Society | Il primo vero esame

IL PRIMO ESAME NON SI SCORDA MAI

Si parla sempre degli esami di maturità, ma non meno importanti sono gli esami di terza media: il primo vero esame alle porte della crescita
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In questi giorni molti giovani studenti stanno affrontando una prova molto dura; sarà per il caldo, per l’agitazione, l’ansia o l’estate che si avvicina con la voglia di lasciare tutto per divertirsi e stendersi un po’ sulla spiaggia, ma gli esami di terza media hanno sempre significato, e lo fanno anche oggi, un grande ostacolo da superare. Proprio in questo momento qualcuno di loro sta finendo di essere interrogato, qualcun altro ha appena finito il suo turno e torna a casa più leggero che mai, un terzo sta aspettando con ansia che un professore esca dalla porta a chiamarlo. Forse spera che questo non accada mai. C’è qualcuno più grande che invece cerca di tranquillizzarlo, dicendogli , “andrà tutto bene”, “non è una cosa di cui avere paura”, insomma tutte quelle frasi scontate e banali che non sono utili per niente.Facile parlare quando tocca agli altri. Prova a spiegarlo a quel ragazzo terrorizzato, sudato per colpa del caldo e a cui tremano le mani, che l’esame è una cosa da nulla! Anche una volta finito l’esame, una volta raggiunto il traguardo, tutto diventa un gioco da ragazzi. Per qualcuno, però, questo non è un esame: è l’esame! Quella prova che capita una volta nella vita, quella vetta da superare perché “Da lì in poi tutto il resto sarà solo in discesa”, come ha esclamato Anna, prima di affrontare il suo colloquio di esame. “Magari fosse così” diremo invece più avanti. Ma oggi? Per non farci mancare proprio niente, ecco nascere la fobia di parlare in pubblico, davanti ai professori. Allora si è lì, a cercare di immaginare le domande possibili, lì a ripassare in pochi minuti il programma di tutto l’anno scolastico, lì a fare scongiuri e a sfidare qualche professore considerato un po’ cattivello (le parole per definirlo sono generalmente altre). Poi ci si affida alla preghiera, all’oroscopo, ai talismani. Ci si accorge in questo momento che qualche insegnante va davvero ringraziato. Non tanto quello che ci è stato particolarmente simpatico, ma quelli che hanno saputo davvero insegnarci qualcosa, quelli che a forza ci hanno portati ad amare una materia, quelli che hanno trovato le forme per farci comprendere l’incomprensibile. Arriva poi il momento dell’ultimo ripasso, in cui si riprendono tutti gli appunti, i mille fogli sparsi nella borsa, le scritte senza un’apparente logica. Si cerca disperatamente un appiglio, un colpo di genio. Nascono mille dubbi sulla scelta del tema della tesina:  “… forse se facevo qualcosa sull’ambiente era meglio!!”. Comunque sia, prima o poi, nel corridoio echeggia il tuo nome. Il battito si ferma. L’insegnante sorride (facile farlo nella sua posizione). “Ecco, la mia ora è giunta! Adesso è proprio finita”. Poi si tira su la testa, si fa un profondo respiro e tre anni di medie ci passano davanti agli occhi. Quanto sono stati belli questi tre anni. Tutte le battute dei compagni, tutti gli scherzi fatti ai professori, tutta la fatica per trovare scuse per non studiare. In mezzo anche qualche piccola nozione di italiano, storia e geografia, due parole di tedesco, un pizzico di inglese, quattro numeri e due linee per la matematica. Ginnastica, disegno e religione non hanno creato eccessivi problemi. Alcune materie restano totalmente sconosciute. E mentre ci si siede al centro dell’aula, insicuri e imbarazzati, ecco arrivare d’improvviso un moto d’orgoglio. È il momento di tirare fuori i … denti, di mettercela tutta, di provarci, perfino di divertirsi. Perché in fondo arrivati lì non è così male. Ed è solo quando si sentirà dire “Grazie, hai finito, ora puoi andare” che ci si rende conto che anche quell’ansia, ci mancherà un po’. E fu subito ESTATE!!