allem
Für die Fußgänger, vor allem für Frauen, ist eine Ausleuchtung des Raumes sehr angenehm und erhöht das Sicherheitsfefühl.
Das könnte aber mit Bewegungsmelder so gesteuert werden, dass nur im unmittelbaren Gehbereich die Lampen brennen.
Eine weitere Gefahr sehe ich
Eine weitere Gefahr sehe ich in den häufigen Nebelschwaden, die Flugzeuge tagsüber über den Himmel ziehen. Dazu müsste von der Gesundheitsbehörde geklärt werden , ob diese Nebelschwaden ökologischen Schaden anrichten oder gar giftig sind.
In reply to Eine weitere Gefahr sehe ich by Karl Trojer
Sie haben dies richtig
Sie haben dies richtig benannt: “Nebelschwaden” - ist nämlich großteils in der Kälte dort oben kondensierter Wasserdampf.
Und a bissl Abgase der Turbinen.
Und a bissl klimawirksam sind sie wohl auch, wie die Abgase.
https://www.quarks.de/umwelt/klimawandel/kondensstreifen-oder-chemtrail…