Il giorno della verità
Il consiglio dei ministri italiano alla fine ieri ha scelto domenica 4 dicembre come data per il referendum costituzionale che deciderà i destini della riforma costituzionale e, con ogni probabilità, del governo Renzi.
Nello stesso giorno in Austria si terrà il ballottaggio per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, dopo l’annullamento delle elezioni di maggio ed un successivo rinvio rispetto alla successiva data originariamente fissata per il 2 ottobre.
Approvata dal Parlamento il 12 aprile 2016 e in attesa del referendum confermativo, la riforma della Costituzione modifica competenze e composizione del Senato. Non solo, cambiano anche alcuni poteri dello Stato e altri aspetti della vita politica, come l'elezione del Presidente della Repubblica.
La proposta di riforma, aspramente avversata dalle opposizioni parlamentari e da alcuni giuristi, è stata approvata con una maggioranza inferiore ai due terzi dei membri di ciascuna camera: di conseguenza, come prescritto dall'articolo 138 della Costituzione, il provvedimento non è stato promulgato direttamente, essendo prevista la facoltà di richiedere un referendum per sottoporlo al giudizio degli elettori.
Non essendo necessario il raggiungimento di un quorum, la riforma entrerà in vigore se il numero dei voti favorevoli nel referendum sarà superiore al numero dei voti contrari.
Il ballottaggio presidenziale austriaco era stato annullato lo scorso maggio per ‘irregolarità’ legate al voto per corrispondenza, che aveva provvisoriamente sancito la vittoria del candidato Verde Van der Bellen, rispetto a quello della destra Norbert Hofer.
La ripetizione del ballottaggio è stata poi nuovamente rinviata rispetto alla data della ripetizione originariamente fissata per il 2 ottobre, a causa di un motivo kafkiano. E cioè la qualità scadente della colla sulle buste delle preferenze espresse per corrispondenza.