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A Bruxelles per la giornata Mondiale dell'acqua

Breve relazione sulla tre giorni della delegazione bolzanina a Bruxelles
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Tra il 22 marzo, giornata mondiale dell'acqua e il 24 si è tenuto a Bruxelles un incontro internazionale di circa 300 delegati dei movimenti europei dell'acqua a sostegno dell'ICE (Iniziativa dei Cittadini Europei) firmata da 1.800.000 cittadini di tutta Europa. A difendere i principi dell'iniziativa erano presenti delegati da Spagna, Grecia, Germania, Irlanda, Italia, Belgio e Portogallo.

 

Nell'ICE presentata nel 2013 si chiedeva che:

 

- le istituzioni dell'UE e gli Stati membri siano tenuti ad assicurare a tutti i cittadini il

diritto all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari;

 

- l'approvvigionamento di acqua potabile e la gestione delle risorse idriche non siano

soggetti alle "logiche del mercato interno" e che i servizi idrici siano esclusi da

qualsiasi forma di liberalizzazione;

 

- l'UE intensifichi il proprio impegno per garantire un accesso universale all'acqua

potabile e ai servizi igienico-sanitari.

 

Gli incontri dei delegati con i parlamentari, con la Commissione Europea, la manifestazione che ha avuto luogo davanti al Parlamento Europeo e l'improvvisato corteo lungo le strade della città, avevano come scopo di richiamare l'attenzione della Commissione sull'ICE che è stata finora disattesa, e che la firma di quasi due milioni di persone ha una valenza che la Commissione stessa non può non considerare. Si sono ritenute in ogni caso vaghe e deludenti le prese di posizione della Commissione all'indomani della presentazione delle firme, che comunque non sono state seguite da passi concreti che obblighino gli stati membri a considerare l'acqua e i servizi idrici un bene comune, che deve stare fuori dalle logiche commerciali. Sui servizi dell'acqua non ci possono ne devono esserci profitti e siano garantiti a tutti almeno 50 litri di acqua giornaliera anche a chi non è in grado di pagare le bollette.

Durante gli interventi dei rappresentanti dei diversi stati sono state presentati i successi e le difficoltà nelle lotte locali per la ripubblicizzazione dei servizi dell'acqua. Molto interessanti le recenti ripubblicizzazioni dei servizi idrici di Salonicco, Napoli e Madrid quale segno tangibile che delle strade esistono e si possono percorrere con successo.

Durante i diversi incontri nelle sedi dei sindacati europei della funzione pubblica di Bruxelles (EPSU), i delegati hanno preso visione della bozza di risoluzione per dare un seguito all'ICE sull'acqua, proposta dalla Commissione Ambiente, Salute e Sicurezza Alimentare che attende il contributo dei movimenti nazionali prima della sua definitiva adozione entro fine maggio 2015. Sperando che poi la Commissione EU la trasformi in una direttiva che dovrà poi essere ratificata dagli stati membri.

 

Alcune delegate italiane hanno fatto presente che oltre alla privatizzazione dei servizi idrici si stanno affacciando altre forme di sfruttamento commerciale dell'acqua. In particolare hanno fatto riferimento allo sfruttamento dei corsi d'acqua d'alta quota nell'arco alpino allo scopo di produrre energia elettrica. Ben 2500 sono state le concessioni per piccole centrali che producono fra i 100KW e 1MW/h che spesso poi vengono rivendute a imprese straniere. Anche l'Alto Adige non è esente da questo problema, sono oltre 600 le concessioni attive nelle nostre montagne e altre 300 sono le domande presentate negli ultimi tempi.

In alto Adige il problema dell'acqua al momento non esiste, la L.P. N°8/2002 proibisce esplicitamente profitti sui servizi idrici tagliando fuori gli investitori privati. E non c'è da parte della politica nessuna intenzione a privatizzare in servizi locali. La nostra provincia è quindi un'isola felice mentre altri vivono estreme difficoltà con tariffe alle stelle e acqua e servizi di scarsa qualità. La presenza dei due delegati bolzanini assume proprio per questo una certa importanza in quanto portatori di esperienze di buon governo e soprattutto un segnale di solidarietà nei confronti di quanti lottano in mezzo a mille difficoltà imposte dalle liberalizzazioni volute dalla grande finanza.