Faccetta nera? Si può cantare liberamente
Nel 2012, durante l’adunata degli alpini che si tenne a Bolzano, due cinquantenni affiliati all’organizzazione “Fronte Veneto”, Francesco Paravano e Piero Puschiavo, quest’ultimo esponente anche del partito “Fiamma Tricolore”, ebbero la non felice idea d’intonare con un megafono la canzone fascista “Faccetta Nera”. Il caso venne segnalato e i due furono accusati in base alla legislazione che prevede il reato di “apologia di fascismo” (le indagini erano state coordinate dal sostituto procuratore Igor Secco). Il giudice bolzanino Michele Paparella ha però assolto gli indagati con la seguente motivazione: si è trattato di un gesto “goliardico”. Insomma, tutto è finito in una bella risata.
A non ridere sono però gli esponenti di Süd-Tiroler Freiheit, che parlano di un “falso segnale” da parte del Tribunale. Secondo Werner Thaler l’assoluzione rappresenta un’esplicita ammissione della possibilità, a questo punto solo “formalmente” illegale, di glorificare il fascismo senza timore di essere puniti. Thaler ricorda ancora la partecipazione degli alpini nelle campagne coloniali d’Africa negli anni Trenta (dove vennero utilizzati gas letali). Inoltre – conclude Thaler – in base a questo giudizio è già possibile prevedere che neppure la sentenza contro la diffusione dei calendari mussoliniani, attesa prossimamente, porterà a una condanna.