Reazioni estreme e opposte hanno salutato l'approvazione in Senato del ddl Cirinnà sulle unioni civili: c’è chi, fra gli attivisti della comunità gay, lesbica, bisessuale e transessuale (Lgbt), ha parlato di ennesimo provvedimento discriminatorio e chi invece ha gioito per un risultato storico, malgrado i compromessi del caso ovvero il tentativo di dequalificare le unioni civili rispetto al matrimonio introducendo alcune differenze come, ad esempio, l’abolizione dell’obbligo di fedeltà. Punto sul quale, fra l’altro, era intervenuto a gamba tesa, pochi giorni fa, Michele Serra nella sua rubrica “L’amaca” sul quotidiano La Repubblica: “L’aspetto comico della vicenda è che l’emendamento finisce per essere discriminatorio proprio nei confronti del matrimonio ‘normale’: perché la fedeltà per legge è un cascame della concezione cattolica della coppia, riduce un impegno ‘etico’ e una libera scelta sentimentale a codicillo costrittivo”.

Nel diastema delle opinioni si piazzano anche coloro i quali ritengono il disegno di legge un primo passo sul piano dei diritti civili. Fra questi ultimi i Verdi ("nonostante tutto il bilancio ci sembra comunque positivo") e il presidente dell’associazione-circolo affiliato Arcigay Centaurus Andreas Unterkircher: “È chiaro che siamo ancora cittadini di serie B, e ora, con il ddl, questa ‘condizione’ è stata anche messa nero su bianco, ma va detto che si tratta comunque di una crepa nel muro, un muro che c’era da troppi anni e che di fatto ci rendeva invisibili, occorre ripartire da qui per ottenere il matrimonio egualitario, la parità totale con le coppie eterosessuali”. Del resto - prosegue il numero uno di Centaurus - “non ci aspettiamo che da un giorno all’altro l’Italia si allinei con gli altri altri Stati europei in tema di diritti”.

A fronte di una conquista, seppure “stiracchiata”, Centaurus passa ora ai fatti: fa recapitare a 33 fra le maggiori associazioni altoatesine (qui l'elenco) un questionario, stilato dal sessuologo Michael Peintner, “per valutare il loro approccio sulle tematiche Lgbt e stabilire quale sia il loro grado di accettazione in questo senso”, spiega Unterkircher che poi aggiunge: “L’associazionismo è un fenomeno molto forte in Alto Adige e può dare la misura di come la pensino molte persone in Provincia”. Fra le domande poste (14 in tutto) si chiede ad esempio se costituisca un problema assistere a un coming out o se vengono prese misure in caso di mobbing dovuto a discriminazione sessuale. I risultati dell'indagine verranno poi pubblicati il prossimo 17 maggio in occasione della Giornata internazionale contro l'omofobia e la transfobia.
Fiducioso, il presidente di Centaurus, confida in una risposta positiva da parte degli intervistati: “Con il ddl è stato di fatto sdoganato un tabù e non si può più ignorare la questione, anche le associazioni dovranno prendere una posizione”.

Intanto, sabato prossimo 5 marzo a Roma, in Piazza del Popolo, è in programma una manifestazione nazionale delle associazioni Lgbt “per ribadire le istanze di uguaglianza oggi messe in gioco con toni inaccettabili nella discussione sulle unioni civili che ha avuto luogo a palazzo Madama”. “Molto più di Cirinnà” è lo slogan scelto per la giornata cui hanno aderito – per adesso – 29 associazioni, Centaurus compresa.