Centrosinistra autonomista sulla via del tramonto?
Non stanno bene Svp e Pd in Alto Adige, ma non gongolano nemmeno Pd-Upt-Patt in Trentino dopo i turni elettorali del 10 e del 24 maggio. Le Comunali quindi non sono state altro che un termometro del momento problematico che sta vivendo anche la coalizione a livello regionale.
La vittoria delle civiche a Rovereto, Pergine, Borgo potrebbe essere, a 3 anni e mezzo dalle Provinciali, l'inizio del cammino di un'alternativa. Nel 2018 la sfida potrebbe essere, per la prima volta, realmente avvincente anche per la conquista della Provincia di Trento.
Così come a Laives le civiche non hanno colore partitico definito (Lega o Forza Italia), ma questa volta hanno messo realmente in crisi il centrosinistra autonomista.
I due diversi sistemi elettorali
Meglio il sistema trentino del premio di maggioranza o meglio il proporzionale sudtirolese? Nei comuni trentini è garantita la stabilità per 5 anni e si sa prima quale coalizione supporterà il sindaco. Allo stesso tempo però il primo cittadino non ha abbastanza contrappesi al suo potere e la minoranza riveste ruolo di comparsa. Il premio di maggioranza fa sì che ad esempio in un comune come Aldeno, dove Fioretti ha vinto di 7 voti ed il paese è praticamente 50:50, il vincitore abbia 12 seggi e lo sconfitto 6.
Il proporzionale è “vintage”, così come le quattro preferenze che ricordano balena bianca, garofano, falce e martello e fiamma di un tempo. Alessandro Andreatta a Trento ha il “problema” di trovare 3 donne da mettere in giunta, vista la volontà di aumentare la partecipazione femminile all'esecutivo. Ma di certo non deve indossare il caschetto come Luigi Spagnolli a Bolzano per formare la giunta.
Proporzionale che dà valore alla minoranza, ma ha come effetti una frammentazione pazzesca (10 gruppi politici a Trento, 18 a Bolzano), incertezza nella formazione della Giunta, possibili ribaltamenti tra primo e secondo turno (vedi Merano e Laives).
Forse a questo punto tra “Bolzanellum” e “Trentinellum” sarebbe il caso di trovare una via di mezzo...
Casa Pd Trentino
Fabiano Lorandi, segretario Pd di Rovereto, rimette il suo mandato e chiede anche a Giulia Robol (segretaria provinciale) di fare lo stesso. La Robol aveva fatto cominciare il delirio dem con la sua autocandidatura a sindaca di Rovereto. La versione “turborenziana” del partito non attecchisce molto in Trentino, escludendo il successo pesante a Trento, dove i dem hanno 3/5 della maggioranza in Consiglio. Spagnolli farebbe sicuramente cambio con Andreatta. Elisa Filippi, che guida la componente renziana del Partito, ha fatto capire che dove ci sono vecchie logiche si perde. Il Pd a livello locale in Trentino non ha lo stesso appeal che alle Europee o alle Nazionali.
Escludendo i successi di Trento e Riva del Garda, i dem hanno incassato una serie di scoppole: Rovereto, Pergine, Borgo, Mezzolombardo, Cles, Storo. Tanto che anche il senatore Giorgio Tonini ha proposto di rivedere un po' la presenza del partito sul territorio.
In casa Pd comunque ci sarà tutta l'estate per “scannarsi” in attesa del congresso. All'interno della coalizione Pd-Upt-Patt vi sarà anche un momento di verifica “balneare”, assolutamente da non sottovalutare visto che anche Ugo Rossi ha conquistato la presidenza della Provincia in un'assolata giornata di metà luglio. Il 10 luglio infatti ci sarà l'elezione di secondo grado delle Comunità di valle. Funziona in pratica come nelle elezioni delle Provincie nel resto d'Italia: tra i consiglieri comunali vengono scelti dei “grandi elettori” che votano poi la guida degli enti.
Casa Upt/Ccd
Nell'Unione, così come nel Patt, il sindaco di Trento Alessandro Andreatta ha fatto delle scelte per la sua giunta non seguendo il numero di preferenze, andando a “pescare” come assessora Chiara Maule, prima dei non eletti. Confermato Paolo Biasioli come vicesindaco, a bocca asciutta è rimasto Salvatore Panetta, il più votato, che tra il 2008 ed il 2013 è stato anche Consigliere provinciale. Il partito non è in equilibrio, con la segretaria Donatella Conzatti che non pare godere dell'apprezzamento di tutti. Qualche schermaglia per provare a garantirsi una carta per Roma e proposte di ricostruire una “Margherita” assieme ai fuoriusciti che hanno creato Progetto Trentino. Conzatti nel suo appello al voto radiofonico pre-ballottaggio non ha citato Stefano Barozzi, che poi è diventato sindaco di Mori. Uno dei successi del centrosinistra autonomista assieme ad Ala.
Casa Patt
C'era da attendersi la tirata d'orecchie di Lorenzo Baratter, capogruppo provinciale, a Cristiano Moiola, candidato sconfitto a Mori che aveva allestito un'inedita coalizione Patt-Lega-Civica Trentina. L'”incendio” però in casa autonomista si è innescato a Trento, dove Andreatta ha portato in giunta Marika Ferrari, nono posto in termini di preferenze nella lista Patt. Sfogo di Lorena Torresani, ottava per preferenze, che si è sentita tradita dal partito.
Tra i vari commenti social però ce n'è uno dal peso politico certamente diverso, quello di Aurelio Michelon, autonomista presidente della Comunità della Valle di Cembra.
«Per le donne e gli uomini liberi e forti non è il partito giusto. Bisogna cambiare. Comunque la correttezza costa ma prima o poi pagherà. Con la pazienza vedrai un futuro migliore».