Il Fondo del vicino è sempre più ricco
La scorsa settimana si è riunito a Bolzano il Comitato paritetico del Fondo Comuni Confinanti, l'ex fondo “ODI” creato nel 2010 per finanziare progetti nei comuni delle regioni Lombardia e Veneto al confine con le Province autonome di Trento e Bolzano. 48 Comuni, di cui ben 42 confinanti con la Provincia di Trento e 6 con la Provincia di Bolzano, cui sono stati stanziati circa 550 milioni di euro, per la realizzazione di oltre 400 progetti di sviluppo locale. La parte del leone provincia di Belluno: dal 2010 ad oggi sono stati presentati 149 progetti per un totale di oltre 300 milioni di euro, ma – secondo il quotidiano bellunese “Corriere delle Alpi” - solo una quota è stata effettivamente liquidata. Un problema di burocrazia? Salto.bz ha sentito due membri del Comitato paritetico del Fondo comuni confinanti, un sindaco lombardo e uno del Veneto, per conoscere il punto di vista degli amministratori.
Visto dalla Lombardia
Magasa è un comune di appena 137 abitanti tra il lago d'Idro e il lago di Garda, in provincia di Brescia. Sino al 1918 è stato parte dell'impero austro-ungarico, ovvero del Tirolo: nel 2008 (assieme al vicino comune di Valvestino) ha chiesto tramite referendum di passare alla Provincia autonoma di Trento. Nel 2010 il Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige ha approvato quasi all'unanimità l'aggregazione alla Regione dei comuni di Magasa e Valvestino, attivando la Giunta per "sollecitare nelle sedi competenti, il tempestivo e positivo esame dei Disegni di legge costituzionale" depositati in Parlamento; allo stesso modo, nel 2015 il Consiglio regionale della Lombardia ha espresso parere favorevole al passaggio al Trentino dei due comuni.
Sono 11 i comuni del bresciano interessati dal Fondo Comuni Confinanti. “La burocrazia è immensa: ci sto impiegando 8 anni per cantierare i lavori di alcune centraline idroelettriche, è veramente assurdo – spiega il sindaco di Magasa Federico Venturini, albergatore a Riva del Garda – Bisogna lottarci tutti i giorni, è una difficoltà oggettiva, per ogni opera pubblica servono dieci pratiche, dalle belle arti, al parco, all'ambiente, all'antisismico... Ma il fondo funziona e posso dire che sui nostri territori sono gli unici soldi che stanno arrivando. La galleria di Valvestino darà un grosso respiro alla nostra valle e ci collegherà al Trentino, abbiamo rimesso in seno altri 7-8 milioni dalla provincia di Brescia e altri 4 da quella di Trento per finanziare quest'opera. I fondi dei comuni, se utilizzati bene, servono da volano per il nostro territorio. Altro esempio è la progettazione dell'ultima galleria per Gargnano sul Garda e Tremosine, che non sono assolutamente comuni di confine bensì contermini a noi: con 2 milioni di progettazione della Comunità montana, siamo riusciti ad avere finanziati dal Ministero altri 70 milioni per ampliare la galleria, una strozzatura sulla Gardesana che ci fa morire. I fondi sono importantissimi per le nostre zone.”
Sta nascendo il problema dei comuni che confinano con noi, che non hanno niente.
Una soluzione ai comuni che vogliono passare da una regione all'altra? “Gli unici comuni che hanno diritto di tornare in Trentino e in Alto Adige tramite referendum sono quelli storici, diritto riconosciuto dai consigli provinciali e dalla regione Lombardia, nel caso mio e di Valvestino. Aldilà di questo, il problema è in parte risolto. Però ne sta nascendo un altro, quello dei comuni che confinano con noi, che non hanno niente. L'intelligenza nostra – e io mi sto battendo per questo – è creare e finanziare i progetti di “area vasta”, ma che lo siano davvero, non il centro fitness per centri di alta montagna che hanno già turismo e stanno bene. Interventi come quelli sulla viabilità della Val Sabbia sono importanti per tutti, per il Trentino e per la Lombardia, perché collega Milano con Campiglio ed è un'arteria che porta benessere, turismo, benefici”.
