Economy | Ricerca e sviluppo

Sudtirolo sotto la media europea

Tentennano gli investimenti in campo scientifico, ma si prospetta una ripresa.
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Foto: NASA

Poco più di quattro secoli fa Firenze, come tutti i centri urbani dell’epoca, sprofondava nel buio al calar della notte. La città era così scura da permettere l’osservazione del cielo e della Via Lattea da ogni quartiere e fu proprio nelle notti a cavallo tra l’autunno e l’inverno del 1609 che un barbuto signore prese il migliore dei suoi cannocchiali e decise di puntarlo verso l’alto per scrutare stelle e pianeti. Queste osservazioni lo sbalordirono oltre ogni misura e lo spinsero a pubblicare un trattato in latino, in modo che tutti i letterati d’Europa potessero venirne a conoscenza. Il trattato era il Sidereus Nuncius e l’autore era Galileo Galilei.

A partire dal 1609 l’astronomia e la scienza moderna ne hanno fatta di strada, attraversando momenti di stasi e altri di incredibile fervore e vivacità, guidati dalla curiosità umana e dal miglioramento della tecnologia. Le osservazioni di Galilei "picconarono" l’intera impalcatura della cosmologia aristotelico-tolemaica e diedero il via a una delle grandi rivoluzioni dell’umanità.

Lo stesso pensarono gli astronomi nel 1990 quando il telescopio spaziale Edwin Hubble fu portato in orbita bassa a circa 550 km dalla superficie terrestre. Da allora questo telescopio ha rivoluzionato l’astronomia moderna portando alla pubblicazione di migliaia e migliaia di report scientifici. Ma la curiosità umana, che attualmente è il motore primo dell’evoluzione dell’umanità, aveva ripreso a fantasticare e presto la NASA decise di progettarne uno nuovo.

Il telescopio spaziale James Webb, dedicato a un importante amministratore della NASA, ha avuto una vita travagliata tra ritardi, blocchi politici e problemi tecnologici di ogni tipo, e in un paio di momenti rischiò persino di essere cancellato, ma alla fine ha portato alla nascita del miglior telescopio a infrarossi mai costruito dall’uomo.

 

Alcune domande potrebbero ora sorgere spontanee nel lettore: per esempio quanto è costato il James Webb Telescope e perché investire così tanti soldi nella ricerca?

Dal sito della NASA sappiamo che il telescopio è costato 8,9 miliardi di Euro, che comprendono la progettazione, la costruzione e cinque anni di operatività nello spazio. Questi 8,9 miliardi corrispondono a circa il 38% del PIL altoatesino nel 2021. Si tratta di un grand bell’ammontare di risorse, ma sempre una piccolissima frazione del PIL americano.

 

 

Ma qual è la situazione in Alto Adige?

I numeri purtroppo sono impietosi e mettono la provincia tra i fanalini di coda delle regioni e province italiane. La situazione sta migliorando da un punto di vista dei finanziamenti, anche se come rilevato dall’ISTAT e comunicato dall’ASTAT “l’Alto Adige si posiziona al di sotto della media nazionale ed europea per quanto riguarda la Ricerca e Sviluppo nel suo complesso. La quota R&S in provincia di Bolzano raggiunge un valore pari allo 0,98%, in netta crescita ma ancora molto lontano dagli obiettivi fissati dalla strategia "Europa 2020", che mira ad investimenti in R&S pari al 3% del Prodotto Interno Lordo”. 

 

Vale la pena aumentare gli investimenti provinciali in ricerca e sviluppo? Certamente. Al di là di mere considerazioni economiche e utilitaristiche è bene ricordare la risposta data nel 1970 dall’allora direttore scientifico della NASA, Ernst Stuhlinger, a una suora statunitense presente in Zambia. Come scrisse Stuhlinger nella traduzione di Emanuele Menietti, “i progressi significativi nella soluzione di problemi tecnici non sono spesso realizzati attraverso un approccio diretto, ma tramite obiettivi più grandi e ambiziosi che portano a una maggiore motivazione per l’innovazione, che spingono l’immaginazione oltre e fanno sì che gli uomini diano il loro meglio, e che innescano catene a reazione.”

Possiamo ben dire che la speranza di Ernst Stuhlinger, ormai vecchia di oltre mezzo secolo, è la stessa della comunità scientifica dell’Alto Adige contemporaneo.

 

 

 

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Klemens Riegler Tue, 02/28/2023 - 23:15

Warum muss sich ein Fluigenschiss auf der EU-Landkarte immer mit Staaten, Bundesländern oder Großregionen vergleichen? Bzw. Schon einmal darüber nachgedacht, dass unser Landeshaushalt extrem hoch ist und damit die Prozente relativiert werden! Nimmt man andere Regionen mit 500.000 Einwohnern als Vergleich, dann sind die Ausgaben Südtirols für Forschung und Entwicklung EU-weit auf einmal wieder im Spitzenfeld.

Tue, 02/28/2023 - 23:15 Permalink
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Peter Hopfgartner Thu, 03/02/2023 - 10:21

In reply to by Klemens Riegler

Herr Riegler, die Prozente beziehen sich nicht auf den Landeshaushalt, sondern auf das Bruttoinlandsprodukt (PIL). Laut Grafik ist Südtirol bei 0.8%, das Trentino, vergleichbar in Größe, bei 1.6. Tirol, ebenso vergleichbar, ist irgendwo bei 2.8 %, laut WKO, Tiroler Wirtschaft in Zahlen. Ostschweiz ist bei 1.2% (Regionalstudie zur grenzüber-schreitenden Zusammenarbeit Italien-Schweiz). Also, da ist noch einiges zu tun, bevor wir aud einer Ebene mit unseren Nachbarn sind.

Thu, 03/02/2023 - 10:21 Permalink