Culture | La polemica

Un polo bibliotecario da ‘digerire’?

Tra i punti fondamentali del programma Caramaschi c’è lo sblocco della realizzazione della grande opera a Bolzano. Repetto: “dobbiamo convincere i contrari”.

Nel programma della giunta Caramaschi è scritto chiaro e tondo. Nel corso dei prossimi 4 anni la città di Bolzano dovrà diventare una “città di cultura e palestra di convivenza e innovazione”, obiettivo da raggiungere anche attraverso “la realizzazione del Polo bibliotecario, in collegamento e rafforzando la rete delle biblioteche di quartiere".
Dunque la giunta comunale di centrosinistra non ha alcuna intenzione di ascoltare le sirene d’opposizione e stoppare o per lo meno tergiversare come avvenuto in passato in merito alla realizzazione della grande opera che dovrebbe in futuro accogliere la biblioteca civica Battisti e le due biblioteche provinciali, un progetto che è sul tavolo ormai da più di 10 anni. 

Proprio domani avrò un incontro con l’assessore provinciale Tommasini per discutere della questione e capire a che punto è il bando per la realizzazione dell’opera”, ci conferma a questo proposito il neo assessore comunale Sandro Repetto, che oltre alla cultura italiana per l’occasione ha ottenuto l’inedito abbinamento con il ‘sociale’. “So che diverse ditte si stanno attrezzando per costituire delle associazioni temporanee d’impresa per poter concorrere a costruire l’opera”, aggiunge Repetto. 
Anche per quanto riguarda la delicata futura gestione della struttura a quanto pare il tavolo che comprendere gli attuali direttori delle tre biblioteche che in futuro avranno un’unica sede pare essere a buon punto. “Resta però una questione chiave”, rileva l’assessore comunale, e cioè “la gestione dell’eventuale ostilità tra la popolazione nei confronti di questa grande opera”. 

Proprio così: se per la giunta Caramaschi il Polo s’ha da fare, per diverse forze d’opposizione invece, e per motivi diversi, la struttura viene vista come un pugno nell’occhio. Per taluni si tratta di uno spreco di denaro nell’epoca delle nuove tecnologie, per altri invece l’errore di fondo è il fatto stesso di abbattere (anche solo parzialmente) le vecchie scuole Pascoli, vero e proprio simbolo della Bolzano italiana.  
Insomma: ci occorre una strategia di fondo per “convincere anche la popolazione più riottosa” (parole di Repetto) dell’importanza rappresentata dal progetto del Polo bibliotecario. 

“Occorre costruire insieme un percorso, Provincia e Comune, che avvicini le persone a questa opera. Si tratta di un’opera che valorizza una zona centrale della città come Corso Libertà che piano piano sta perdendo colpi, ma che ha naturalmente anche un forte interesse provinciale. Culturale, di convivenza e di grande momento d'incontro.”

Per il comune di Bolzano dunque il Polo bibliotecario dovrebbe arginare il tentativo di chiudersi in sé stessi, fornendo invece l’occasione per ‘aprirsi’. Anche verso l’esterno. Ma, appunto, quale strategia andrà adottata per evitare contestazioni e levate di scudi?

Per Repetto il percorso andrà individuato “soprattutto appoggiandosi sulle biblioteche di quartiere”, frequentate evidentemente da quella fascia di popolazione per la quale la biblioteca stessa non è mai stata ritenuta superflua nell’epoca del digitale e di internet. 
Dunque con ogni probabilità un piccolo rendering del Polo bibliotecario andrà in pellegrinaggio in tutti i quartieri, per informare sui vantaggi rappresentati per la città di una “struttura culturale di grandi dimensioni”. “In grado di consentire agli utenti di incontrare mondi sconosciuti attraverso internet e la carta”, ricorda ancora Repetto. “Ma anche di poter approfondire temi forti del nostro territorio come montagna e ambiente”, aggiunge il neoassessore alla cultura della città di Bolzano. 

Ma cosa accadrà quando le ruspe anziché i campi nomadi abusivi andranno a demolire le vecchie Pascoli?
Repetto non si nasconde che “quello sicuramente sarà un momento delicato”, ma l’assessore non demorde convinto della forza di 'mediazione' rappresentata già a suo tempo dalla scelta di salvaguardare nella nuova struttura della vecchia facciata semicircolare dell’edifico con annessa scalinata. 
Staremo a vedere.

