La toponomastica torna in campo?
Aperture dell'edizione odierna differenti per i quattro quotidiani locali. Il Corriere dell'Alto Adige si concentra sull'agenda di tema che la delegazione Svp oggi a Roma per incontrare il premier Enrico Letta si troverà a discutere. In particolare, il ricorso pendente sulla toponomastica bilingue si trova nel mirino degli uomini Svp capitanati dal Landeshauptmann Luis Durnwalder, che contano di far ritirare al Governo. Netta contrarietà è stata subito espressa dal sottosegretario Pdl Michaela Biancofiore. “Diciassette farmacie bloccate dal tedesco” si intitola il pezzo d'apertura sull'Alto Adige. Le liberalizzazioni introdotte dal governo Monti consentono l'apertura di nuove farmacie sul territorio provinciale, ma il relativo bando di gara per chi desidera partecipare al concorso indetto non è ancora stato pubblicato. Perché? Il giornale parla di “scaricabarile tra Bolzano e Roma” e il problema starebbe nella traduzione – e i suoi relativi costi – del testo.
I costi della politica tornano invece in prima pagina sulla Tageszeitung. La premessa: il governo Letta intende abolire il finanziamento pubblico dei partiti, cosa significa questo per i partiti? Il segretario amministrativo dell'Svp Philipp Achammer lo spiega in modo lapidario, parlando di una “Katastrophe” che toglierà alle casse del partito 400mila euro annui. Poco entusiasti della possibile novità sono Ulli Mair (F) e Hans Heiss (Verdi), non sarebbe invece un problema per Andreas Pöder (Bürger Union) e Sven Knoll (SF): “Für uns wäre eine Abschaffung der Wahlkampfkostenrückerstattung kein Problem, da wir uns ohnehin selbständig finanzieren”. Sul tema il direttore del giornale Arnold Tribus ha anche scritto il suo editoriale (“Parteidiebe”). La Dolomiten si occupa invece dell'ultimo capitolo della vicenda processuale che ha visto contrapposti l'ex-direttore d'ufficio della Provincia Tristano Vicini all'assessore provinciale Thomas Widmann e al suo ex-braccio destro Gianfranco Jellici, culminato con il licenziamento del dirigente. “Tristano Vicinis Entlassung war rechtens”, sintetizza la sentenza il quotidiano.