Environment | Val di Fassa

Il Trentino “copia” Tires

Via libera alla cabinovia Moena-Valbona, finanziata con 7,4 milioni di fondi provinciali. La Leitner tra i proponenti. Per Italia Nostra l'opera presenta molte criticità.
Tiers-Frommeralm
Foto: Seehauserfoto
  • La Giunta provinciale di Trento ha approvato oggi (28 marzo) il progetto di fattibilità per la realizzazione di una nuova cabinovia ad agganciamento automatico per collegare Moena, in Val di Fassa, con la stazione intermedia dell'impianto già esistente Ronchi-Valbona-Le Cune (entrata in funzione dagli anni Settanta e ricostruita a fine anni Novanta), all’interno di un'area sciistica di 26 piste per complessivi 31 km. Una decisione che ricorda molto l’operazione Tires-Malga Frommer, la contestata funivia-cabrio finanziata dalla Provincia di Bolzano con ben 11 milioni di euro.

    L’opera, inserita nel Documento di programmazione degli interventi 2024-28, è stata ammessa al finanziamento provinciale: la Provincia di Trento ha infatti deciso di sostenere circa metà dell'investimento privato complessivo, pari a 16 milioni di euro, stanziando un totale di 7,4 milioni di euro di fondi pubblici. La restante parte sarà sostenuta dal soggetto privato, individuato a conclusione della procedura di gara ad evidenza pubblica. Si tratterà dunque d'un partenariato pubblico-privato

  • Il tracciato dell'impianto Moena-Valbona: quasi tre chilometri attraversando un bosco d'abete rosso. Foto: neve italia
  • Il progetto risale al 2013 e porta la firma della altoatesina Leitner, di Sif (Società Impianti Funiviari Lusia Spa) e Funivie Moena. La proposta prevede la concessione di realizzazione e gestione economica e funzionale dell’impianto a fune, che sarà composto da cabine da dieci posti lungo un tragitto di 2915 metri, con un dislivello di 647 metri e una portata oraria di 1800 persone. La stima è di 180mila passaggi l'anno per 222 giorni di funzionamento annui.

    “Lo scorso anno avevamo confermato l'interesse pubblico per un'opera importante per le imprese, per il territorio e per migliorare la mobilità 'dolce' della valle. Ora, con questo provvedimento facciamo un ulteriore passo concreto verso la realizzazione di un progetto che favorirà la mobilità alternativa all'auto e andrà a potenziare le possibilità di intermodalità nella zona, a tutto vantaggio di turisti, residenti ed imprese”, spiega l'assessore provinciale competente Roberto Failoni (Lega).

  • I dubbi di Italia Nostra

    Nell'agosto del 2023, la sezione trentina di Italia Nostra Ambiente elencò alcune criticità: secondo l’associazione ambientalista, il tracciato del collegamento funiviario inciderà su un'area forestale già fragile anche dal punto vista geologico e valanghivo, un bosco d'abete rosso fortemente colpito dalla tempesta Vaia e ora aggredito dal bostrico. Vi sono poi criticità di natura paesaggistica, soprattutto per i piloni e le funi d’acciaio nel bel mezzo del centro abitato di Moena, nonché dubbi sulla sostenibilità economica.

    Per Italia Nostra le stime dei promotori che prevedono di recuperare il capitale investito in 15 anni sulla base dei ticket appaiono irrealistiche. L’ambientalismo locale ricorda ancora una scelta che costò molto alle casse comunali fassane: la pista di rientro dal Lusia, costata 400 mila euro di fondi pubblici ma rimasta inutilizzata. Infine, sempre secondo Italia Nostra, vi sarebbe un conflitto d’interessi per Alberto Kostner, tra la carica sindaco di Moena e di vice presidente del CdA della società Sif/Lusia.