Tifa tutto il Sudamerica

Oggi in campo per gli ottavi del mondiale Brasile-Cile e Colombia-Uruguay. Tutto il Sudamerica, però, farà il tifo perché le rivalità dei popoli latini scorrono viscerali. Si intrecciano storie di simpatie e antipatie con radici lunghe nella storia del calcio e non solo.
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Inutile soffermarsi sempre sull’idillio della pace tra i popoli: le rivalità fanno parte del mondo, della vita, dell’amore e ovviamente anche del calcio. I popoli latini, poi, sono particolarmente portati a infilare le proprie radici in certe passioni forti e diventa così naturale, in questa giornata di Mondiale tutto sudamericano, aspettarsi un ribollire di tifo. Previste gioie o scottature inaspettate, insomma, pure per tutti quei popoli che guarderanno a Brasile-Cile e Colombia-Uruguay senza esserne direttamente interessati.
 In una terra dove le emozioni durano assai più delle piogge le rivalità attecchiscono con una certa facilità e soffermarsi alla sola e notissima Brasile-Argentina sarebbe limitante. Tra le squadre in campo questa sera, però, sono certamente i verdeoro quelli che creano lo scenario più ingarbugliato con iatture non sempre appropriate e certo grande curiosità del mondo intero. Assieme agli argentini, dunque, tiferanno certamente per il Cile anche i colombiani che non hanno mai nascosto un certo fastidio per la supponenza carioca nel sentirsi campioni ancor prima di partire.
 Sarà meglio, però, che il Cile non sorrida troppo perché nemmeno sulle Ande fiorisce la simpatia altrui. Di grande tradizione storica e politica, per esempio, è la rivalità con il Perù. Ogni volta che Vidal e compagni varcano i confini di Lima devono farsi scortare da un buon numero di agenti. L’Antartide per un gruppo di koala sarebbe ambiente più accogliente. “Fin da piccoli – racconta un calciatore peruviano – ci incitano a fare vedere quanto valiamo ai cileni”. Stasera sarà Limao do Brasil. Assai più tiepida è l’antipatia verso il Cile nutrita dalla Bolivia che affonda i suoi motivi nel nazionalismo e nella guerra che le vide contrapposte nel 1874.
Va detto, per onestà, che la Colombia non sta sul gozzo a nessuno ed è probabile che attiri simpatie magnetiche proprio per questo. Certo, i brasiliani non gradiscono molto certe malignità, ma hanno altro a cui pensare stasera. Affrontando l’Uruguay, per i Cafeteros, dovrebbe essere ancora più facile. La Celeste, infatti, oltre a non spopolare ultimamente alle nostre latitudini è decisamente poco gradita pure nei dintorni di Buenos Aires. L’antipatia con l’Argentina è viscerale. Pochissima simpatia reciproca anche con il Paraguay che l’ex difensore uruguaiano Paolo Montero, lingua ruvida con un passato alla Juventus, definì “squadra di m…” per presentarla agli italiani nel Mondiale 2010.
 Non influiranno su questa sera, ma vanno comunque segnalate, le rivalità forti tra Ecuador e Perù e quelle di genesi squisitamente politica verso gli Stati Uniti di Venezuela e Messico. Il Belgio avrà due grandi Paesi con sé. Dal centro dell’America resta fuori un Paese: il Costa Rica. Onestamente chi può voler male a questo piccolo paradiso se nemmeno noi italiani, in fondo in fondo, gli auguriamo del male?
Sconfiggere le rivalità: la formula magica, forse, è nell’approdo naturale di certe meraviglie.


LA GUIDA.
Due gli ottavi di finale in programma questa sera.
Belo Horizonte, ore 18, Brasile-Cile
Rio de Janeiro, ore 22, Colombia-Uruguay