Sanità, Bolzano fa flop
In materia di sanità Bolzano non fa una bella figura sul piano nazionale. Lo certifica la classifica del quotidiano economico il Sole 24 ore, sui dati del rapporto 2010-2017 della Fondazione Gimbe riguardo l’erogazione dei cosiddetti LEA, i Livelli essenziali di assistenza ai cittadini, ovvero le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento del ticket.
A dir poco deludente è la performance della nostra Provincia che si piazza in zona rossa, occupando la penultima posizione, davanti alla Campania fanalino di coda. In media l’Alto Adige ha erogato per il 55,4% (con un punteggio di 997) le prestazioni previste nei Lea. Per rendersi conto del divario (ampia infatti è la forbice fra le regioni) basta guardare alla prima del ranking, l’Emilia Romagna, che segna un 92,2% pari a 1.659 punti, davanti a Toscana (89,6%) e Piemonte (86,9%). Si “salva” la provincia di Trento, decima in classifica con il 77,8% di adempimento. Più di un quarto (il 26,3%) delle risorse assegnate negli anni dallo Stato alle Regioni per garantire i LEA sono andate a vuoto non producendo servizi.
Nel frattempo l’Asl altoatesina deve vedersela con il cronico problema delle lunghe code al Pronto soccorso di Bolzano - il più affollato d’Italia, con almeno 100 accessi in più rispetto alle altre regioni italiane, dicono gli addetti ai lavori -, e si affanna per trovare soluzioni. A proposito di accessi ai servizi del PS questi sono stati nel 2018 in Alto Adige 273 mila, quasi 92 mila dei quali solo nel capoluogo. E nel 60 per cento dei casi non si tratterebbe di vere emergenze. “Disturbi di lieve entità come, ad esempio, dolore all'orecchio o al collo, ma anche un semplice raffreddamento o un dolore alla schiena così come una scottature solare o le punture di insetti - tutto questo può essere trattato in modo rapido e semplice dal medico di Medicina Generale”, dichiara Mario La Guardia, primario del Pronto Soccorso di Bolzano dove i tempi medi di attesa sono di 3 ore e 50 minuti. L’obiettivo dell’assessore Thomas Widmann è quello di arrivare, entro la fine del 2020, a 2 ore. Come? Fra le misure messe in campo c’è, a partire dal primo di dicembre, l’aumento del costo del ticket per i casi non urgenti (codice blu), da 15 a 25 euro; l’apertura dell’ambulatorio di cure primarie che si occuperà dei codici minori, dopo il triage, e delle Unità complesse di cure primarie sul territorio in via Loew Cadonna e a Egna. L’Asl punta infine anche su una campagna pubblicitaria: “Pronto soccorso? Solo per le emergenze” perché “ogni individuo può contribuire con il suo comportamento al buon funzionamento dei servizi di Pronto Soccorso della provincia”, dice il direttore generale dell’Azienda sanitaria locale Florian Zerzer.
Oh, nun endlich wird unser
Oh, nun endlich wird unser Spital vom dem auf Welt-Niveau heruntergestuft wo es wirklich hingehört. Aber der Tommy wird´s schon richten! (hahaha)
In reply to Oh, nun endlich wird unser by Sepp.Bacher
Scheint nicht ganz zu stimmen
Scheint nicht ganz zu stimmen: http://www.brennerbasisdemokratie.eu/?p=53521
In reply to Scheint nicht ganz zu stimmen by pérvasion
Verständnisfrage: Ist das
Verständnisfrage: Ist das nicht die selbe Untersuchung/Tabelle, auf welche sich dieser Beitrag bezieht?
Betrifft jedenfalls den selben Zeitraum. Mit Weltniveau meine ich die Zeit, als Saurer Gesundheits-Landesrat war und immer von hohen Niveau und sich in Europa nicht verstecken müssen sprach.