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“Salviamo la Cle”

La crisi della cooperativa: Christian Tommasini incontra le parti coinvolte. “Tutelare i posti di lavoro”. Ecco alcune possibili soluzioni.

Tempi duri per le aziende e cooperative del settore edile, la crisi ha infatti investito diversi player fra cui, come emerso recentemente, anche la cooperativa Cle. Ebbene oggi (28 gennaio) su invito del vicepresidente della Provincia Christian Tommasini le parti coinvolte hanno analizzato insieme la situazione al fine di individuare possibili soluzioni. Hanno partecipato all’incontro i rappresentanti della Cle, di Confcooperative, di Legacoopbund e CNA, e per la Provincia erano rappresentati anche il Dipartimento al lavoro e il Dipartimento all’economia nella persona del direttore di dipartimento Andrea Zeppa. Fra le priorità elencate quella di garantire la continuità dei cantieri, in primis quelli provinciali e delle cooperative edilizie. Sono state inoltre individuate alcune possibili linee di azione che necessitano degli opportuni approfondimenti. “L’obiettivo - così Tommasini - è quello di trovare insieme il modo per tutelare i posti di lavoro e le famiglie di chi lavora in Cle e nelle imprese artigiane che formano il suo indotto e che hanno sempre dimostrato massima serietà. Si tratta di un esempio di un sistema produttivo locale integrato in un settore difficile come quello dell’edilizia”.

L’istituzione del tavolo di confronto è stata accolta con favore da Claudio Corrarati e Pino Salvadori (Cna-Shv), in rappresentanza di circa 50 aziende artigiane, con quasi 500 dipendenti, che stanno vivendo con ansia questa fase di crisi, si spera momentanea e superabile, della Cle, nei confronti della quale vantano crediti per 700.000 euro in qualità di fornitori, subappaltatori e prestatori di servizi in lavori edili già eseguiti, si legge nella nota diffusa dall’associazione degli artigiani.

“È positivo - commenta il presidente di Cna-Shv, Claudio Corrarati - che sia stato aperto un tavolo allargato per affrontare non soltanto la problematica contingente della Cle, ma anche le ricadute sul territorio sia per i soci delle cooperative che attendono un alloggio sia per le Pmi artigiane che vantano crediti nei confronti della cooperativa di costruzioni. La Cle è un patrimonio del mondo economico di fondovalle e crediamo che, attraverso un’azione coordinata dalla Provincia capace di mettere in rete l’azienda, le banche, i consorzi di garanzia e le piccole aziende creditrici, sia possibile salvaguardare l’intera filiera del sistema produttivo locale integrato, tutelando anche l’occupazione di un settore molto difficile come quello dell’edilizia, che ancora non è uscito dalla crisi degli ultimi sette anni”.

Una presa di posizione arriva anche dalla Rete Economia-WirtschaftsNetz (il coordinamento nato a giugno 2013 per iniziativa di Cna-Shv, Confesercenti, Confcooperative e Legacoopbund), secondo la quale la crisi della Cle è stata occasione di riflessione sul sistema di sostegno all’economia che, attualmente, vede oltre 100 milioni di euro disponibili nel fondo di rotazione per finanziare diverse attività delle imprese, dall’acquisto di macchinari alla formazione, ma non contempla meccanismi flessibili in grado di rispondere a reali e improvvise esigenze del mondo economico. Tre le soluzioni prospettate da Rete Economia valide anche se si presenteranno situazioni analoghe in futuro, la prima: la Provincia valuti la creazione di un fondo di garanzia per la liquidità, da strutturare insieme alla banche e con la partecipazione dei consorzi di garanzia Confidi e Garfidi. La seconda contempla i prestiti partecipativi ad aziende in crisi ma con reali prospettive di ripresa tramite un piano industriale e finanziario “certificato” dai consorzi di garanzia, dalle banche creditrici e dalla stessa Südtirol Finance. Una terza ipotesi percorribile è, infine, quella del “mezzanine financing” (debito mezzanino).