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Il Trentino riconosce la vulvodinia

Il Consiglio provinciale di Trento approva all'unanimità la mozione sulle patologie femminili invisibili. Zanella (Futura): "Primo passo verso il riconoscimento nei LEA".
Sala Consiglio provinciale di Trento
Foto: wikimedia

È passata ieri all'unanimità in Consiglio provinciale a Trento la mozione - proposta da Paolo Zanella (Futura) e cofirmata da Paola Demagri (PATT) e Luca Zeni (PD) che porta all'attenzione della Provincia le "patologie femminili invisibili", ovvero vulvodinia, della neuropatia del pudendo, dell'endometriosi e dell'adenomiosi. "Siamo orgogliosɜ di aver promosso, insieme al Comitato Vulvodinia e Neuropatia del pudendo, questo primo passo verso il riconoscimento di queste patologie" sottolinea Zanella. "Patologie - ricorda - che possono risultare invalidanti, impattando sulla vita relazionale e sociale in particolare delle donne". Patologie che ad oggi non rientrano nei Livelli essenziali di assistenza (LEA), a parte l'endometriosi di terzo e quarto stadio, comportando ingenti esborsi di denaro per diagnosi (spesso ritardate) e terapie, minando l'accesso alle cure di molte donne.

 

Sollecitare la Conferenza Stato-Regioni

 

Il Consiglio ha impegnato la Giunta provinciale a considerare l'inserimento delle "patologie invisibili femminili" negli extra LEA provinciali del Trentino e comunque di sollecitare la Conferenza Stato-Regione affinché vengano inserite nei LEA nazionali nonché ad avviare un accrescimento delle competenze dei sanitari che possono incontrare persone affette da queste patologie. La mozione approvata impegna inoltre a promuovere campagne informative, in particolare nelle scuole, e a favorire una presa in carico multidisciplinare con percorsi diagnostico terapeutici assistenziali e riabilitativi dedicati.