Luca Coser tra Trento e New York
Era l’aprile di due anni fa, quando Luca Coser cominciava a vivere una preziosa opportunità, una residenza artistica di due mesi assegnata dall’Artist Residency Program di New York. In quel periodo l’artista trentino ha avuto la possibilità di sviluppare il progetto che gli è valso l’assegnazione del premio, ovvero “The History of White”, concludendo la propria ricerca con una mostra personale ospitata presso la cbs Gallery sempre a New York. E per la serie “se sono rose fioriranno”, a due anni di distanza ritroviamo l’artista impegnato in due eventi espositivi che in questo periodo lo vendono coinvolto a Trento e New York.
Cominciamo con l’evento geograficamente più vicino e quindi la mostra “Il Sosia”, che aprirà il 30 maggio alla Galleria civica di Trento. Luca Coser è stato invitato, insieme ad altri sette artisti tra i più interessanti sulla scena contemporanea (Michael Fliri, Eva Marisaldi, Marzia Migliora, Adrian Paci, Giacomo Raffaelli, Alice Ronchi e Luca Vitone), a confrontarsi con alcune opere d’arte moderna e contemporanea conservate all’interno di collezioni private presenti sul territorio trentino. La mostra presenta quindi una serie di lavori realizzati grazie al confronto con opere di alcuni maestri dell’arte contemporanea, come Medardo Rosso, Giorgio de Chirico, Tullio Garbari, Michelangelo Pistoletto, Alexander Archipenko, Justin Beal, Django Hernandez, Roni Horn e molti altri. Gli artisti con i quali ha deciso di confrontarsi Coser, sono Medardo Rosso e Tullio Garbari. La scelta è ricaduta proprio su di loro per una serie di affinità che legano la loro ricerca al lavoro dell’artista trentino, che ha potuto approcciarsi alle loro creazioni in maniera più “astratta”, per il loro stato di artisti storicizzati. In questo modo, Coser ha potuto sviluppare quello che è un atteggiamento tipico della sua ricerca, che genera un’arte che in qualche modo si allontana dalla contingenza, dalla superficie delle cose. In qualche modo è come se l’artista decida coscientemente di fare un passo indietro, di scegliere l’ombra anziché la luce accecante per osservare al meglio la realtà, condividendo questo atteggiamento sia con Medardo Rosso che Tullio Garbari, che hanno scelto di sviluppare il proprio lavoro lontano dal clamore e dai riflettori. Per l’evento ospitato a Trento fino a ottobre, Coser propone un lavoro conservato all’interno di una collezione privata, che consiste in una scultura in ceramica dalla struttura di guanciale che rimanda alle corna di un cervo, insieme a due ritratti dipinti su tavola.
Passiamo ora a “There are reasons”, la mostra ospitata a partire dal 22 maggio presso l’Artist Residency ArpNy, in collaborazione con cbs e Kips Gallery (entrambe di New York) e patrocinata dall’Accademia di Belle Arti di Roma. Per l’evento Coser è tornato a dipingere su tela, riprendendo un supporto che non utilizzava da anni. Le ragioni dell’abbandono della tela da parte dell’artista si trovano nella tecnica con la quale Coser realizza le proprie opere dipingendo per poi togliere la pittura e ricoprirla – completamente o solo in parte – con stesure di colore bianco, portando le immagini ad arretrare rispetto alla superficie. Chiaramente dei supporti rigidi si rivelano più idonei a questo genere di intervento, ma ragioni di natura pratica – ovvero la spedizione dei lavori oltreoceano – hanno portato Coser a ridipingere su tela, supporto che ha immediatamente entusiasmato l’artista per la propria natura antica e grezza, dal forte carattere evocativo che permette al suo approccio dissolvente nei confronti delle immagini – che l’artista cattura per dissolvere – di esprimersi al meglio.