Alberto Stenico, non siete riusciti a centrare il vostro obiettivo. Al di là della comprensibile amarezza come giudicate il risultato elettorale?
Alberto Stenico - La domanda su cui noi ci siamo costituiti riguardava il fatto che in un'autonomia che vuole essere dinamica ci vogliono due voci. Solo così ci può essere dialogo. Nella prossima legislatura una di queste voci sarà ancora più debole. E non solo per gli italiani. A questo punto infatti la Stella Alpina è assediata, e non da una destra qualsiasi. Si tratta infatti di una destra secessionista, che vuole andare via dall'Italia.

E l'Svp?
Non dice via dall'Italia, ma in realtà il buon Kompatscher in tedesco dice cose diverse. Il bilinguismo in Alto Adige serve anche a questo. Nell'ultimo appello che ha fatto parla di Unabhängigkeit e quindi di indipendenza e non di Vollautonomie. 
La situazione nel mondo di lingua tedesca è questa, comprensibile perché l'Italia va a fondo ed è logico che in questa fase non aumenta l'"amore per la patria" da parte dei sudtirolesi, che non l'hanno mai avuta. 

E l'astensionismo a Bolzano è recuperabile?
Per quello che ho visto i partiti italiani dell'Alto Adige non sono mai partiti con una campagna elettorale specifica per le provinciali. C'è stata una asimmetria incredibile nei dibattiti. In quelli di lingua tedesca si parlava di autonomia o libero stato. In quelli di lingua italiana sempre pro e contro Berlusconi o Monti, contro o a favore dei comunisti, Marchionne o Rinaldini. Siamo arrivati a votare alle provinciali attraverso una sorta di Ballarò o veicolati dalle battute di Crozza. 
Gli elettori non sono andati a votare sulla scia di un giudizio negativo in merito alla politica nazionale, con qualche buona ragione. Ma, al di là dello scandalo Sel, in realtà non si possono mettere sullo stesso piano la classe politica locale e quella nazionale.