Economy | La richiesta

“Dire grazie non basta più”

Indennizzi economici per operatori di sanità e sociale in prima linea contro il Covid. La proposta dei sindacati: 130 € al giorno a chi rischia di più. Ma non è l’unica.
Infermiera
Foto: upi

I sindacati non mollano. NURSING UP insieme ad ASGB, CGIL-AGB, SGB-CISL, UIL-FPL e SAG da circa un mese incalzano il governatore Arno Kompatscher e il direttore generale della Provincia nonché responsabile del tavolo dell’intercomparto Alexander Steiner, per attivare un benefit economico riservato agli operatori della Sanità, delle case di riposo e non solo, impegnati nella battaglia contro l’epidemia da coronavirus. La richiesta è di trovare un adeguato finanziamento provinciale e la definizione di uno o più accordi con le modalità di riconoscimento del disagio e del rischio biologico al quale i numerosi professionisti e collaboratori della pubblica amministrazione, sanità e sociale in primis, sono tutt’ora ancora sottoposti. “Sono di dominio pubblico, da troppo tempo ormai, le immagini che ritraggono i volti sfigurati di medici e infermieri al termine di lunghissimi turni nei quali non trovano nemmeno il tempo di svolgere i propri bisogni fisiologici. Ora, le parole di ringraziamento non bastano, serve che venga riconosciuto loro gli sforzi, i rischi e i sacrifici che hanno compiuto in questi due mesi abbondanti”, dicono i sindacalisti.

Dato che dalla Provincia non è giunto finora alcun segnale di fumo (da quanto si apprende tuttavia anche i vertici dell’assessorato alla salute stanno elaborando una proposta economica per l’ambito prettamente sanitario), la compagine sindacale ha deciso di portarsi avanti con il lavoro giocando d’anticipo e individuando interventi specifici riguardo il riconoscimento economico straordinario basato su criteri oggettivi. La proposta, spiega Massimo Ribetto, referente regionale del sindacato degli infermieri Nursing up, è di differenziare tre fasce a seconda del grado di rischio sopportato: la prima fascia è riservata ad esempio a medici e infermieri dei reparti covid, o a chi lavora in pronto soccorso e in rianimazione, oppure ancora al personale del 118. Per loro l’indennizzo chiesto è di 130 euro al giornoa partire dal 23 febbraio, da quando è iniziata la crisi epidemiologica determinata dal coronavirus, fino al termine del periodo di emergenza che dovrà essere stabilito. 90 euro al giorno sarebbero destinati alla seconda fascia, 40 euro giornalieri alla terza.

 Ora, le parole di ringraziamento non bastano, serve che venga riconosciuto loro gli sforzi, i rischi e i sacrifici che hanno compiuto in questi due mesi abbondanti

I compensi non sono però unicamente di natura economica. L’idea è infatti anche quella di usufruire, gradualmente, nell’arco di due anni, di periodi di riposo aggiuntivo per il recupero psicofisico al termine di questa emergenza sanitaria. Questi compensi terranno dunque conto in maniera proporzionata dell’esposizione al rischio biologico, dello stress e del disagio lavorativo subito. Un’altra richiesta infine è quella di insediare una commissione paritetica composta da responsabili dell’Azienda sanitaria e sindacati che si occupi di distribuire i bonus. “Ogni comprensorio sanitario, ogni reparto, ogni servizio in Alto Adige è diverso dall’altro - sottolinea Ribetto -, Bolzano e Merano, per esempio, sono realtà molto differenti fra loro e occorre perciò assegnare gli indennizzi al personale in modo equo”.