Le due facce del Sudtirolo

Sui quotidiani locali in lingua italiana Alto Adige e Corriere dell'Alto Adige oggi ancora in primo piano è la per molti versi stucchevole questione della toponomastica. In primo piano è la contrapposizione tra l'approccio conciliante (con l'SVP) del ministro Delrio e la voce del Cai che si è fatta sentire per difendere alcune denominazioni ampiamente in uso nel mondo escursionistico e che sarebbero destinati a soccombere.
Alto Adige presenta in prima pagina poi una fotonotizia che rimanda ad una pagina interna dedicata al programma di check-up dei ponti cittadini [link]. Sempre sul quotidiano che ha sede in via Volta troviamo l'ennesima tappa della telenovela dei rifiuti; il titolo in merito è "E adesso si scopre il mercato nero dei passpartout" ed il riferimento va alle chiavi abusive in circolazione che permetterebbero ai cittadini più furbi di riempire i bidoni altrui.
Dolomiten oggi presenta invece una prima pagina perfettamente in linea con la sua tradizione che privilegia un impianto tripartito affidato rispettivamente a cronaca nera, internazionale e nazionale italiana, con condimento di vignetta umoristica ed una serie di piccoli richiami a tematiche locali poi ampiamente sviluppate nelle pagine interne. Quindi spazio al ragazzo di Prati di Vizze morto dopo una settimana dopo l'incidente che l'aveva visto protagonista, ma anche alla situazione in Siria: "USA von Giftgaseinsatz überzeugt" e al traballante governo Letta. "Berlusconi mahnt zu mehr Zurückhaltung". Neanche a dirlo la vignetta ritrae lo stivale del bel paese trasformato in una banana sbucciata, dalla quale fa capolino una scimmietta che sfoggia un sorriso molto amato dagli italiani.
Su Tageszeitung la notizia principale in prima pagina è dedicata al Sudtirolo paradiso per i telefonini. Il titolo è "Grundlose Strahlen-Panik" e il giornale ricorda che "in knapp zwei Jahrzehnten wurde Südtirol zu einem Paradies der Vieltelefonierer". Mille ripetitori capeggiano sulle nostre cime, riferisce il giornale. Ne abbiamo tante, lo sappiamo, ma davvero così tante?