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Gli anni dell'Università

“Il segno della giovinezza è forse una magnifica vocazione per le facili felicità”, ha scritto una volta Albert Camus. E le “facili felicità” dei vent'anni sono generalmente quelle che non si dimenticano. Come dimostra una pagina facebook dedicata a chi ha frequentato l'Università a Bologna.

In pochi giorni ha già totalizzato circa seimila membri (ma il numero cresce continuamente). E' la pagina facebook che rievoca gli anni passati all'Università di Bologna, invitando chi vuole iscriversi a rievocare il proprio passato, il nome di un compagno di studi, di un amore, di una via o di un locale preferito. Anche molti sudtirolesi – prevalentemente di lingua italiana, ma non solo – hanno frequentato l'ateneo felsineo. Del resto, prima che a Bolzano venisse fondata l'Università locale, “espatriare” per poter laurearsi era la norma. E perlopiù si è trattato di esperienze che hanno lasciato un segno profondo non solo nella formazione, ma anche nello stile di vita di chi le ha compiute.

Qui di seguito un tipico contributo che si può leggere sulla pagina in questione. Hai fatto l'Università a Bologna se...

Se sotto quei portici che conosci a memoria, dentro e fuori le mura hai vissuto il più dolce e intenso anno d'amore di sempre, se a piazza Verdi la guardavi nei suoi occhi chiari, sorridendole e le sue mani stringevi fortissimo, pensando che per niente al mondo la avresti mai lasciata andare e che non riuscivi a credere di avere trovato la donna della tua vita così per puro caso in una frazione di secondo mentre lei andava via da una festa e tu conoscevi la sua amica a cui chiedere il numero. Se un bel giorno ti sei innamorato perdutamente di una studentessa Erasmus irlandese con cui sei andato a vivere assieme dopo meno di una settimana che la conoscevi e hai sorriso senza smettere mai per un anno. Se gridava il tuo nome al link nel bagno degli uomini perché ti cercava e poi era un bacio ed era tua. Se la stanza da letto con futon improvvisato e i coinquilini familiari uno di Barcellona e l'altra di Chicago era casa, era la casa, in viale Aldini. Se il gelato della sorbetteria Castiglione era il più buono del mondo con pistacchi siciliani di Bronte e non avevano ancora rinnovato il locale dai '70, se Iggy Pop, il calzolaio dietro il Pratello era un genio, se ubriaco in bicicletta fuggendo con un barattolo di nutella da mezzo kg nel suo cestino fiorato ti sei schiantato a terra assieme alla donna dei tuoi sogni sotto le due torri, se al bar Paolo eri al bar dei bar a colazione, all'aperitivo e a volte a pranzo. Se avevi un part-time job come fotografo dell'ufficio riscossione tributi comunali. Se gli sconosciuti vi fermavano per dirvi che voi eravate proprio innamorati e vi regalavano sorrisi generosi. Se i picnic ai Giardini Margherita e le margherite colte sui viali la mattina presto, se il tuo cuore esplode quando vi fai ritorno, se di amore si parla.