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Massimo Mollica Mon, 06/27/2016 - 17:11

Bravo Sandro anche se per me sarà lavoro sprecato! Qui è peggio della Brexit. Alla paura del cambiamento e al progresso con certe persone non c'è nulla da fare. Del resto l'età media a Bolzano Bozen città è davvero alta. Confido nelle nuove generazioni.

Mon, 06/27/2016 - 17:11 Permalink
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Michele De Luca Mon, 06/27/2016 - 20:56

Articolo interessante, solo che mi disturba una frase: "vero e proprio simbolo della Bolzano italiana". Ecco, oggi ritengo che questo non è il problema, che peraltro ha contributo a creare molta confusione allora e che ha ideologizzato l'opera, un atteggiamento totalmente sbagliato. Il problema invece è la coerenza, come ho già avuto occasione di scrivere qui su salto.bz (anche se qualcuno pare non voglia capirlo alla pari del fatto che certo non sono contro all'idea). Non mi sto a ripetere. L'articolo e le relative dichiarazioni, anche fra le righe, fanno capire che un problema quel progetto, quella struttura ce l'ha con l'ex Corso a fare da assai scomodo spettatore. Fare giri per i quartieri? Quando tutto è ormai deciso e i termini della gara d'appalto chiusi? Sembra, schiettamente, una presa in giro. Lo si doveva fare PRIMA, non dopo la gara d'appalto e porsi alla discussione di chi questo progetto megalomane non lo digerisce.
D'altronde, e qui son certo che mi beccherò la solita sequela di critiche, anche l'edificio (ripeto, l'edificio, non certo l'istituzione) dell'università (ci dimentichiamo del taglio alle 6 del mattino di domenica del parco antistante al vecchio ospedale e la sentenza del Tar che dava ragione al Comune di Bolzano su questa azione illegittima?) sta a dimostrare che razza di balzane idee architettoniche hanno parzialmente devastato la nostra città. Ora ci propinano un boschetto "riparatore" (con decenni di ritardo...) con tanto di gara per un'idea che la poteva tranquillamente eseguire la Giardineria Comunale. Rimane il fatto che quell'edificio, come il futuro centro biblitecario, sono una colata di cemento quando si poteva fare altrimenti.
Magari darà fastidio questo ragionamento all'ex candidato piddino che mi ha preceduto, ma se ne farà una ragione. D'altronde ci sono anche media che gli articoli critici sul "centro" non li pubblicano. Libertà redazionale, per carità, che rispetto ma scelte che mi fanno storcere il naso. Ma è un altro problema.

Mon, 06/27/2016 - 20:56 Permalink
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Massimo Mollica Tue, 06/28/2016 - 13:17

In reply to by Michele De Luca

La ringrazio per l'immeritata citazione :-). Non credo che un tuttologo come me meriti cotanta attenzione. Per la cronaca sappia che per l' "ex candidato piddino" (non capisco tale citazione, a meno che non abbia valenza d'insulto) concorda con Lei sull'aspetto di "vero e proprio simbolo della Bolzano italiana". E mi dispiace sinceramente se qualche organo abbia censurato qualche Suo articolo. Io chiaramente non la penso come Lei. Sia nella tempistica (oltre 2 anni dopo) e sia nel merito, ed è inutile discuterne ulteriormente. Comunque ogni opinione dev'essere rispettata e deve potersi esprimere. A riguardo, e mi scuso se sono OT, mi sono piaciuti molto i Suoi articoli sulla mobilità. Non mi sono permesso d'intervenire e perché sono comunque un tuttologo e perché sarei stato frainteso nelle mie intenzioni. Comunque ritengo che la Provincia abbia sì sbagliato a non fare affidamento al metano come opzione ecologica (tecnologia a dirla tutta che ha parecchi anni di vita). Ma questo forse è dovuto all'influenza germanica che non ha mai preso in opzione tale opportunità. E oggi si butta in toto nella mobilità elettrica.

Tue, 06/28/2016 - 13:17 Permalink