Economy | Dal blog di UniVersal

La maratona delle Railsgirls

Cinquantaquattro ore per imparare ad utilizzare Ruby on Rail, un linguaggio di programmazione open source. Il racconto del workshop alla Facoltà di informatica di Unibz.
Hinweis: Dies ist ein Partner-Artikel und spiegelt nicht notwendigerweise die Meinung der SALTO-Redaktion wider.

Perché non creare occasioni affinché le nuove leve di creativi e informatici al femminile possano incontrarsi e far fruttare le loro idee anche imprenditoriali?
È quanto hanno pensato alla facoltà di informatica della Libera Università di Bolzano su suggerimento di Stefania Spagai, una studentessa di Design. Per questo hanno organizzato “Railsgirls 54”, la prima maratona di 54 ore dedicato alle “Railsgirls”, ovvero quelle ragazze che imparano ad utilizzare Ruby on Rail, un linguaggio di programmazione open source sempre più diffuso con cui, a suoi albori, è stato fatto nascere un social network come Twitter.
Bolzano, dopo Roma e Milano, è una delle prime città italiane – e la prima dell’Euregio - dove si è svolto questo workshop che, dalla natia Helsinki – dove quattro anni fa è nato questo movimento internazionale che si è diffuso in tutto il mondo: alcuni dei prossimi incontri si terranno nei posti più disparati: Turchia, Cile, Uruguay, Olanda.

Pekka Abrahamsson, il vulcanico preside finlandese della facoltà di Scienze e tecnologie informatiche, è stato l’anello di congiunzione tra le informatiche della sua madrepatria e le loro colleghe bolzanine. “Il risultato è stupefacente. Queste ragazze hanno dedicato tutte le loro energie e un intero, assolato, fine settimana a imparare come tradurre in pratica le loro idee, utili anche per eventuali start-up”.
Dopo solo tre ore dalla pubblicazione del bando del workshop, i venti posti disponibili erano già esauriti. Ci sono arrivate in tutto 75 richieste e abbiamo dovuto ammettere altre 15 partecipanti”, afferma Sven Helmer, docente di informatica a unibz e, assieme ad Abrahamsson, responsabile del workshop, “siamo convinti che iniziative di questo genere avvicinino le ragazze, che sono ancora poco presenti nella nostra facoltà, al mondo dell’informatica. Ruby on Rails è inoltre un ottimo strumento per farlo perché è un linguaggio molto produttivo sin dall’inizio e divertente al tempo stesso”.

Nell’aula al sesto piano della facoltà di Arte e Design, da dove si gode una vista mozzafiato sul bacino di Bolzano, si respira grande concentrazione ma anche rilassatezza. L’ambiente è internazionale e la lingua franca è l’inglese. Elisa Spagai si sta consultando con le sue compagne di tavolo. Al suo tavolo, assieme a lei siedono una ragazza cinese, una messicana, una colombiana, una altoatesina di madrelingua tedesca. Chi è più esperta aiuta le altre. Chi ha dubbi chiede ai coaches, studenti – maschi – di informatica che si sono prestati come volontari per aiutare le ragazze a procedere nei progetti. “Ce ne sono di tutti i tipi, al nostro tavolo stiamo cercando di realizzare un sito che permetta a un utente di postare contemporaneamente su tutti i social network a cui è iscritto”, spiega Elisa, “inoltre vogliamo realizzare una sorta di studio on line di designer dove un cliente può entrare e visionare il nostro portfolio. Farlo da sole, senza commissionare il lavoro, mi dà molta soddisfazione”.
L’angelo custode, al femminile, delle Railsgirls è biondo e arriva dalla Finlandia. Si chiama Satu Salekari, ha 31 anni e lavora per Sportsetter una start-up con sede a Helsinki e New York. Assieme a Helmer e Abrahamsson, si aggira tra i tavoli per aiutare le ragazze a superare gli scogli più difficili. “Le ragazze hanno grandi capacità nel mondo dell’informatica ed è per questo che è nata la piattaforma mondiale delle Railsgirl: per promuovere l’informatica al femminile e permettere alle ragazze di impadronirsi di tutti gli strumenti e le conoscenze necessarie a lavorarci. Qui sono impressionata dalla disponibilità dei professori e dall’impegno delle partecipanti. Tutte sono molto motivate, efficienti e hanno idee molto valide”.

In futuro non mancheranno altre sorprese, come assicura Abrahamsson: “Stiamo progettando un laboratorio di creatività, un pensatoio a disposizione di giovani e studenti, accessibile 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno, dove si possa lavorare allo sviluppo di nuovi progetti imprenditoriali. La creatività e lo spirito di innovazione dei giovani non possono sottostare a orari di bottega. Siamo molto eccitati e impazienti di iniziare”.

Cp