Un caldo elettrico
L’ondata di caldo che sta investendo l’Europa ha costretto la società francese Électricité de France (EDF) a fermare il 25 luglio impianti nucleari per una capacità di 1.716 megawatt, che si aggiungono ai due reattori da 1.300 megawatt ciascuno della centrale di Golfech spenti martedì 23.
Secondo l’aggiornamento delle indisponibilità dell’operatore della rete Rte si è fermata per “cause esterne legate all’ambiente” anche l’unità 4 da 915 MW di Tricastin. Riduzioni della potenza per gli stessi motivi ambientali riguardano invece le unità 3 e 4 da 890 MW di Dampierre (-120 MW e -150 MW rispettivamente), l’unità 1 da 1.310 MW di Belleville (-125 MW) e l’unità 1 da 1.335 MW di St Alban 1 (-406 MW).
L’allarme rosso
La decisione è stata presa in concomitanza con le previsione di Météo France che il 25 aveva lanciato un “allarme rosso” per le regioni settentrionali del Paese, asserendo che “potrebbero anche essere battuti record assoluti con valori da 42 a 43°C”. L’ondata di calore ha ovviamente portato la domanda elettrica transalpina al picco stagionale, oltre i 60 GW.
Secondo l’operatore di rete, il sistema ha “margini sufficienti per rimanere in equilibrio”, ma questo equilibrio è assolutamente instabile nel medio lungo periodo, secondo uno studio pubblicato a fine giugno sulla rivista Environmental Science and Policy. Si intitola “The Rush To Air Conditioning In Europe Pushed By Urbanization And Climate Change” (La corsa alla climatizzazione in Europa spinta dall’urbanizzazione e dai cambiamenti climatici), e spiega che una delle prime conseguenze del cambiamento climatico in atto sarà una maggiore domanda di energia: entro il 2050, infatti, la domanda potrebbe aumentare fino al 58% se le temperature si alzeranno di 2 gradi rispetto a oggi. “L’impatto maggiore ci sarà in Europa meridionale, Cina, Stati Uniti e aree tropicali. In Italia a farne le spese sarà soprattutto il Sud” spiega lo studio.
Una delle prime conseguenze del cambiamento climatico in atto sarà una maggiore domanda di energia: entro il 2050, infatti, la domanda potrebbe aumentare fino al 58% se le temperature si alzeranno di 2 gradi rispetto a oggi
Cambia il clima, serve più energia
“Abbiamo anche studiato i dati storici negli ultimi 30 anni per vedere come le persone rispondono agli ‘shock’ di caldo e freddo, modificando i consumi”, ha detto all’Ansa l’economista ambientale Enrica De Cian, dell’università Ca’ Foscari di Venezia e del Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc). È risultato che i cambiamenti climatici potrebbero portare la domanda globale di energia nel 2050 a un aumento compreso tra l’11% e il 27% se il riscaldamento sarà modesto (con l’aumento della temperatura di 1,4 gradi rispetto a oggi) e tra il 25% e il 58% se il riscaldamento sarà più elevato (di 2 gradi). In linea generale, ha spiegato De Cian, “le nostre società si adegueranno al cambio delle temperature aumentando il raffreddamento degli ambienti durante le stagioni calde e diminuendo il riscaldamento durante le stagioni fredde”. Questo, ha aggiunto “avrà un impatto diretto sui sistemi energetici, dal momento che le imprese e le famiglie richiederanno meno gas naturale, petrolio ed elettricità per via delle minori esigenze di riscaldamento e viceversa più energia elettrica per soddisfare le maggiori esigenze di raffreddamento degli ambienti”.
Imprese e le famiglie richiederanno meno gas naturale, petrolio ed elettricità per via delle minori esigenze di riscaldamento e viceversa più energia elettrica per soddisfare le maggiori esigenze di raffreddamento degli ambienti (Enrica De Cian, università di Venezia)
Focus sull’Italia e pre-allerta in Alto Adige
In Italia l’effetto sarà molto eterogeneo, ha proseguito la ricercatrice, e “dipenderà dalle zone: al Nord ci sarà meno domanda di energia in inverno e maggiore in estate, ma è soprattutto al Sud che aumenterà la domanda di energia nella stagione calda per raffreddare gli edifici”. Secondo gli autori della ricerca il cambiamento climatico influenzerà l’economia e il reddito delle famiglie in generale.
“Minore è il livello di reddito - ha osservato Bas van Ruijven, dell’International Institute for Applied Systems Analysis di Laxenburg (Austria), che ha coordinato la ricerca - maggiore è la quota di reddito che le famiglie dovranno spendere per adattarsi all’aumento della domanda di energia”.
L’Alto Adige vive intanto oggi, sabato 27, l’ultimo giorno di un’ondata di calore. Domenica una giornata di respiro, ma nei giorni successivi è possibile che ci siano condizioni a rischio per la salute
L’Alto Adige vive intanto oggi, sabato 27, l’ultimo giorno di un’ondata di calore che ha interessato tutta l’Italia, e in particolare le regioni del Centro e del Nord del Paese. Dopo giorni da bollino rosso, funestati anche da temporali distruttivi, domenica - secondo i dati del ministero della Salute - l’attenzione sarà da livello 1, una pre-allerta che indica condizioni meteorologiche che possono precedere il verificarsi di un’ondata di calore: una giornata di respiro, ma anche l’indicazione che nei prossimi giorni successivi è probabile che possano verificarsi condizioni a rischio per la salute.