I separatisti: una tribù di untori digitali?
I separatisti al tempo di Internet. Francesco Merlo tratteggia i contorni della variopinta e mobile galassia dei secessionisti d'Italia: disparata coorte, si potrebbe dire riecheggiando l'inno di Mameli, che dal Veneto al Sannio rivendica specialità e attenzioni amplificate dalla rete.
“Pittoreschi e umorali i separatisti italiani che al Sud e al Nord sognano la Catalogna, la Scozia e magari anche la Crimea e l'Irlanda”, scrive Merlo. Ma la grande novità “è che si moltiplicano grazie all'effetto di Internet. E i campanili svettano più alti nel Web, dove ogni monade trova la sua finestra: la rete espone e al tempo stesso nasconde, tutti gli estremismi hanno visibilità e impunità”.
Un giudizio assai negativo, più amaro che ironico, che porta alla fine il giornalista siciliano ad eleggereUmberto Bossi, piuttosto che il Manzoni difensore degli untori, a patrono dei tempi attuali: “A Nord come a Sud la nostalgia di fantasiosi paradisi perduti invita dunque la plebe, come sognava Bossi, a gettare il tricolore nel gabinetto e l'infelicità italiana si disperde in un inferno di sigle separatiste, movimenti, leghe...”.
Sembra che la storia sia
Sembra che la storia sia ignorata, ma anche dai patrioti piú accesi, che spesso non ricordano nemmeno chi ha dato origine alla prima guerra mondiale.