Visto dal Veneto
A pochi chilometri da Rovereto, nei luoghi dove si è combattuta la Grande Guerra, Valli del Pasubio (con oltre tremila abitanti) è uno dei 12 comuni della provincia di Vicenza cui vanno i soldi del Fondo comuni confinanti. Primo cittadino di Valli è Armando Cunegato, presidente delll'Unione Montana Pasubio-Alto Vicentino: “I fondi sono divisi in due, una parte sono i 500mila euro l'anno ai comuni a progetto, un'altra i fondi di area vasta destinati a interventi che non vanno riferiti solamente ai comuni chiaramente “di confine”, ma gli interventi ritenuti prioritari su territori che appartengono a una fascia diversa rispetto ai comuni di confine”. L'aspetto burocratico? “Noi come amministratori vorremmo pensare e fare, ma i tempi sono più lunghi, è un problema italiano. Questi fondi sono vitali, è un'enorme opportunità che noi stiamo utilizzando con tempi più ristretti rispetto ad altri. Qui siamo un paese di montagna, che non ha alcun tipo di trasferimento particolare e i fondi ci permettono di salvaguardare il territorio e di fare interventi che mai si potrebbero fare altrimenti: la Regione non finanzia più niente, lo Stato men che meno, sicché questa è una grande opportunità, guai se ci vien tolta, ben vengano questi fondi. Non siamo arrivati alle cattedrali nel deserto, facciamo cose funzionali a garantire la presenza delle persone sui nostri territori, nelle nostre contrade. Stiamo asfaltando strade, cose che possono sembrar banali per altri comuni, ma che sono fondamentali per salvare la montagna, se no rischiamo di perderla. Non è solo una questione di allineamento ai comuni confinanti del Trentino, e ai loro servizi, ma comunque soffriamo questa differenza. È comunque lo strumento più adatto per dare una risposta a quei comuni che fanno richiesta per cambiare regione. Questa legge ha eliminato il problema".
“Il mio impegno è di fermare l'abbandono della montagna vicentina, altopiano di Asiago a parte, e di riportarla al pari degli altri. Se abbandoniamo la montagna il danno è enorme.”
Ma Cunegato propone anche delle modifiche: “Ci sono cose che andrebbero riviste, migliorate sotto l'aspetto burocratico. Da due-tre anni è diminuito il trasferimento ai comuni di 500mila euro, destinando il rimanente agli interventi di area vasta. Quello che osservo è che gli interventi di area vasta dovrebbero essere veramente di area vasta: c'è stata una gestione politica discutibile, che non sempre ha o sta realizzando interventi di area vasta. E poi abbiamo una grossa differenza tra le province di Verona e Vicenza e quella di Belluno: loro hanno stanziamenti molto più alti. Per l'area vasta la provincia di Belluno ha più del doppio di noi, per una serie di leggi speciali a livello regionale (e di finanziamenti) di cui gode, che considero discutibili”.
Le frontiere non sono
Le frontiere non sono nascoste ma semplicemente dimenticate dai nostri quotidiani. Grazie Valentino.
In reply to Le frontiere non sono by Benno Kusstatscher
Il mio era un riferimento
Il mio era un riferimento alla ricerca "La frontiera nascosta. Ecologia ed etnicità fra Trentino e Sudtirolo" pubblicata dagli etnografi John W. Cole e Eric R. Wolf nel 1974: https://it.wikipedia.org/wiki/La_frontiera_nascosta
In reply to Il mio era un riferimento by Valentino Liberto
Fatto bene
Fatto bene
La politica dei fondi di
La politica dei fondi di confine non è e non potrà mai essere la soluzione strutturale al problema dei territori confinanti con le Province di Trento e Bolzano. E' una cura che cerca di salvare un malato grave curando i sintomi invece delle cause della malattia, cause che sono note a tutti. Nel comuni confinanti del bellunese ora ci sono dei bei marciapiedi e le strade vengono asfaltate più spesso, ma la gente continua ad andare via...