Corte dei Conti, tutto rimandato
C’è il via libera della Commissione dei Dodici - riunitasi ieri, 27 luglio - alla norma di attuazione che assegna alle Province di Bolzano e di Trento i poteri legislativi sugli orari e giorni d’apertura degli esercizi commerciali. Sette i voti a favore, 4 le astensioni (i componenti di nomina statale) e 1 voto contrario, quello di Antonino Ilacqua.
Rinviato invece l’esame della norma di attuazione che prevede - oltre che la provincializziazone di tutto il personale amministrativo - la nomina provinciale di due giudici su quattro che compongono ciascuna delle rispettive sezione di controllo della Corte dei Conti. Una riforma, sostenuta dalla Svp, che nei giorni scorsi ha sollevato diverse critiche da parte degli esponenti delle forze politiche di opposizione e proteste dei magistrati.
“Pensionata” la prima bozza del testo, il nuovo schema presentato ieri parla dell’introduzione di un limite minimo di età fissato a 50 anni, e dei requisiti per i consiglieri di nomina politica ovvero laurea in giurisprudenza, economia e commercio o titoli equipollenti oltre che un’esperienza professionale in materia giuridico-amministrativa o finanziaria-contabile. Come riporta il quotidiano Alto Adige i giudici resterebbero assegnati solo alla sede provinciale, esclusi dal ruolo di presidente di sezione. L’incarico di questi magistrati contabili resterebbe fino al pensionamento e le deliberazioni verrebbero adottate in composizione collegiale con almeno tre magistrati, con i consiglieri di carriera in maggioranza.
Il presidente della Corte dei Conti Angelo Buscema ha scritto al ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia e al presidente della Commissione dei Dodici Fabio Scalet che i vertici nazionali della Corte dei Conti chiedono di essere ascoltati. Ora si attende l’apertura di un tavolo tecnico con l’ufficio di presidenza della Corte dei Conti centrale che dovrà approfondire la questione. Tutto rimandato, dunque, probabilmente a settembre.
Leggo su altre testate online
Leggo su altre testate online che il presidente dell'Unione è euforico e chi spiega che "Le domeniche e i festivi appartengono alle famiglie, ai nostri valori e alla tranquillità." La contraddizione sta nel fatto che chi però abita in zone turistiche non ha diritto alla famiglia e nemmeno chi lavora al bar. La cosa che trovo aberrante è che ci vogliono imporre come vivere la nostra vita. Da sempliche cittadino dico alla SVP di stare attenta perché se si ascolta solo una parte della popolazione si finisce poi ad andare sotto il 40%.