Studiare le fragilità delle montagne

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Il piacevole gorgoglio dei fiumi di montagna, con una forte pioggia può velocemente trasformarsi in un evento tragico come una frana. Per capire i danni, i geologi poi solitamente si calano con le corde in parete per prendere le misure dal vivo. Per azzerare i loro rischi Cartorender, azienda insediata al NOI, usa laser scanner terrestri e droni lidar: l’analisi estesa su tutta la parete crea così modelli digitali delle pareti per identificare potenziali fragilità. L’azienda usa anche altre tecnologie per studiare il territorio: un esempio è la collaborazione con il Thermo Fluid Dynamics Lab, che supporta Alperia nella gestione di un bacino per l'energia idroelettrica a Fortezza: Cartorender visualizza con sonar e simulazione al computer il deposito eccessivo di sedimenti. Grazie a questi rilevamenti, unibz può suggerire ad Alperia le misure da intraprendere per eliminare i sedimenti presenti sul fondo del bacino senza rovinare il fiume. I servizi dell’azienda sono richiesti anche oltre l’Alto Adige; per esempio in Calabria, dove contribuiscono alla sicurezza di luoghi simbolo in pericolo come il Santuario di Santa Maria a Tropea e le coste di Crotone. Insieme alla start-up del NOI CAE Mate analizza inoltre lo status-quo dopo dissesti idrogeologici: la start-up crea infatti gemelli digitali delle frane grazie ai dati ottenuti da Cartorender e calcola così il volume di terreno staccatosi. Un aiuto concreto per comprendere cause ed effetti di queste catastrofi.
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