Society | La polemica

Cava Laghetti: marcia indietro

Dopo il (non) pronunciamento della commissione urbanistica provinciale, l’amministrazione del paese della Bassa Atesina ha deciso di bloccare il previsto ampliamento.
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Foto: Google Maps

Lo scorso 30 novembre avevamo riferito delle preoccupazioni dei residenti del rione Avisio di Laghetti di Egna, per il possibile ulteriore ampliamento della cava che si trova a pochi passi non solo dalle abitazioni ma anche della zona dell’ospizio di San Floriano, molto importante dal punto di vista storico ed architettonico. 
Ebbene: il ‘pericolo’ scaturito da una delibera del Comune che dava per così dire il via libera all’ampliamento sembra essere rientrato. Questo grazie al pronunciamento della commissione urbanistica provinciale che ha 'rinviato' una sua decisione in merito. La (non) opinione della Provincia, seppur non vincolante, è stata fatta propria dal comune di Egna che dunque ha compiuto in merito una vera e propria marcia indietro. Anche se il sindaco di Egna Horst Pichler dice oggi a Tageszeitung che “tutte le strade restano aperte”. Pur convenendo - e forse qui sta la vera e propria svolta - che “la decisione verrà comunque assunta sentendo i confinanti”. E dunque coloro che nei mesi scorsi si erano mossi per segnalare tutte le loro preoccupazioni in merito al paventato ulteriore incremento del traffico di mezzi pesanti e produzione di rumori e polveri.

In definitiva: il cambio di destinazione d’uso di alcuni lotti adiacenti all’area dove si trova attualmente la cava è stato bloccato. E questo ufficialmente perché - ha riferito l’Obmann SVP Harald Pardatcher - “ora nuovi elementi consentono di avere un quadro più chiaro della situazione”. 

Ricordiamo che la cava è stata avviata nel lontano 1979 ed avrebbe dovuto interessare solo 2 lotti, mentre con gli anni è venuta ad interessarne ben 16. 
La cava (temporanea) venne ampliata l’ultima volta nel 2004, stabilendo che sarebbe rimasta operativa per 10 anni per poi essere chiusa. 
Si trattò però di una promessa non mantenuta, in quanto nell’estate 2014 la concessione per gli scavi venne stata prorogata per altri 8 anni, assicurando però che dopo l’area sarebbe stata finalmente restituita alla sua destinazione originale di verde agricolo. Proprio lo scopo per il quale si stanno battendo i residenti del rione Avisio.